Passione e creatività, così nascono gli abiti del corteo storico di Sant’Alessandro

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Foto Qui Ischia

Il telefono squilla spesso. Mancano una manciata di giorni ormai al 26 agosto e c’è ancora chi chiama per informarsi sugli abiti disponibili, benchè l’assegnazione sia cominciata da un pezzo e i capienti armadi del deposito siano sempre più sguarniti. Ma mentre, come ogni pomeriggio in questo periodo, continua ad arrivare gente da ogni parte dell’isola per le prove e per il ritiro di altri costumi, il più nuovo è ancora sul manichino. Ci sta lavorando da settimane, SISINA MASTURZO, al vestito di Carolina Bonaparte, moglie di Gioacchino Murat e regina di Napoli dal 1808 al 1815. Un lavoro di pazienza che si va componendo cucitura dopo cucitura, dettaglio dopo dettaglio. Tutto curatissimo, fino all’ultimo particolare. Come è stato per tutte le creazioni di questi mesi. E, prima ancora, per tutte quelle precedenti, da oltre trent’anni. Decine e decine di costumi, delle epoche più diverse, usciti dalle mani e soprattutto dalla passione di Sisina, che del corteo storico di Sant’Alessandro è uno dei principali artefici, dall’origine a oggi.

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Foto Qui Ischia

Sul tavolo della stanza che funge anche da atelier c’è aperto un libro di STAMPE ANTICHE. Nella pagina, un celebre quadro di Jean Louis David da cui ha preso spunto per lo splendido abito in stile Impero che farà la sua prima uscita tra pochi giorni. Stoffe preziose, ricami, pizzi, è davvero degno di una regina il lavoro di Sisina. Che contemporaneamente ha anche preparato altri due abiti nello stesso stile, destinati alle dame di corte della regina, e appesi davanti alla finestra, da dove arriva la luce che fa brillare i fili di seta e le passamanerie dorate. “Sono venuti bene – li guarda con giusto compiacimento Sisina – adesso mancano solo i ritocchi finali”. E intanto mi mostra le scarpe che ha foderato con la stessa stoffa, bellissime, e gli accessori per le acconciature. “E poi c’è il mantello della regina, che andrà sopra l’abito. Manca poco a finirlo. ANNA D’AMICO ha preparato gli inserti dorati, che compongono un disegno molto elaborato e io devo finire di cucirlo”. Mi spiega come diventerà, alla fine, quell’ampio taglio di velluto cremisi con ramages dorati che mi sciorina sotto gli occhi. E già mi sembra di vederlo animato, con lo strascico, procedere lungo le strade di Ischia, fotografato da ogni angolo lungo il percorso dal Ponte al Porto.

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Foto Qui Ischia

“E’ da settenbre che sto lavorando agli abiti di questa edizione”, racconta Sisina, che rifiuta categoricamente di farsi fotografare con i suoi lavori. “Non sono io che devo apparire – ripete – non faccio questo lavoro per mettermi al centro dell’attenzione, quel che conta sono gli abiti che raccontano i personaggi della nostra storia. Noi non facciamo una sfilata di moda, non vestiamo burattini, facciamo rivivere la storia di Ischia per farla conoscere ai forestieri e per conoscerla meglio anche noi”. Di sicuro, lei negli anni è diventata un’ESPERTA di storia del costume. Non c’è foggia d’abiti che non abbia dovuto imparare a riconoscere e a riprodurre fedelmente nei minimi particolari. Nobili, guerrieri, popolani, intere famiglie bambini compresi, coprendo un arco temporale di ventisette secoli; nessun corteo storico copre un periodo così lungo e tante EPOCHE DIVERSE. Una sfida in più per Sisina, che dai COLONI GRECI dell’VIII secolo a.C. alle REGINE BORBONICHE si è cimentata, felicemente, in ogni foggia d’abito.

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Foto Qui Ischia

E di ogni abito, Sisina, ti racconta la storia. Non quella pubblica, del personaggio storico che rappresenta, ma quella della sarta creativa che ogni volta, da una stampa d’epoca e da una pezza di stoffa, ha tirato fuori dei vestiti spettacolari. “E’ FRANCO NAPOLEONE che mi propone i personaggi e che mi porta le stampe per lo stile da seguire – racconta – E spesso anche i materiali, trovati nei mercatini, nei bauli antichi, nei viaggi. Tende, tappeti, coperte antiche, abbiamo utilizzato di tutto in questi anni, cercando di tirare fuori il meglio da ciò che avevamo. Poi tra inserti, passamanerie, merletti e pietre dura abbiamo vestito i personaggi della nostra storia. Abiti molto elaborati come il primo e il secondo di Vittoria Colonna, e quelli solo in apparenza più semplici, come i greci. All’inizio non ero convinta, poi mi ci sono appassionata. Alcuni dei vestiti greci sono stati molto lavorati e mi hanno dato grandi soddisfazioni”. E comunque, sottolinea “ci sono sempre contribuiti di più persone. Non ho mai rifiutato i consigli buoni e utili che mi sono stati dati, che hanno migliorato spesso il risultato finale”.

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Foto Qui Ischia

Fu proprio Sisina a trasformare degli asciugamani ricamati antichi, recuperati da Napoleone prima che finissero chissà dove, in dei costumi ischitani dell’800: il NUCLEO INIZIALE della enorme collezione di abiti d’epoca della Pro-Sant’Alessandro, “nei primi anni, quando facevamo la festa qui tra noi e non pensavamo ancora di trasformarla nel corteo storico che poi è diventata”. Le brillano gli occhi a Sisina, quando ricorda quelle prime feste del 26 agosto. E quando prosegue la narrazione della festa come è diventata poi, crescendo anno dopo anno: “Dopo i figli e i nipoti, la mia famiglia, la Festa di Sant’Alessandro e il lavoro che l’accompagna è la cosa più bella della mia vita”.  E ci si dedica con grande PASSIONE da sempre. “Se non ci fosse la passione, non farei questo lavoro ogni giorno, tutto l’anno, perchè noi a settembre cominciamo a pensare e a realizzare gli abiti per l’anno dopo”.

Un LAVORO DI VOLONTARIATO, fatto solo con l’obiettivo comune di migliorare sempre il corteo e gli appuntamenti collegati, a cui sono affezionati anche i piccoli di casa: “Come i miei figli, anche i nipoti sfilano. Stanno nel gruppo dei popolani, per loro è importante partecipare, non il vestito che indossano. Ognuno è importante nel corteo”. Come gli abiti; ognuno ha il suo ruolo e il suo posto. Non per Sisina, però: “Non ne ho uno preferito, mi piacciono tutti. E una volta che escono da qui, appartengono al corteo”. E così lei li osserva lungo il percorso del 26 agosto. “Quel giorno io sono una SPETTATRICE come tutti”, dice. Che si commuove, però, più degli altri, nell’osservare gli abiti che prendono vita nella grande ricostruzione storica. Tra pochi giorni. Intanto, Sisina continua a lavorare di gran lena. C’è il mantello cremisi da finire. E dovrà essere perfetto. Punto dopo punto.

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