Home
Ambiente Cascata alla Siena, il Centro Studi chiede al Comune chiarimenti sull’acqua che va a mare
Cascata alla Siena, il Centro Studi chiede al Comune chiarimenti sull’acqua che va a mare
Posted about
7 anni ago |
Foto Qui Ischia
Sono passati oltre quattro mesi dalla prima richiesta di chiarimenti e rassicurazioni alla Regione circa la compatibilità di quanto sta accadendo alla Siena con le risorse idriche sotterranee e l’equilibrio idrogeologico che quelle contribuiscono a realizzare. E nel frattempo si è anche posto il problema, ulteriore, della compatibilità con l’attività balneare della cascata, che in tanti continuano a frequentare per docce “termali” senza alcuna analisi sulle caratteristiche né sulla salubrità dell’acqua che finisce in mare dall’area del cantiere per il parcheggio. Da allora, nessuna delle risposte attese e sollecitate è arrivata da Napoli. Ma siccome i motivi di quelle richieste sono rimasti tutti validi e dii strettissima attualità, il CENTRO STUDI SULL’ISOLA D’ISCHIA ha deciso di riproporli, stavolta in una lettera con un indirizzo più vicino, quello del Municipio d’Ischia. E’ stato lì che nei giorni scorsi è stata protocollata una nota destinata al professor FRANCESCO RISPOLI, nella sua qualità di assessore allo Sviluppo sostenibile, colui insomma che dovrebbe occuparsi del territorio. Compreso, dunque, l’”Emungimento copioso di acque calde sotterranee in Ischia, località Siena” e l’eventuale “dissesto idrogeologico e inquinamento del litorale” che ne potrebbe derivare.
Il nuovo intervento del Centro Studi, firmato dal presidente ANTONINO ITALIANO fa esplicito riferimento alla ” nota 0425/ai del 25 aprile u.s., inviata al dott. Italo Giulivo della Regione Campania per gli opportuni provvedimenti di salvaguardia ambientale”. E nel prendere atto che “A ns. conoscenza non risultano adottate misure che tranquillizzino l’opinione pubblica espressasi sulla stampa locale e sulla rete”, si sottolinea che “al contenuto della nota richiamata aggiungasi che prove, tanto speditive quanto eloquenti, dimostrano che il liquido scaricato in mare non è privo di carica batterica con evidente rischio per la balneazione. Si prega intervenire con urgenza”.
Foto Qui Ischia
Vale la pena ricordare che nella richiesta inoltrata a suo tempo alla Regione, si evidenziava la particolarità di un “emungimento di acque sotterranee di portata del tutto eccezionale per l’isola d’Ischia, valutata in 100 litri al secondo”, ottenuto attraverso “una batteria di tubi verticali infissi perimetralmente all’area del cantiere, collegati ad un imponente impianto di pompaggio, aggotta acqua dolce che viene scaricata direttamente in mare, ad una temperatura di circa 30 ° centigradi”. Illustrato lo stato attuale dei luoghi, si evidenzia che “la fonte Mirtina, un affioramento della falda freatica ubicata nella vicina pineta comunale, dove esiste una stazione di Rospo smeraldino, risulta inusitatamente disseccata con grave pericolo per la sopravvivenza della fauna”. Contestualmente a questa descrizione del fenomeno in atto alla Siena, si manifestava “la più viva preoccupazione per il dissesto che può derivare al corpo idrico sotterraneo, atteso che non risultano installati piezometri, a distanza crescente dall’area di emungimento, atti a controllare l’entità del cono di depressione della falda. Si prega codesta Direzione di PREDISPORRE OPPORTUNI CONTROLLI sulla rispondenza delle operazioni esecutive al progetto originario dell’opera in corso di realizzazione, di chiarire l’esistenza o meno di un collegamento fra l’emungimento e il disseccamento della Fonte Mirtina e di RASSICURARE LA CITTADINANZA su eventuali possibili cedimenti strutturali di manufatti sia pubblici che privati , considerato che tutto ciò avviene nel centro storico di Ischia”.
Da allora, enormi quantitativi d’acqua hanno continuato a finire in mare, di fianco ad una spiaggia frequentatissima anche da molti bambini, senza peraltro che si sia fermato al contempo l’affioramento di liquidi nello scavo per il (futuribile o fantomatico?) parcheggio. Dove, a seconda del livello di funzionamento della rete di tubi installata, si formano laghi e pozze più o meno vasti e profondi dell’acqua che emerge dal sottosuolo. Una situazione che suscita tanti interrogativi, dubbi e curiosità. Che le autorità, a maggior ragione perchè si sono assunte la responsabilità di autorizzare e finanziare (con fondi europei) quell’opera, avrebbero il DOVERE DI CHIARIRE E APPROFONDIRE. Vedremo se adesso qualche risposta arriverà…