Il Pio Monte è l’unica area sicura per ricostruire, da Casamicciola parte la petizione popolare

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Foto Qui Ischia

L’atmosfera e i toni sono quelli consoni a un momento di straordinaria gravità. Un mese dopo il terremoto che ha sconvolto il cuore dell’isola, ora che il quadro delle pesantissime conseguenze è meglio definito nelle aree direttamente colpite, si apre la sfida di una rinascita che non può che essere raccolta e rilanciata da Casamicciola. Come si è cominciato a fare stamattina, con la conferenza stampa convocata presso l’hotel “Marina 10″ dallo scrittore GINO BARBIERI e dal giornalista GIUSEPPE MAZZELLA, estensori e primi firmatari di una petizione che punta a mettere a posto un primo essenziale tassello del complesso puzzle della ricostruzione e di un nuovo possibile sviluppo, inevitabilmente indirizzato dalle caratteristiche particolari del territorio e dalla sua storia. Di cui è parte integrante la vicenda del Pio Monte della Misericordia, con il suo passato remoto edificante e quello più prossimo intricato e confuso che, si spera, possa lasciare il passo ad un futuro di segno diametralmente opposto. A beneficio di Casamicciola e dell’intera isola.

La puntuale disamina di Mazzella è partita proprio dalla storia recente del Pio Monte, un intrico giuridico che si è formato e sempre più imbrogliato negli ultimi decenni, mentre andava letteralmente in malora l’imponente complesso, edificato sul lungomare dopo il devastante terremoto del 1883. Un abbandono annoso per la struttura diroccata che, a dispetto delle pessime condizioni in cui versa, non ha subito alcun danno dal sisma. Come, peraltro, alcune delle aree costiere edificate dopo il terremoto ottocentesco. 

Dunque, per sintetizzare la lunga vicenza giudiziaria, Mazzella è partito dall”84, quando l’allora ente di diritto pubblico proprietario del Pio Monte cedette il diritto di superficie per 50 anni ad un mediatore d’affari che poi, per 75 milioni, la vendette a sua volta alla società di una spa con un capitale sociale di appena 200 milioni e a seguire altre due vendite, fino  ad un quarta cessione che ne rivendicò la piena proprietà. “Un ginepraio”, l’ha giustamente definito Mazzella, oggetto di varie cause, che hanno coinvolto anche il Comune di Casamicciola. Quest’ultimo, che ha perso una delle cause, ha concluso con l’ente Pio Monte, quand’era sindaco Giosi Ferrandino, un accordo biennale per la “mera detenzione” delle aree a pineta. Accordo che, rinnovato di anno in anno, si protrae da quindici anni fino ad oggi. Insomma, una “situazione complessa”, che torna in discussione ora, dopo un evento, il terremoto del 21 agosto, che fa da spartiacque. 

Completato dopo il terremo ottocentesco nel 1887, su progetto dell’ingegner GIUSEPPE FLORIO, direttore dei lavori l’ingegner NICOLA BREGLIA, il complesso di 13900 metri quadri (solo la cisterna acclusa conteneva 12000 metri cubi d’acqua) fu costruito nella zona delle Piazze, precedentemente occupata da alcune fabbriche di mattoni espropriate dal Municipio. In questo momento, la gravissima crisi abitativa che ha colpito Casamicciola con circa duemila persone rimaste SENZA CASA, impone di riprendere in mano la vicenda del Pio Monte, che con tanta parte del territorio comunale inibita per il rischio sismico, resta l’unica vasta area sicura da riconvertire.

Di conseguenza al sisma, ha sottolineato Mazzella “cambia la MISSIONE STORICA dell’ente, che dal donare le cure termali ai poveri, cosa che peraltro non avviene più da decenni, è ora di DARE UNA CASA AI CITTADINI CASAMICCIOLESI”. Lì  potrebbe sorgere anche il nuovo palazzo di città, che qualcuno ha già indicato come il possibile municipio del Comune unico, che è “la doppia sfida” di questa storia.

Ecco, quindi, l’idea dell’APPELLO ALL’ENTE PIO MONTE, affinchè DONI IL COMPLESSO ALLA MUNICIPALITA’, per la sua ricostruzione/riconversione da finanziare attingendo ai fondi che saranno erogati per il terremoto.

A tale scopo sarà necessario chiedere, fondandosi sul contributo di economisti e giuristi, una LEGGE SPECIALE ad hoc per il dopo terremoto, “che, evitando la decretazione d’urgenza, incanali la ricostruzione in un nuovo assetto istituzionale dell’isola”, sostanziato nell’unificazione amministrativa necessaria per l’approccio globale che la situazione post terremoto impone. E dovrebbe essere poi un apposito ente di diritto pubblico a redigere e approvare i nuovi PIANI REGOLATORI. Si dovrebbero identificare i vari rioni dell’isola e procedere a piani particolareggiati per il loro recupero edilizio, con il supporto dei geologi, vista la complessità geologica dell’isola, esposta nelle diverse zone al rischio sismico e vulcanico. E siccome si tratta di interventi che dovranno riguardare la globalità dell’isola, non potranno che essere affrontati nel quadro dell’unificazione amministrativa dell’isola.

Intanto, l’appello per dare il Pio Monte alla popolazione di Casamicciola si sostanzia nella PETIZIONE elaborata da MAZZELLA e BARBIERI, indirizzata al sovrintendente e ai 7 governatori del Pio Monte della Misericordia, ai Sindaci isolani e alle autorità statali che dovranno occuparsi della ricostruzione. “L’ente Pio Monte è oggi di diritto privato – ha chiosato Mazzella – deve rendere conto solo ai soci. Può fare un atto di liberalità che gli chiediamo”. Da oggi i cittadini isolani possono sostenere con la loro firma la petizione che sarà accompagnata da varie iniziative di respiro nazionale e internazionale per la rinascita del cuore dell’isola ferito.

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