Oltre 4000 mila firme degli ischitani a sostegno della richiesta di Zona Disagiata

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Foto Qui Ischia

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La mobilitazione è stata importante. Ha coinvolto centinaia, migliaia di persone. E ha prodotto ben più di 4mila firme per accompagnare la petizione popolare del CUDAS Ischia, a sostegno della richiesta di riconoscimento di Ischia quale ZONA DISAGIATA. L’unico meccanismo, come vanno ripetendo da mesi gli operatori, i tecnici e gli esperti del settore, per garantire sull’isola il personale necessario al funzionamento dei servizi essenziali, con particolare riguardo agli addetti della sanità. La soluzione di lungo periodo, che dovrebbe/potrebbe mettere fine alla lunghissima stagione delle toppe, spesso inadeguate, ai tanti buchi che si riscontrano negli organici dei vari ruoli soprattutto in ospedale, ma anche sul territorio. La proposta che avanzano responsabilmente gli ischitani alle istituzioni, che hanno ovviamente il compito di tradurla in norme e regolamenti finalizzati all’obiettivo di rendere  Ischia una SEDE DI LAVORO NORMALE, non più evitata, rifuggita, detestata come lo è oggi, per via del mare che complica indubbiamente la vita dei lavoratori pendolari.

Negli ultimi mesi si sono dati da fare in tanti. Cittadini che hanno fatta loro questa battaglia, decidendo non solo di apporre la loro firma, ma di andarla a chiedere, motivandolo, a parenti, amici e conoscenti. Cittadini attivi e consapevoli che sono andati a prendere le firme porta a porta, che hanno esposto i moduli nelle loro attività commerciali, nei luoghi di riunione, nelle parrocchie, e nei luoghi di lavoro per coinvolgere pure i colleghi. Uomini e donne che si sono fatti portavoce e sostenitori di una causa, nell’interesse comune, dando un contributo decisivo all’iniziativa lanciata dal Cudas.

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Primo firmatario il vescovo PIETRO LAGNESE, che ha voluto condividere personalmente anche stavolta la battaglia per una sanità più rispondente alle esigenze degli isolani, anche la Chiesa ischitana ha dato il suo generoso apporto. E molte associazioni hanno fatto la loro parte, diffondendo la petizione tra iscritti  e simpatizzanti. Una bella catena di solidarietà e impegno corale, per raggiungere tutti insieme un obiettivo comune importante, necessario- Per far arrivare forte e chiara la voce dell’isola ai destinatari istituzionali al di là del mare: il Presidente della Repubblica, il Ministro della Salute, il Presidente della Regione, i Sindaci, la dirigenza dell’Asl Na2 Nord. Tutti coloro che hanno voce in capitolo, competenze e responsabilità per dare concretezza alla richiesta isolana.

Oltre 4mila firme, che continuano a crescere. Perchè dopo la conferenza stampa di presentazione di ieri mattina al Calise, continuano ad arrivare altre firme, incrementando ulteriormente quel corposo fascicolo che racchiude la volontà di tanti isolani, residenti nei sei Comuni. Anche se molti forestieri avrebbero voluto firmare, dopo aver conosciuto il motivo di quella petizione: creare le condizioni minime per garantire all’ospedale che serve isolani e forestieri il personale sufficiente che oggi non ha. Medici, infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici e amministrativi. Con l’istituzione della zona disagiata chi dovrà venire da fuori potrà contare su incentivi e condizioni di lavoro più favorevoli, a compensare gli inevitabili e indiscutibili disagi del pendolarismo con il mare di mezzo.

A tutti, ai tanti isolani che hanno firmato e partecipato attivamente alla raccolta firme, la presidente del Cudas, GIANNA NAPOLEONE, ha rivolto il ringraziamento riconoscente del Comitato. Che, dopo aver recuperato i moduli ancora in giro, procederà, come ha spiegato il vicepresidente EGIDIO FERRANTE, a far arrivare l’istanza sottoscritta a chi dovrà farsi carico della sua valutazione e concretizzazione.

E intanto lunedì mattina, domani, l’annunciato SIT IN DAVANTI AL RIZZOLI DALLE 10.30 alle 12.30 ribadirà ancora una volta la ferma volontà di raggiungere il riconoscimento di Ischia Zona Disagiata, per uscire dalle sabbie mobili della carenza di personale, che rischiano di inghiottire i servizi sanitari e i Livelli Essenziali di Assistenza sulla nostra isola.

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