Ora Giugliano ha l’Oncologia Dipartimentale, negata a Ischia dopo 18 anni all’avanguardia

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Foto Qui Ischia

Ancora una volta ci stanno trattando da cittadini, utenti, pazienti di serie B. I  dirigenti dell’Asl Na2 Nord, in primis ovviamente il direttore generale D’Amore, hanno deciso ancora una volta di fare figli e figliastri, con le isole relegate tra i secondi, nell’organizzare i servizi oncologici sul territorio di loro competenza. Con il primo ottobre, infatti, è scattata presso l’ospedale “SAN GIULIANO” di Giugliano l’attivazione dell’UNITA’ OPERATIVA SEMPLICE DIPARTIMENTALE DI ONCOLOGIA, che avrà così garantita la sua autonomia da Pozzuoli, perdipiù con la conferma come responsabile del dottor Incoronato, che aveva fatto nascere e curato il servizio fino all’altro ieri. Tutto il contrario del TRATTAMENTO DI SFAVORE riservato, invece, all’omologo servizio di Oncologia di ISCHIA, che invece da oggi dipenderà dall’ospedale di Pozzuoli oltre ad essere affidato ad una nuova responsabile, che dovrebbe prendere servizio tra poche ore in via Mirabella, in luogo del dottor ROBERTO MABILIA, che ha fondato dal nulla l’Oncologia a Ischia diciotto anni fa, quando a Giugliano  e in gran parte dell’attuale territorio della Na2 Nord non ve n’era ancora traccia.

E dire che ERANO PARTITE ALLA PARI, ISCHIA E GIUGLIANO. Tutte e due previste come Unità operative semplici dal Piano ospedaliero elaborato dall’allora dirigente Giuseppe Ferraro, che comunque già con quell’atto aveva dato un COLPO ALL’AUTONOMIA del servizio ischitano, posto sotto il controllo dell’ospedale di Pozzuoli, sede di una Unità operativa complessa di Oncologia, peraltro privata inspiegabilmente di posti letto quando avrebbe dovuto essere potenziata.

Tuttavia, seppur già ridimensionato il servizio isolano, perfino con Ferraro erano partite alla pari, Ischia e Giugliano. Poi qualcosa è successo che ha inspiegabilmente diversificato le posizioni dei due centri oncologici, creando appunto FIGLI E FIGLIASTRI. Sotto la direzione del manager ANTONIO D’AMORE, il servizio in terraferma è stato promosso come Unità operativa semplice DIPARTIMENTALE, aggettivo quest’ultimo che le garantisce l’autonomia di cui godeva dall’inizio, con la piena conferma del suo dirigente “storico”.

Per il servizio isolano, invece, si è confezionata una RETROCESSIONE in piena regola, negando la dimensione dipartimentale, che pure l’anno scorso era stata chiesta dalle migliaia di ischitani scesi in piazza su iniziativa del Cudas, per rivendicare tra l’altro il giusto riconoscimento dovuto ad un Servizio di oncologia SEMPRE ALL”AVANGUARDIA IN QUESTI 18 ANNI DI ATTIVITA’, SUL PIANO DELLA QUALITA’ E APPROPRIATEZZA DELLE CURE E PER LA CAPACITA’ INNOVATIVA dimostrata. Un punto di forza, il centro di via Mirabella piccolo solo per le dimensioni della sede, non solo per la sanità dell’isola, ma dell’intera Azienda a nord di Napoli, visto che a Ischia sono state mutuate dalle migliori realtà italiane e sperimentate e concretizzate con successo esperienze che poi sono diventate patrimonio di tutta l’Asl. E non è certo un caso se la “piccola” (come la definisce D’Amore) Oncologia isolana ha potuto e saputo in questi anni confrontarsi e collaborare con i centri di riferimento più importanti e di eccellenza in Campania, tra i quali di sicuro non rientra l’ospedale di Pozzuoli. Sotto il cui controllo, invece, è stata ora posta l’Oncologia di Ischia, con grave PENALIZZAZIONE PER L’UTENZA. Che sarà ora indirizzata “d’ufficio”, in caso di necessità di cure di livello superiore, a Pozzuoli, dove non vi sono neppure posti letto dedicati.

Per non parlare dell’arrivo, tra poche ore, della nuova responsabile del Servizio di via Mirabella, che non si capisce neppure dove potrà insediarsi, visto che i minimi spazi di cui dispone l’Oncologia presso il Presidio San Giovan Giuseppe non consentono neppure l’aggiunta di una sedia, figuriamoci di un’altra scrivania o di un ufficio. Questo per dire che l’assegnazione di un nuovo responsabile non ha tenuto in alcun conto la situazione reale del centro isolano, l’enorme e ottimo lavoro fatto per 18 anni dall’équipe medica formata da Mabilia e Matarese, il rapporto di proficua collaborazione che si è creato sia con l’ospedale “Rizzoli” che con il territorio,  compresi i medici di base. Ciò che ha consentito e consente di assistere e seguire al meglio i pazienti in tutto il percorso terapeutico, senza trascurare peraltro anche una significativa attività di prevenzione.

Ma se era già di per sé incomprensibile, incongruo (anche dal punto di vista dell’ottimizzazione delle risorse umane ed economiche) e inappropriato il trattamento riservato all’Oncologia di Ischia, considerata dai vertici di Frattamaggiore alla stregua di un servizio di serie Z, alla faccia della considerazione di cui gode anche fuori della Campania (a dimostrarlo anche la partecipazione come relatori di Mabilia e Matarese ad un importante convegno nazionale il 5 ottobre),  diventa INACCETTABILE alla luce del riconoscimento assegnato a Giugliano. Non che la popolosa città dell’hinterland non lo meritasse, intendiamoci, ma non più o diversamente da Ischia.

E’ un caso che il Sindaco di Giugliano, influente componente del Comitato dei Sindaci dell’Asl, sia – come si dice - molto attento anche alle questioni sanitarie e molto attivo nella tutela degli interessi della sua città e dei suoi concittadini, come è giusto e sacrosanto che sia? Ed è sempre un caso, invece, che i nostri (ben sei) SINDACI isolani siano COSTANTEMENTE ASSENTI sul fronte sanitario, tanto da non riuscire a bloccare la CONTINUA E CRESCENTE EROSIONE  dei servizi sanitari operata negli ultimi anni prima a Monteruscello e ora a Frattamaggiore?

Il peso politico dei nostri amministratori al di là del mare è pari a zero e le vicende sanitarie ne sono la cartina di tornasole. Come conferma il pasticciaccio dell’Oncologia. Intanto a pagarne le spese sono i MALATI e le loro famiglie, che rischiano di veder stravolto un SERVIZIO DI PRIM’ORDINE, capace di offrire un ottimo livello di prestazioni sul piano della qualità e dell’umanizzazione dei percorsi di cura.

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