Gli operatori socio-sanitari (Oss) privati, che prestano la loro attività al “Rizzoli” e negli altri ospedali dell’Asl Na2 Nord nell’ambito dell’appalto per i servizi psichiatrici, in scadenza il 31 ottobre, continueranno a svolgere la loro attività per altri 4 mesi, fino al prossimo febbraio. Oggi è arrivata da Frattamaggiore la delibera di proroga che salva il posto di lavoro alla decina di operatori dipendenti della cooperativa Accaparlante che, dopo la chiusura della SIR nel 2015, erano stati dislocati dall’Asl negli ospedali con pesantissime carenze di personale, a cominciare da quello isolano. Un intervento ponte, in attesa che vengano a luce il CONCORSO pubblico per titoli e colloquio per 10 operatori Socio Sanitari e l’AVVISO PUBBLICO, per altri 10 operatori, entrambi banditi nella giornata di oggi.
Sarebbe stato davvero un bel problema, se l’Azienda non fosse intervenuta con questa proroga in tempo utile per scongiurare una situazione ancora più pesante dell’attuale negli ospedali interessati. In particolare, il “Rizzoli”, riconosciuto come il più carente di personale di tutta l’Asl, si sarebbe ritrovato in enormi difficoltà, se avesse dovuto fare a meno pure dei 5 Oss “in prestito”, comunque pochissimi rispetto alle reali necessità del nosocomio lacchese. Dove non sono mai arrivati gli annunciati e attesi rinforzi da Salerno, fino a rendere talmente rari gli operatori socio-sanitari da costringere gli infermieri a svolgere anche le loro mansioni.
Un provvedimento necessario, che salva posti di lavoro, aprendo anche una prospettiva per il dopo, con il concorso e l’avviso pubblico, che consentiranno 20 assunzioni stabili. E si spera che possa trarne beneficio anche l’ospedale isolano, visto che la carenza attuale di Oss, anche con l’innesto dei 5, è sempre più insopportabile.
Molto specifica e selettiva, la proroga riguarda solo la posizione degli operatori socio-sanitari. Nulla è stato deciso, nessun intervento è stato fatto per quanto riguarda i servizi appaltati fino al 31 ottobre, martedì prossimo. Permane, dunque, la più TOTALE INCERTEZZA circa il futuro prossimo dei servizi psichiatrici sopravvissuti ai tagli da macelleria sociale degli ultimi anni. L’Asl non ha finora dato alcuna risposta sul destino delle case-famiglia né dei minimi servizi del Centro diurno, compreso il Giardino dell’Amicizia. Quando, a Frattamaggiore, saranno ritenuti degni di attenzione anche questi servizi essenziali all’utenza, che sono oggi incredibilmente in pericolo?
Intanto, si addensano nubi quanto mai minacciose sul futuro prossimo dei “PULCINI SPERDUTI”. Per contrastare ogni ipotesi e progetto di trasferimento “aum aum” in strutture della terraferma che negherebbero loro ogni possibilità di vita “normale”, come l’hanno conosciuta negli ultimi 20 anni, il CUDAS ha organizzato il 31 ottobre un SIT IN DI PROTESTA davanti alla sede del Distretto sanitario 36 in via Alfredo De Luca. Speriamo che questi ultimi giorni portino consiglio ai vertici dell’Asl a Frattamaggiore.