Pochi giorni alla scadenza del 31 ottobre, che ne sarà dei servizi psichiatrici a Ischia?

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Foto Qui Ischia

Manca una settimana ormai. Alla fine del mese e alla scadenza dell’appalto per la gestione delle case famiglia e del Centro diurno quasi “desaparecido”, ovvero quel poco che resta dell’assistenza psichiatrica sull’isola d’Ischia. E a Frattamaggiore non hanno ancora battuto un colpo né minimamente chiarito cosa pensano di fare per i pazienti dal futuro sempre più incerto e per il personale che rischia il posto. Senza dimenticare l’utenza che non trova più sul territorio le risposte di cui avrebbe bisogno e che le leggi dello Stato le garantiscono, ma qui a Ischia solo sulla carta. Una deriva che suggella lo sfacelo risalente al periodo di commissariamento IOVINO, senza che da allora si sia fatto il più piccolo passo per uscire dall’emergenza e avviare la necessaria ricostruzione dalle macerie riconosciute dallo stesso direttore generale D’AMORE. Che non ha trovato però il tempo e il modo di essere conseguenziale alla sua obiettiva e puntuale valutazione della situazione, messa per iscritto già poco dopo la sua nomina.

Non è solo un appalto in discussione, ma il destino dell’assistenza psichiatrica sull’isola. Perchè è legato all’appalto in scadenza l’utilizzo della BAIA VERDE  (che è una struttura accreditata della cooperativa appaltante, non dell’Asl) come struttura residenziale per i residenti delle case famiglia attivate a Ischia, compresi quelli che restano degli ex abitanti della SIR VILLA ORIZZONTE. Senza definire il rapporto tra l’Asl e chi si occupa concretamente di quei pazienti, cosa li aspetta?

Che ne sarà di loro dal 1° novembre in poi? Che tipo di assistenza sarà loro garantita? A quali livelli, con quali modalità, con quali eventuali costi? A quali  condizioni per l’Asl e rispetto ai singoli, considerato che perlopiù non sono persone in grado di pagare di tasca loro (o delle loro famiglie) le rette praticate in certi tipi di strutture, abbondantemente al di sopra dei mille euro?

E CHE NE SARA’ DEI “PULCINI SPERDUTI” orfani della Sir, che sarebbero finiti chissà dove, se non fossero stati seguiti ancora dalla cooperativa appaltante, benchè proprio loro non fossero più previsti all’indomani della chiusura di Villa Stefania?

Non pensassero, a Frattamaggiore, di “sistemare” anche loro in qualche struttura napoletana moderno manicomio, perchè è stato già scandaloso il destino riservato ai fratelli DELL’AQUILA, uno dei quali è MORTO lontano dall’isola, dalla sua famiglia, dai suoi affetti, dalla vita nuova che Villa Orizzonte gli aveva fatto conoscere e apprezzare dopo decenni di manicomio. Peraltro, la permanenza nelle strutture della terraferma costa assai più di una Sir a Ischia, per cui non c’è giustificazione economica che tenga a certe scelte fortemente penalizzanti per gli utenti. Scelte che hanno fatto STRAME DELLA LEGGE 180, DEL SUO SPIRITO E DELLE SUE FINALITA’.

E che fine farà il poco che resta del CENTRO DIURNO, che ha già ricevuto colpi durissimi dalla perdita di spazi e locali propri da parte dell’Unità operativa di Salute mentale di Ischia, ristretta in due “stanzulelle” a Villa Romana? In particolare, che ne sarà del GIARDINO DELL’AMICIZIA, ultimo baluardo di un’attività di riabilitazione che a Ischia  da un paio d’anni è legata solo a quel pezzo di terra concesso dal Comune d’Ischia e coltivato da utenti ischitani e procidani?

Manca una settimana alla scadenza dell’appalto da cui dipendono tutti questi servizi. L’Asl deve garantire che non vengano meno, che chiunque li gestisca, lo faccia, senza soluzione di continuità, dal 1° novembre. Possibilmente ripristinando i livelli di assistenza precedenti alla distruzione partita con la chiusura di Villa Orizzonte.

COME HANNO INTENZIONE, A FRATTAMAGGIORE, DI SALVAGUARDARE I DIRITTI DELL’UTENZA PSICHIATRICA GIA’ OLTREMODO PENALIZZATA DELL’ISOLA D’ISCHIA? RESTANO POCHI GIORNI PER CAPIRLO…

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