Zona disagiata, pure D’Amore riconosce che è necessaria e i Sindaci, quando si muovono?

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Foto Qui Ischia

La prima volta, il direttore generale dell’Asl Na2 Nord, D’Amore, ne aveva parlato in occasione del primo e unico incontro avuto con il Cudas, a Monteruscello. A proposito della gravissima carenza di personale che affliggeva l’ospedale e le strutture sanitarie isolane. Era il settembre 2016 e partì da lì la mobilitazione sulla “ZONA DISAGIATA” come antidoto alle difficoltà di reperire personale da destinare all’isola. Un problema ancora tristemente attuale, sia per quanto riguarda i buchi negli organici delle varie figure professionali sanitarie attive a Ischia sia per il reclutamento. Anche gli ultimi tentativi esperiti dall’Azienda sanitaria sono stati un buco nell’acqua. Ischia resta uno spauracchio, la SEDE DA EVITARE. E, a quanto pare, non c’è bando o avviso pubblico o chiamata diretta dalle varie graduatorie che tenga.

Lo ha riconosciuto lo stesso D’Amore, qualche giorno fa, quando è stato a Ischia per un convegno sul termalismo. E ha ancora sostenuto che l’unica via d’uscita per rinforzare i ranghi del personale sanitario, ormai ridotto ai minimi termini, è quella della dichiarazione di zona disagiata, che potrà garantire CONDIZIONI più FAVOREVOLI per chi accetterà di lavorare sull’isola. Una presa di posizione importante, che evidenzia neppure troppo implicitamente che quell’obiettivo non è affatto cosa fatta, ma c’è ancora parecchio da lavorarci.

Finalmente, verrebbe da dire. Perché, sebbene fosse stato il primo ad evidenziarne la necessità, D’Amore in seguito aveva frenato parecchio. Anzi, se si fossero seguite le sue indicazioni, la mobilitazione popolare su questo obiettivo si sarebbe bloccata sul nascere. Poco più di un anno fa, addirittura, in occasione di un altro convegno, promosso a Ischia dall’appena istituito Dipartimento per il Termalismo, rifiutando ogni contatto e dialogo con il Cudas che manifestava proprio per la Zona Disagiata, il direttore generale in persona annunciò di aver appena ricevuto una telefonata dal presidente De Luca, che gli aveva assicurato essere il riconoscimento di “Zona Disagiata” per l’isola come IMMINENTE.

Davanti a quello “scoop” sarebbe stato naturale tirare i remi in barca e interrompere ogni iniziativa, tanto l’obiettivo era “imminente”. Ovvero, questione di giorni, al massimo di qualche settimana, a voler esagerare.

Ma quale fosse la reale durata di quell’”imminente” non si è mai capito. Perché di tempo ne è passato tanto, molto più di settimane… E per fortuna nessuno prese alla lettera quell’annuncio né la previsione annessa. Che non si è poi realizzata. E alla fine se n’è accorto pure D’Amore, che aveva ecceduto in ottimismo, usando impropriamente l’aggettivo “imminente”. C’è voluto un anno eh, ma adesso il manager ha dovuto convenire che la “zona disagiata” ancora s’ha da fare. E che non è neppure in agenda di chi dovrebbe formalizzarla, tanto che ha dichiarato che continuerà a impegnarsi per ottenerla.

Intanto, nel dubbio che qualcuno al di là del mare se ne ricordasse – e se ne ricordi – seriamente, il Cudas ha avviato mesi fa la PETIZIONE a sostegno della richiesta di “Zona Disagiata”, raccogliendo MIGLIAIA DI FIRME di cittadini dell’isola d’Ischia. Che sono una base forte a supporto delle iniziative che eventualmente dovesse attivare D’Amore e soprattutto delle annunciate rivendicazioni dei Sindaci isolani, che già più volte hanno dichiarato e rivendicato un impegno in quella direzione  (non solo per la sanità, ma per tutti i settori della funzione pubblica) di cui però ancora non è pervenuto alcun esito.

Pare che proprio gli amministratori locali si sarebbero convinti che per la “Zona disagiata” ci vuole una LEGGE ad hoc. E avrebbero in animo di proporre questa idea al ministro degli Interni MINNITI, con cui sono in contatto dal dopo terremoto e con cui si sono incontrati già varie volte. Ma quando pensano di esplicitare questa richiesta, che è diventata quanto mai URGENTE, considerate le carenze di personale che stanno minando fortemente il funzionamento dell’ospedale e della SANITA’ pubblica isolana e mettendo in ginocchio l’amministrazione della GIUSTIZIA? Non c’è più tempo da perdere, non è più tempo di rinvii, di temporeggiamenti, di attesa di non si sa cosa. E’ ora di muoversi, anche per i primi cittadini isolani, sulle QUESTIONI NODALI per la comunità. Il G7 è passato e ci restano tutti i problemi di prima. Enormi.

QUANDO COMINCERANNO A FARE FINALMENTE SUL SERIO?

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