Dopo la “cura Iovino”, l’Asl di D’Amore assesta un altro colpo alla Salute mentale sulle isole

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CHIUSO!!!! – Foto Qui Ischia

Anche stamattina hanno ritirato il misero sacchetto trasparente con due panini, la fetta di formaggio e la mela nel parcheggio davanti a Villa Romana. Fino all’altro ieri, erano i più disastrati tra gli utenti del CENTRO DIURNO della Salute mentale, ormai ridotto ai minimi termini sulla nostra isola, dopo la perdita di una struttura dedicata, due anni fa. D’ora in poi potranno essere considerati quasi dei “privilegiati”, gli unici ad usufruire ancora di un servizio al di là della distribuzione di qualche farmaco, visto che i panini e la mela sono i “pasti” confezionati nella cucina dell’ospedale ed erogati per contratto dalla ditta appaltante per conto dell’Asl.

Peggio di loro si sono ritrovati all’improvviso i sofferenti psichici che da qualche anno coltivavano il terreno dell’ex vivaio comunale, nel centro di Ischia. Anche per il GIARDINO DELL’AMICIZIA, come per il piccolo miracolo di umanizzazione/socializzazione che vi era cresciuto intorno, è arrivata la FINE. E i pazienti che vi si dedicavano con tanta passione, in ogni stagione dell’anno, non avranno più la loro oasi, l’orto che li gratificava con frutti copiosi, i fiori rigogliosi che attiravano l’attenzione e i complimenti dei turisti. Non avranno più un motivo per uscire di casa e attraversare l’isola ogni giorno per raggiungere il giardino dietro la Piazzetta nè per venire tre volte alla settimana da Procida per quel fazzoletto di terra da curare con amore.

L’epilogo della breve, ma intensa storia del Giardino dell’Amicizia, è una delle conseguenze del mancato rinnovo, da parte dell’Asl Na 2 Nord, dell’appalto sulla gestione del Centro Diurno e delle case alloggio alla cooperativa che aveva seguito fin dall’istituzione, vent’anni fa, anche la Sir Villa Orizzonte. In queste ore, dalla scadenza dell’appalto scoccata alla mezzanotte di martedì, è in atto una piccola rivoluzione, che riguarda tutto quel pochissimo che restava della Salute Mentale isolana, che alla fine degli anni Novanta era un modello di efficienza e di appropriatezza delle risposte terapeutiche sia nell’allora Asl flegrea che in tutta la Campani. Esempio positivo tra i rarissimi offerti nel Mezzogiorno. Tutto questo prima della sconsiderata chiusura di Villa Orizzonte, dell’avventura disastrosa di Villa Stefania, della perdita di buona parte degli spazi vitali dedicati all’utenza con il trasferimento della sede dell’Unità operativa Salute Mentale nelle due stanzette “just just” a Villa Romana. In quel quadro di SMOBILITAZIONE decretato dalla commissaria IOVINO due anni fa, si era salvato – con non poca fatica degli operatori – solo il Giardino dell’Amicizia, frutto di una felice collaborazione tra il Comune (proprietario dell’area con la serra), la Salute mentale e la cooperativa, senza dimenticare i volontari e le associazioni che avevano donato supporti e strutture. E durante l’estate scorsa, il giardino/orto aveva fatto da cornice a diversi incontri culturali, compresa la presentazione di alcuni libri.

Un anno fa, in occasione del primo incontro tra il commissario D’AMORE e il Cudas, quest’ultimo chiese che fossero ripristinati i servizi “sospesi” a cominciare dalla Sir. Si è visto in questi ultimi giorno che riscontro c’è stato da parte del manager: ZERO!

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Foto Qui Ischia

D’Amore aveva risposto durante quell’incontro che si sarebbe dovuta attendere la nuova dirigenza del Dipartimento di Salute mentale, passaggio necessario per avviare il recupero di un settore in crisi, convenendo anch’egli di aver trovato al suo insediamento solo macerie. Da allora, si sono susseguiti due dirigenti a capo del Dipartimento, il terzo, DI MUNZIO, è in carica da pochi giorni, ma non c’è stata alcuna attesa riorganizzazione della Salute mentale né tanto meno il suo rilancio. Anzi, ora si può considerare completata l’OPERA DI SMANTELLAMENTO. La PARS DESTRUENS, insomma, ha prevalso in tutto e per tutto sull’auspicata e necessaria PARS CONTRUENS. Complimenti!!!

 Allo stato, sull’isola, con ricadute pure su Procida visto che servivano pure l’utenza procidana, sono stati cassati la SIR e il CENTRO DIURNO con tutte le sue articolazioni e varie attività, mentre i gruppi appartamento sono stati accorpati a Baia Verde, che è la struttura SOCIO-SANITARIA accreditata dalla cooperativa con cui è appena scaduto l’appalto. Degli utenti che lì sono stati alloggiati negli ultimi mesi, già il 31 ottobre sul tardi ne sono stati trasferiti presso altre strutture (una a Napoli) due. Gli altri residenti dovranno farsi carico ora, mancando la copertura dell’Asl, dei costi dell’accoglienza e dell’assistenza nell’ex albergo foriano, che pare ammontino a circa 50 euro al giorno, ovvero 1500 al mese, che è cifra compatibile con le rette che girano nel settore. Ma come possono coprire costi così, utenti che tra la misera pensione e (chi ce l’ha) l’assegno di accompagnamento rastrellano  a mala pena la META’ DI QUELLA CIFRA?

Chi si fa carico delle necessità di un’utenza bisognosa di cure, assistenza e riabilitazione che non ha di che permetterselo? In che modo lo Stato garantisce i diritti di cittadini malati, deboli, senza terre al sole, con l’aggravante di risiedere su un’isola?

L’ASL SI STA DISIMPEGNANDO, in prosecuzione della strategia della Iovino, attraverso il riconoscimento di tutti i pazienti come “socio-sanitari”, compresi gli ex residenti Sir, perfino quelli provenienti dai manicomi che sono il più debole e indifeso anello della catena. Uomini e donne “che non hanno voce”, come ha perfettamente sintetizzato nella sua lettera ai Sindaci il VESCOVO DI ISCHIA LAGNESE.

Una spending review che libera l’Azienda sanitaria dai suoi impegni economici per garantire i livelli di assistenza ai pazienti psichici isolani, scaricandoli su di essi e/o sui Comuni, che è noto a tutti essere privi delle risorse necessarie per farsi carico di questi ulteriori bisogni. Così, tra l’Asl che non vuole più pagare per erogare l’assistenza appropriata alle reali esigenze dei malati di cui è responsabile e che le spetterebbe e i Comuni, che non hanno la possibilità materiale di sostituirsi all’Azienda, a restare con il cerino acceso in mano sono proprio i malati e le loro famiglie, per chi ce le ha. Una VERGOGNA per un Paese civile che fa parte dei Sette Grandi del mondo, nel 2017. Una vergogna che interroga tutti noi, come cittadini di questo Paese. testimoni di una GESTIONE INACCETTABILE DEI BISOGNI SANITARI, DUNQUE PRIMARI, DI UNA COMUNITA’.

E IN REGIONE, NON HANNO NULLA DA DIRE SULLE SCELTE, LE STRATEGIE, LE MODALITA’ DI GESTIONE DEI SERVIZI SANITARI DELLE ISOLE DA PARTE DELL’ASL DI FRATTAMAGGIORE?

 

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