Senza l’intervento del Vescovo per i “senza voce”, hai voglia ad aspettare l’Asl…

IMG_2650

Foto Qui Ischia

Da mesi, per non dire da anni, gli aggiornamenti erano stati frequenti, ma solo in negativo. Uno dopo l’altro, i servizi psichiatrici sulla nostra isola erano stati sistematicamente smantellati, fino alle sottrazioni più recenti, che risalgono appena alla scorsa settimana. Una lunga sequenza negativa, interrotta solo oggi dall’Asl Na2 Nord, che ha provveduto ad un atto molto atteso, finalmente in controtendenza: l’avviso per trovare immobili da affittare per allocarvi la Sir, il Centro di Salute mentale e il Centro diurno. Ovvero tutti i servizi essenziali messi fuori gioco. Una buona notizia, che non si può fare a meno di collegare alla lettera aperta che il Vescovo PIETRO LAGNESE nei giorni scorsi aveva indirizzato ai sei Sindaci isolani , per invitarli ad un’azione in difesa dei diritti dei cittadini “senza voce”, rispetto alle scelte a dir poco penalizzanti operate dall’Azienda sanitaria. In particolare, la decisione di produrre una netta e non indolore soluzione di continuità proprio il 31 ottobre, con la scadenza, senza alcuna proroga, dell’appalto alla cooperativa che per vent’anni aveva gestito servizi primari di assistenza all’utenza psichiatrica ischitana.

L’intervento diretto del Vescovo, accorato e premuroso nei confronti dei malati “senza voce”, ha fatto nettamente la differenza rispetto al silenzio e all’indifferenza con cui da Frattamaggiore erano state accolte fino ad allora tutte le istanze provenienti dall’isola. E a dimostrarlo ci sono le lettere di risposta che sia il nuovo responsabile del Dipartimento di Salute Mentale, WALTER DI MUNZIO, che lo stesso direttore generale D’AMORE si sono affrettati a inviare al presule, assicurando il loro massimo impegno per garantire i servizi sull’isola e negando l’intenzione di voler allontanare i pazienti psichiatrici dall’isola, affermando anzi che “nessuno ha mai pensato di deportare i nostri pazienti sulla terraferma, lontano dalle famiglie, dalle proprie radici e dalla rete delle relazioni umane di riferimento”. E, in tanta incertezza, che i responsabili aziendali abbiano messo nero su bianco questa assicurazione, fornendola direttamente al Vescovo, è sicuramente una novità significativa e importante. Il primo risultato utile dell’azione di Padre Pietro.

Il secondo risultato concreto è, appunto, l’avviso pubblicato sull’albo pretorio dell’Asl, poche ore fa. Dopo tre anni, si è avviata la procedura per il ripristino sull’isola di una SIR e contemporaneamente per la ricostruzione del Centro di Salute mentale con il Centro diurno, di cui ormai non resta che il ricordo. Meglio tardi che mai verrebbe da commentare. Perchè conoscendo benissimo la data di scadenza dell’appalto, a Frattamaggiore avrebbero potuto – e dovuto – provvedere mesi fa alla delibera di oggi, in modo da premunirsi rispetto alla perdita della “copertura” dei servizi appaltati. Ciò che si è verificato invece il 31 ottobre.

E sorge il dubbio che se il Vescovo non avesse dato voce ai pazienti psichiatrici isolani, a cominciare dai “pulcini sperduti” già residenti nella Sir, l’Asl avrebbe rinviato alle calende greche l’avvio della procedura attivata con la delibera di oggi.

Intanto, il ritardo con cui è stata adottata la delibera odierna ha provocato conseguenze serie per la generalità dell’utenza psichiatrica, particolarmente gravi per qualcuno di loro. Subito dopo il 31 ottobre, c’è chi ha dovuto abbandonare la struttura accreditata di “Baia Verde” (che è della cooperativa che non lavora più per l’Asl), spostato in tutta fretta in altre strutture, mentre qualcun altro è tornato a gravare con i suoi problemi sulle famiglie di provenienza. Alla fine, insomma, per qualcuno lo SRADICAMENTO, l’allontanamento dalle “relazioni umane di riferimento” c’è stato eccome, anche se – unica nota positiva – non è stato trasferito in terraferma.

E gli altri che sono in attesa che riapra la Sir o una struttura corrispondente, nel frattempo, DOVE DOVREBBERO ANDARE, CHI LI DOVREBBE SEGUIRE E ASSISTERE? Per ora, continuano a vivere accuditi e assistiti a Baia Verde. Senza che si sappia ancora chi dovrà farsi carico delle spese corrispondenti. Perchè l’Asl, con la fine del vecchio appalto, non copre più i costi, neppure per i cosiddetti “RESIDUI MANICOMIALI”. Che nella maggioranza dei casi, non hanno risorse proprie sufficienti a mantenersi, date le pensioni da fame, quasi simboliche, che non bastano neppure con l’aggiunta dell’assegno di accompagnamento. E non hanno alle spalle neppure famiglie che possano farsi carico dei loro bisogni, anzi alcuni NON HANNO PROPRIO FAMIGLIA.

E i COMUNI, su cui ricadrebbe l’onere, hanno già chiarito di non avere risorse da destinare a queste persone. I Comuni, in particolare quello di Ischia, contestano i modi e i tempi con cui l’Asl avrebbe cercato di scaricare su di loro la spesa per i PAZIENTI PSICHIATRICI CRONICI. Che in questa fase sono a tutti gli effetti FIGLI DI NESSUNO.

E che dire degli UTENTI DEL CENTRO DIURNO, che non hanno più neppure il GIARDINO DELL’AMICIZIA e sono lasciati a vagare per le strade, senza poter più contare su nessuna attività di supporto, un posto dove andare, una struttura organizzata a cui rivolgersi?

In attesa che sia riattivata una nuova Sir insieme agli altri servizi di assistenza psichiatrica, si sono create tante situazioni critiche, di difficoltà reale per persone sofferenti già con un passato clinico importante. Come mai a Frattamaggiore non hanno pensato di fare mesi fa la delibera di oggi, in vista della ben nota scadenza del 31 ottobre? O di provvedere alla proroga dell’appalto fino all’apertura delle nuove strutture, per GARANTIRE LA NECESSARIA E DOVEROSA CONTINUITA’ DI ASSISTENZA AI MALATI?  E’GRAVE CHE NON CI SI SIA PENSATO.

E per fortuna che il Vescovo si è fatto carico di dare voce ai “senza voce”. Sennò con i tempi biblici e le “dimenticanze” che hanno caratterizzato l’azione dell’Asl rispetto alla Salute mentale di Ischia, campa cavallo!!!

What Next?

Recent Articles