Tre anni fa s’inaugurava il Giardino dell’Amicizia, un altro servizio negato e impegno tradito

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Foto Qui Ischia

“Chi si aspetta di guardare o leggere del taglio del nastro o dei discorsi ufficiali e istituzionali pronunciati per l’inaugurazione del GIARDINO DELL’AMICIZIA, presso  il VIVAIO COMUNALE di Via Ferrante d’Avalos a Ischia, dovrà cercare altrove. Il blog personale mi consente la libertà di fare delle scelte e in questo caso ho deliberatamente deciso di escludere quei momenti dal resoconto di quella che è stata comunque una bella mattinata di partecipazione e coinvolgimento della comunità in una iniziativa di notevole valore sociale e civile del Centro di Salute Mentale isolano. Ma con l’emergenza gravissima che permane circa la condizione e la sorte della SIR VILLA ORIZZONTE, a pochi chilometri dall’oasi nel cuore di Ischia, una pesantissima spada di Damocle che pesa sul futuro dell’assistenza psichiatrica isolana, già falcidiata dall’Asl negli ultimi anni, non c’è motivo – per quanto mi riguarda – di enfatizzare l’azione di gruppi dirigenti e di dare spazio a dichiarazioni di circostanza e a discorsi d’occasione. Ci sarà tempo per questi aspetti “ufficial-mondani” e per le vetrine anche su QUI ISCHIA - e lo spero fortemente – quando si troverà una soluzione per l’allocazione della Sir e del Centro diurno all’altezza di un paese civile e, possibilmente, della qualità dei servizi psichiatrici che abbiamo avuto all’epoca del dirigente (e fondatore) della Salute mentale isolana, ALFONSO GAGLIO”.

Era il 14 novembre 2014 e QUI ISCHIA, nel raccontare l’apertura del nuovo GIARDINO DELL’AMICIZIA a Ischia,  scelse deliberatamente di dare un taglio a tutto il repertorio di belle parole e promesse solenni che fu sciorinato in quell’occasione pubblica dagli illustri relatori. In particolare, dai rappresentanti della Salute Mentale, che non lesinarono retorica nel glorificare la nuova attività, ben consapevoli che si stava aprendo un’oasi nel deserto che era stato già creato nel settore della Salute mentale dalla sistematica azione distruttiva praticata dagli allora vertici dell’Asl. Deserto che ha finito con l’ingoiare anche il Giardino e la bella realtà che gli era cresciuta intorno. IN MENO DI TRE ANNI. Giusto il tempo, insomma, di ILLUDERE DI ILLUDERE GLI UTENTI DEL CENTRO DIURNO, che lì avevano trovato una boccata d’ossigeno alla perdita, già subita, di tutte le altre attività riabilitative praticate nei quasi vent’anni precedenti.

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Foto Qui Ischia

E’ stata bella l’illusione, finchè è durata. Ed è stato confortante e gratificante abbandonarvisi, per la parte degli utenti orfani del Centro Diurno che nell’orto social/terapeutico di via Ferrante d’Avalos avevano trovato una ragione di vita. Uomini e donne che ogni giorno arrivavano da ogni angolo dell’isola, anche da lontano, insieme ai due amici procidani, che fosse bello o cattivo tempo, per il piacere di seminare e far crescere ortaggi di stagione, di coltivare piante fiorite e alberi da frutta, di continuare a condividere i momenti comuni di discussione, sostegno reciproco, il pranzo  tutti intorno ad un tavolo, mentre per gli altri utenti del Centro era rimasta solo la miserevole distribuzione di panini fuori Villa Romana.

Per (quasi) tre anni il Giardino è stato un LUOGO DI ACCOGLIENZA carico di umanità, capace di continuare a garantire un percorso riabilitativo ai suoi utenti, che poi ne erano i creatori/realizzatori. E, con loro, ha accolto tanti ischitani e turisti che, affascinati da quell’esperienza nel cuore del paese, si intrattenevano a parlare, si fermavano a visitare quell’angolo coltivato dietro alla Piazzetta, offrivano il loro contributo con regali di semi, piante, attrezzi. Durante l’estate appena trascorsa ha accolto anche appuntamenti culturali e qualche iniziativa del Garden Club, che aveva donato un gazebo. Così come  avevano contribuito all’allestimento del Giardino i Rotary, con una donazione iniziale e la partecipazione all’acquisto della casetta in legno usata come sala riunioni e sala da pranzo.

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Foto Qui Ischia

Tutto cancellato allo scoccare della mezzanotte del 31 ottobre scorso, con la fine dell’appalto alla cooperativa, che si è portata via pure quest’ultimo baluardo del Centro diurno da tempo “desaparecido”. E dire che in quel giorno dell’inaugurazione, grande enfasi era stata data al PROGETTO  ORTO-ALLENA-MENTE, che il SERVIZIO DI SALUTE MENTALE aveva condiviso con il COMUNE D’ISCHIA , che aveva reso disponibile l’ex vivaio comunale in abbandono con la formula del comodato d’uso. E l’ente locale, proprietario del terreno e della vecchia serra, non è venuto meno al suo impegno, per cui l’attività degli utenti del Centro diurno sarebbe potuta e ancora potrebbe continuare come prima. Se non fosse che sono venute meno la presenza e l’assistenza degli operatori i quali , facendo capo alla cooperativa, con la fine dell’appalto non hanno più alcuna copertura per proseguire il lavoro.

A Frattamaggiore, dove sostengono di prendersi tanta cura della sanità sulla nostra isola e in particolare della condizione dei pazienti psichiatrici, non si sono fatti nessun problema a chiudere l’ESPERIENZA STRAORDINARIA del GIARDINO DELL’AMICIZIA, dando l’ultimo colpo al poco che rimaneva del servizio della salute mentale a Ischia. Non si sono fatti nessuno scrupolo di mandare all’aria il percorso riabilitativo degli utenti, non meno salvavita dei farmaci che devono assumere i malati cronici delle varie patologie, comprese quelle psichiche più gravi. Nè si sono preoccupati o premurati, ben conoscendo la scadenza del 31 ottobre, di predisporre qualche soluzione in modo da evitare ogni interruzione al servizio erogato. Non se ne sono “ricordati” proprio del Giardino, delle persone che ne beneficiavano, di che fine avrebbe fatto il progetto ORTO-ALLENA-MENTE.

CHIUSO, DALLA SERA ALLA MATTINA, SENZA SE E  SENZA MA.

Con i lucchetti ai cancelli, il Giardino dell’Amicizia è stato archiviato. Ne restano le insalate che crescono rigogliose nel campetto con le colture invernali e la distesa di piante di fragole sotto i giovani alberi da frutto piantati in questi anni. E la SOLITUDINE, l’ISOLAMENTO, il SENSO DI ABBANDONO degli utenti/artefici del Giardino, che hanno perso il loro riferimento. Un triste epilogo per una bella, edificante storia di buona sanità. VERGOGNA!!!

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