Il Miele di Ischia, nei dolci di Natale i profumi e i colori dei mille fiori dell’Isola Verde

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Foto Qui Ischia

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E’ una presenza insostituibile nella maggior parte delle ricette dolci natalizie della nostra tradizione. E negli struffoli trova il suo indiscutibile trionfo. Cos’altro potrebbe tenere insieme, in modo tanto piacevole alla vista e al gusto, le palline di pasta fritte e i diavolini colorati che concludono in allegria i pasti luculliani delle feste? Così, non c’è cucina isolana in cui in questi giorni sia mancato un vasetto di miele, possibilmente millefiori, perchè è quello, biondo dorato e delicato, che ci vuole per gli struffoli. Per regalare anche all’inverno gli aromi delle copiose fioriture della primavera e dell’estate, passati direttamente dal nettare dei fiori al dolce prodotto dalle api nel periodo per loro più laborioso. Quando gli alveari pullulano di vita e le operaie più adulte vanno avanti e indietro a “bottinare”, per raccogliere quanto più nettare possibile da portare nelle cellette, dove le “costruttrici” si occuperanno di trasformarlo in miele. Una preziosa scorta di cibo per l’inverno. Per loro e per noi, a cui il prodotto delle api arriva comodamente in casa grazie al lavoro di chi si occupa di allevarle, curarle e proteggerle. Anche qui a Ischia.  Per certi versi, un posto ideale  per la vita dei piccoli, laboriosi insetti. Che conquistarono RAFFAELLO BUONO quando aveva appena quindici anni.

Le api che da ragazzino avevano attratto la sua attenzione, avevano casa tra le mura diroccate dell’antica chiesa sconsacrata di FIAIANO. Fu allora che immaginò di volersi dedicare a loro. E non lo dissuase neppure il fallimento del primo tentativo di catturare uno sciame con un semplice “cuoppo” di tela di sacco.  Cambiò pure indirizzo alle superiori, per diventare perito agrario e dare concretezza al suo sogno di lavorare a contatto con la natura. E con le api, naturalmente.

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Non ci si stanca di ascoltarlo, quando racconta con ammirazione, rispetto e amore di quegli insetti a cui la selezione naturale ha regalato il segreto di una complessa e superefficiente vita di gruppo. L’esperienza gli ha rivelato molto della SOCIETA’ DELL’ALVEARE, “ma per avviare questa attività sono state fondamentali le dritte ricevute da un apicultore dell’Emilia Romagna, che incontrai qui, nei primi anni”. La spinta necessaria  a trasformare una passione in un vero lavoro, “che si può fare solo se si ama, non certo per arricchirsi”, e indica il verde della terra coltivata fuori dalla finestra nella mattinata fredda d’inizio inverno. Là fuori ci sono anche le sue api. “Fa freddo – dice – e in questo periodo le api sono nel glomere…”. Cosa? “Sì, si chiama così, è un sistema grazie al quale il gruppo riesce a sopravvivere alle basse temperature. Tutte le api dell’alveare formano una sorta di palla, dove, stando vicinissime, si scaldano e producono tutte insieme il calore che consente loro di resistere. Siccome all’interno del glomere la temperatura è più alta e fuori è più bassa, le api si scambiano il posto a turno. Ma appena esce il sole, escono anche loro”.

Nella tarda mattinata, la temperatura esterna si è molto addolcita. Buono ci fa strada nel viottolo che s’inoltra nel terreno, con magnifica vista sulla sequenza delle isole fino ad abbracciare la costa flegrea. Ci indica una fila di cassette di legno sotto un terrazzamento, in pieno sole. Le api sono uscite e si muovono intorno, solo qualcuna si allontana di qualche metro: “Meglio non mettersi lungo il loro percorso, altrimenti si può entrare in contatto e anche essere punti. Quelle che volano vicino alle cassette stanno deponendo le deiezioni, sempre all’esterno dell’arnia. Le api non sporcano il luogo in cui vivono, perciò il miele e gli altri prodotti dell’alveare sono puliti”.

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Ma escono per nutrirsi in questo periodo? “Qualche giro lo fanno – conferma – finchè c’è il sole, ma non si allontanano. Nei giorni grigi o di pioggia restano dentro”. La scorta per l’inverno, ce l’hanno da parte: il miele è accumulato durante la bella stagione. Ma qualche fiore utile lo trovano anche adesso. Il nostro ospite ci indica tutte le piante “buone per fare il miele”  del suo terreno: il rosmarino e dei fiori gialli molto amati dalle api, mentre si aspettano  borragine e noccioli già prossimi alla fioritura. Le apine spiluccano qua e là nelle vicinanze, ma nulla a che vedere con la sinfonia floreale di primavera, quella buona per il MILLEFIORI PRIMAVERILE, a cui si aggiunge quello ESTIVO. Anche se quest’anno ne hanno fatto molto meno, “e infatti non ne abbiamo più, è già finito”.

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Rispetto alla CRISI DELLA PRODUZIONE di miele denunciata in tutta Italia, Ischia non fa eccezione, purtroppo.  Per gli apicultori, il CAMBIAMENTO CLIMATICO non è un’ipotesi né una voce incontrollata: “Da quattro anni il cambiamento si nota eccome. La produzione è dimezzata. Per le api non vanno bene le condizioni estreme, il troppo freddo e la siccità per tanti mesi”. E si aggravano le infestazioni pericolose. Come quella di varroa, il parassita che può distruggere gli alveari. “Per combatterlo ho provato anche una mistura con il limone. Cerchiamo di usare prodotti naturali per contrastare l’acaro che fa tanti danni. Ma non è facile, perchè qui a Ischia le api non riposano mai completamente durante l’anno, come avviene in altre zone, dove se ne approfitta per gli interventi di contrasto”.Ora poi ci si è messo pure il “cirripede” a fare danno. “I castagneti stanno morendo e non si fa più il MIELE DI CASTAGNO. Prima facevamo sette tipi di miele, adesso non più”. Anche se lui si dà da fare a individuare i posti più favorevoli sull’isola per collocare le sue arnie. Come tornerà a fare in primavera.

Per fortuna, il TERRENO VULCANICO di Ischia fa sì che la percentuale di zuccheri nel nettare dei fiori è molto più alta e così anche il miele è migliore. Apprezzato anche all’estero, dove Buono ha avuto parecchie soddisfazioni. D’altronde, il miele, nella sua naturalità e genuinità garantite dalle instancabili operaie alate, rappresenta e sintetizza a meraviglia le peculiarità e l’unicità del territorio da cui proviene. Un distillato delle proprietà, anche salutari, delle essenze che connotano i diversi ambienti isolani. Il gusto dolce dei mille fiori dell’Isola Verde.

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