A dieci anni dal progetto mancato di Punta Chiarito, l’area archeologica dimenticata

IMG_0928

Ricostruzione della fattoria di Punta Chiarito, Museo Archeologico di Pithecusae- Foto Qui Ischia

L’ultima volta che se n’è parlato in pubblico, è stato tre anni fa. Nella serata finale dell’annuale appuntamento con “Andar per cantine”, organizzata proprio in quell’angolo di paradiso sopra la baia di Sorgeto che non rimase estraneo alla colonizzazione greca dell’isola fin dagli albori. Poi, di nuovo il silenzio più profondo ha avvolto la storia, tanto affascinante quanto misconosciuta e trascurata, di Punta Chiarito. Uno dei siti archeologici più interessanti del Mediterraneo che Ischia, da decenni, si sta concedendo il lusso di tenere nascosto e dimenticato. E dire che quest’anno averebbe potuto festeggiare il decennale della sua sistemazione in parco archeologico, il primo dell’isola. Invece, non se n’è fatto niente e quel progetto è rimasto desolatamente irrealizzato. Fino ad essere  rimosso sia dall’agenda dei pubblici amministratori che dalla  memoria – e dall’impegno – della cittadinanza.

Il nuovo millennio era iniziato da poco, quel 22 marzo del 2004, quando a Napoli, presso il Museo Archeologico, era stato firmato con una certa solennità mutuata dalla sua importanza e particolarità un PROTOCOLLO D’INTESA, tra la Sovrintendenza Archeologica e il Comune di Forio, che avrebbero collaborato entrambi con compiti specifici alla creazione di un PARCO ARCHEOLOGICO in cui, finalmente, sarebbero stati visitabili i resti della cosiddetta FATTORIA DI PUNTA CHIARITO. Tempo quattro anni, questa la scadenza prevista per l’apertura al pubblico, e nel sito di Panza, dopo il completamento dello scavo, si sarebbe dovuto provvedere alla copertura e al restauro di quanto riportato alla luce delle strutture pithecusane, realizzare dei percorsi di visita con adeguata cartellonistica didattica e perfino sistemare, lì dove erano stati ritrovati, dei calchi dei reperti esposti tra il Museo Archeologico di Pithecusae (pochi) e il MANN di Napoli (quasi tutti). Al Comune di Forio, in particolare, sarebbe spettato di consolidare il costone a rischio sul lato di Cava Fumerie e stipulare un accordo con il privato confinante, per consentire l’accesso del pubblico all’area archeologica.

A metà del periodo indicato nell’accordo, nel 2006, si aggiunse ai due contraenti originari anche la Regione, che avrebbe dovuto finanziare il reperimento e l’allestimento nella zona di Panza di locali da adibire ad “ANTIQUARIUM” con i reperti di Punta Chiarito già trasferiti a Napoli.

Ma, al conclusione del quadriennio stabilito, l’unica parte dell’accordo realizzata risultò la messa in sicurezza del costone, del valore di 2 milioni e mezzo di euro,senza la quale avremmo seriamente rischiato che tutto il sito franasse a mare. Per il resto, NULLA DI FATTO. Nessuno degli interventi concordati era stato neppure iniziato!

Tuttavia, gli enti coinvolti, a cominciare dalla Sovrintendenza, continuavano a sostenere la volontà di portare a buon fine il progetto. Da Napoli partì pure qualche lettera, ma senza cambiare nulla. E nell’indifferenza più totale e inquietante del COMUNE DI FORIO,  che sarebbe dovuto essere il promotore più attivo di una iniziativa di grande VALORE CULTURALE, ma anche TURISTICO ed ECONOMICO per il suo territorio. Ma ciò che sembrava già incomprensibile e scandaloso, era niente rispetto all’assenza, all’indifferenza, all’immobilismo che abbiamo registrato in questi ULTERIORI DIECI ANNI DI INUTILE ATTESA.

In quella serata di tre anni fa, quando fu ricordata l’area archeologica dimenticata, Qui Ischia chiese esplicitamente al sindaco DEL DEO se e cosa intendesse fare per realizzare quel progetto di enorme valore per Panza, per Forio e per l’isola tutta. Il primo cittadino, sottolineando di essere ancora quasi all’inizio del suo mandato e di aver dovuto affrontare ben altre priorità ed emergenze, rispose che, dopo aver “completato la fase preliminare di risanamento dell’ente, passeremo alla fase della programmazione, in cui rientra anche il progetto di Punta Chiarito”. E aggiunse che la questione era già all’attenzione della sua compagine amministrativa.

Tanto all’attenzione che il mandato è arrivato al termine senza che si sia neanche più parlato del sito archeologico di Punta Chiarito!!! Che esiste ormai solo nelle tante pubblicazioni scientifiche e giornalistiche dedicate alla sua scoperta e alla sua “lettura” e interpretazione, oltre che nella pubblicità di attività che utilizzano il nome della “fattoria”, mentre è praticamente scomparso sul territorio. Non segnalato, non evidenziato, non curato, praticamente nascosto e invisibile, coperto dalle erbacce e con i teli plastica nera a coprire le importantissime vestigia greche del VII-VI secolo a.C.

A completamento di questa incredibile e sconfortante OPERA DI RIMOZIONE, si registra la totale assenza dell’argomento dalla CAMPAGNA ELETTORALE che il 4 marzo porterà all’elezione della nuova amministrazione comunale di Forio. Del sito archeologico di Punta Chiarito e delle sue enormi potenzialità positive per il territorio e per l’intera isola non parla e non si occupa nessuno, come se non fosse – o meglio, dovesse essere – uno dei temi qualificanti del programma di gestione del Comune più esteso dell’isola nei prossimi anni. E, dunque, della proposta politica di chi si candida a quella gestione. Un silenzio per il quale non ci sono più parole. Intanto, ci stupiamo dei numeri in caduta libera dei flussi turistici. Poveri noi!

IMG_0907

Il louterion di Punta Chiarito al Museo di Pithecusae – Foto Qui Ischia

 

What Next?

Recent Articles