Da Sant’Alessandro a Zaro, stanno seccando anche i pini dei belvedere isolani

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Foto Qui Ischia

Quello che compariva in primo piano su cartoline classiche della città del Vesuvio era diventato un simbolo, un elemento di identità, riconosciuto e apprezzato pure a livello internazionale. Magari non saranno altrettanto famosi, ma certamente non sono meno caratteristici e scenografici. O meglio, erano. Perchè Ischia sta perdendo uno a uno i suoi PINI DI RAPPRESENTANZA. Inceneriti, tutti di recente, nonostante fossero decisamente datati. E l’ipotesi che la loro fine sia da attribuirsi alla veloce diffusione della Toumeyella parvicornis non sembra azzardata. D’altra parte, la “cocciniglia tartaruga” ha già fatto strage in alcune parti dell’isola, in particolare a Ischia, dove è partita la sua distruttiva avanzata nelle nostre pinete e si contano già a decine gli alberi senza vita.

Era un gruppo di giganti, belli e rigogliosi, che svettavano davanti al PRIMO BELVEDERE sull’ex Statale. Con gli enormi ombrelli verdi a incorniciare il magnifico panorama dal porto fino al Castello, sullo sfondo. Visibili anche da giù, a stagliarsi davanti alla collina, un po’ prima di Sant’Alessandro. Erano tutti in pieno rigoglio. Ora la chioma verde  la conservano solo in tre, gli altri  hanno rami completamente spogli e grigi. E quel che rimane del gruppo originario è ad altissimo rischio.

Altro BELVEDERE, altro incanto. A ZARO, dall’altra parte dell’isola, tutto il panorama di Forio, con il Torrione e, più in lontananza la chiesa del Soccorso, sotto la mole gigantesca dell’Epomeo. Tronco sottile, nodoso, modellato dal vento come la parte verde che ormai non c’è più, anche il pino al di là del parapetto è completamente rinsecchito. E si muove minaccioso, incombente sul parcheggio, sotto i colpi del vento che lì soffia solitamente gagliardo. Un altro pino da tagliare, perchè è diventato pericoloso e non fa più bella figura di sé nelle fotografie scattate dai tanti turisti che sostano in quel posto proprio per fissarne la bellezza da sogno.

Ancorchè altamente scenografici, si tratta solo di una piccola parte dei tanti pini secchi da tagliare prima che cedano sotto l’azione delle intemperie, in particolare durante questa stagione invernale.

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