La notizia ha del sorprendente. Nientedimeno, l’Asl Na 2 Nord, dopo due anni di gestione del dottor ANTONIO D’AMORE, sta per “rivoluzionare” i servizi di assistenza psichiatrica sul suo vastissimo territorio, di cui sono parte integrante, ma NON INTEGRATE, anche le isole di Ischia e Procida! E per salutare la novità, che deve essere sorprendente anche per chi ne rivendica giustamente e orgogliosamente la paternità, hanno organizzato in quel di Frattamaggiore addirittura una “lectio magistralis” di un valente studioso come il professor MARIO MAJ, capo del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Napoli, nonchè segretario dell’Associazione Mondiale di Psichiatria, di cui è organo ufficiale la rivista “World Psychiatry” citata nell’invito. Un APPUNTAMENTO DI GRANDE INTERESSE per la competenza e autorevolezza del relatore, oltre che per l’importanza dei temi trattati, che ci fa ancora più piacere visto da LONTANO, come possiamo considerarci noi da Ischia. Non tanto per la distanza in miglia marine e chilometri terrestri da Fratta, quanto per quella siderale che rileviamo quotidianamente nella gestione e organizzazione dei servizi sanitari sui nostri scogli, marginali ed emarginati rispetto al baricentro dell’Asl nell’hinterland partenopeo. Una triste e oggettiva constatazione che vale in particolare proprio per l’ASSISTENZA PSICHIATRICA DA QUINDICESIMO MONDO offerta dalla Na2 Nord alle popolazioni delle isole.
Sempre con la doverosa premessa che il DISASTRO DELLA SALUTE MENTALE porta la doppia firma FERRARO-IOVINO, dunque è precedente alla gestione D’Amore, non si può non rilevare che dall’avvento dell’attuale manager (dapprima come commissario) a oggi nulla si è mosso, se non nella direzione di una ULTERIORE RIDUZIONE E DEQUALIFICAZIONE DEI SERVIZI. Almeno per quanto riguarda Ischia e Procida, sono stati PERDUTI DUE ANNI dietro ad avvicendamenti in serie al vertice del Dipartimento di Salute Mentale che non hanno risolto o avviato a soluzione nemmeno uno solo dei tanti problemi del settore sulle isole.
Dove era ed è rimasto smantellato tutto il sistema dell’assistenza psichiatrica ridotto in macerie da Ferraro-Iovino: NON UN POSTO LETTO D’EMERGENZA, in barba a tutti i parametri previsti in relazione al numero di abitanti; CHIUSA LA SIR, con gli ex utenti lasciati al buon cuore della cooperativa con appaltatrice con gara in scadenza; ANNULLATI IL CENTRO DIURNO E LE ATTIVITA’ DI RECUPERO, fatta eccezione per la distribuzione di panini scandalosamente fatta all’aperto in un pubblico parcheggio; RIDOTTA AL DI SOTTO DEI MINIMI TERMINI L’ATTIVITA’ DELL’UNITA’ OPERATIVA, costretta in due stanzette a Villa Romana in orari da ufficio, con personale all’osso in tutti i ruoli; PRATICAMENTE FERMA LA PRESA IN CARICO DI NUOVA UTENZA e INESISTENTE OGNI ATTIVITA’ E INIZIATIVA DI PREVENZIONE, con l’aggravante del DEPAUPERAMENTO DEL SERVIZIO DI PSICOLOGIA CLINICA, rimasto con un solo medico specialista, nonostante l’incremento della domanda di assistenza, tanto più dopo il terremoto del 21 agosto.
Ultimo della serie a dirigere il Dipartimento il dottor WALTER DI MUNZIO, peraltro nomina annunciata già da tempo prima dell’effettivo insediamento ormai risalente a diversi mesi fa, dal quale continuano ad arrivare rassicuranti dichiarazioni meramente programmatiche, da cui finora non è scaturito ALCUN RISULTATO UTILE ALLA RICOSTRUZIONE DALLE MACERIE disseminate sulle isole. Anche la dichiarazione di oggi è una perfetta sequenza di BUONI PROPOSITI, ma senza alcun riscontro nella realtà: “Il nostro obiettivo perciò deve essere in primis quello di contribuire a migliorare la salute mentale delle comunità che ci sono state affidate, così da ridurre le possibilità di aumentare l’incidenza della patologia psichiatrica. In quest’ottica dobbiamo dotarci di un modello di assistenza che non sia totalmente delegato a soggetti terzi convenzionati che, a prescindere dalla qualità delle terapie, non possono farsi carico di un ruolo di promozione della salute mentale presso le comunità”.
Abbiamo capito che non si vogliono più ESTERNALIZZARE I SERVIZI: il mancato rinnovo dell’appalto con la cooperativa che gestiva la Sir e altri servizi ne è stato la conferma. E’ una SCELTA STRATEGICA, LEGITTIMA, su cui si potrà dare un giudizio solo nel medio-lungo periodo. Ma nell’attesa di mettersi in grado di gestire in modo diverso i servizi, dotandosi come Dipartimento e Unità operative collegate delle risorse necessarie, a cominciare da personale adeguato, ANDAVANO PREVISTI DEGLI STEP INTERMEDI, A TUTELA DEGLI UTENTI/PAZIENTI, lasciati nella più assoluta PROVVISORIETA’ e ALEATORIETA’.
E vogliamo parlare degli ex pazienti della Sir, in gran parte “RESIDUI MANICOMIALI”, che l’Asl dal I° di novembre ha semplicemente SCARICATO SU FAMIGLIE INESISTENTI O NON IN GRADO DI FARSENE CARICO E SUI COMUNI, impossibilitati a far fronte a fine anno e con risorse notoriamente limitate all’aggravio di costi e responsabilità derivanti dal nuovo assetto DECISO UNILATERALMENTE A FRATTAMAGGIORE, senza neppure colloqui preparatori e/o informativi, men che meno un tavolo (doveroso) di concertazione?
Se le modalità con cui ha operato l’Asl in questo avvio di “rivoluzione” sono quelle che abbiamo sperimentato a Ischia e Procida, altro che riduzione dell’”incidenza della patologia psichiatrica”! Anzi, dato che questa è notoriamente più alta nelle isole che in terraferma, proprio da Ischia e Procida sarebbe dovuto partire il NUOVO CORSO. Per ora, un FANTOMATICO LIBRO DEI SOGNI.
Quello raccontato dal direttore generale D’Amore agli isolani nella lettera e nel successivo incontro con il Vescovo LAGNESE. Interventi che hanno prodotto solo un bando per una nuova Sir di cui già si sono perse le tracce. Quanti posti residenziali avranno le isole in questo 2018? E nel frattempo, dove li mettiamo i pazienti che necessitano di assistenza psichiatrica h24? Li portiamo tutti “temporaneamente” nelle “VILLE” CONVENZIONATE in terraferma, dai COSTI NETTAMENTE SUPERIORI A QUELLI MAI PAGATI PER LE STRUTTURE TAGLIATE SULL’ISOLA? E fa piacere sapere che si stanno dotando le Unità di Salute mentale di centri diurni di riabilitazione dove non c’erano, ma di quello che esisteva da 2 anni a Ischia, COSA NE E’ STATO?
Con tutta la buona volontà, davanti a questa “rivoluzione” annunciata, dalla prospettiva isolana, viene in mente solo il vecchio adagio: “chiacchiere e tabacchere ‘o banc ‘e Napul nun ‘e impegn”. Intanto, il tempo passa e i pazienti/utenti, con i loro familiari (quando ci sono) restano SOLI.