L’irragionevole corsa all’antibiotico “anticontagio”, le autorità sanitarie facciano chiarezza

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Foto Qui Ischia

E’ diventato all’improvviso il nome familiare di un farmaco richiestissimo. Da un paio di giorni, in alcune zone dell’isola il Ciproxin è merce rara. Colpa dei picco influenzale, si potrebbe essere indotti a pensare, considerato che si tratta di un antibiotico. E se fosse così, se solo quella fosse realmente la causa, non ci sarebbe neppure da sottolinearlo. Ma sono le “coincidenze” temporali e la localizzazione del fenomeno a prestarsi ad un’altra lettura. Perchè questa impennata della domanda proprio di quel farmaco è scattata solo da un paio di giorni, mentre l’influenza sta mettendo a letto anche gli isolani da prima di Natale. E perchè è pure strano che, a fronte di un problema diffuso in tutta Ischia, la concentrazione dell’uso di quel medicinale sia così relativamente circoscritta alle zone alte dell’isola. E per tutte queste coincidenze è sorto legittimamente il dubbio che lo si stia utilizzando piuttosto come profilassi fai-da-te e pure su larga scala, dopo l’ultimo drammatico caso di meningite che tanto dolore ha seminato in questi ultimi giorni.

La strana storia del Ciproxin, poi, si accompagna ad altri segnali che confermano la sensazione che si sia diffuso un TIMORE DI CONTAGIO in ambienti (anche scolastici) e contesti dove non c’è alcun motivo per temere alcunché. Frutto di una informazione carente da parte delle autorità sanitarie, a cui si è sostituito probabilmente il passaparola diretto o telematico che ha prodotto la rincorsa a “cure” preventive per rischi certamente inesistenti nelle zone alle falde dell’Epomeo.

C’è stato, evidentemente, un deficit di informazione sanitaria. Il COMUNICATO diramato dall’Asl Na2 Nord nella giornata di ieri contiene, tra l’altro, un generico riferimento alla profilassi attivata sul territorio, che evidentemente non ha fornito chiarimenti sufficienti a SGOMBRARE IL CAMPO DA PAURE, che hanno coinvolto inspiegabilmente chi non ha avuto alcun coinvolgimento né prossimità con la vicenda. Non sarebbe stato male, anzi sarebbe stato opportuno che alla nota inviata da Frattamaggiore si accompagnasse, per esempio, una comunicazione più puntuale ed esaustiva  dal punto di vista sanitario, una sorta di BOLLETTINO MEDICO che, senza violare la privacy e soprattutto il dolore delle persone direttamente coinvolte, precisasse però il tipo di meningite rilevato e le misure di profilassi che vanno attuate ovunque ne venga ravvisata la necessità e l’opportunità, così come è previsto da appositi protocolli.

Siccome a Ischia casi di meningite se ne registrano almeno un paio ogni anno, peraltro prevalentemente in estate, in passato era capitato più volte che la stessa direzione sanitaria del “Rizzoli” rilasciasse dichiarazioni alla stampa, con lo scopo di informare correttamente, per evitare che la carenza di informazione alimentasse il panico. Stavolta, invece, ci si è preoccupati soprattutto di fornire una ricostruzione ufficiale degli accessi in ospedale della piccola paziente (la medicina difensiva è ormai dilagante), mentre si è quasi sorvolato su aspetti che vanno spiegati e approfonditi proprio a tutela della salute pubblica. Sia per coloro che la profilassi la debbono fare sia per quanti non hanno motivo di assumere impropriamente farmaci per prevenire un rischio per loro inesistente.

Ma se è auspicabile che le autorità sanitarie, seppure in ritardo, intervengano sul tema prevenzione, lo è anche che la si faccia finita con comportamenti irragionevoli e immotivati di paura e di esclusione, che in questi due giorni si sono manifestati in alcune contrade, neanche fossimo tornati ai tempi della peste manzoniana. Vediamo tutti di non aggiungere altro dolore a chi sta già vivendo un dramma spaventoso, che merita solo rispetto e affettuosa VICINANZA.

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