Guarda guarda…esattamente un anno fa, Qui Ischia raccontava la storia assurda del locale dotato di posti letto e debitamente attrezzato per ospitare l’OBI – Osservazione Breve Intensiva – un servizio fondamentale in un ospedale, al fine di evitare ricoveri impropri e, allo stesso tempo, dimissioni affrettate, nei casi in cui c’è bisogno di tenere sotto osservazione i pazienti, prima di arrivare a formulare le diagnosi. Operazione che non può e non deve avvenire nello stesso spazio del Pronto soccorso. Prendiamo atto che E’ TRASCORSO UN ALTRO ANNO SENZA CHE IL REPARTINO DELL’OBI SIA STATO ATTIVATO. EPPURE, IL DIRETTORE GENERALE DELL’ASL ,D’AMORE, ALL’INCONTRO CON IL CUDAS DEL 12 SETTEMBRE 2016 SOSTENNE CHE MANCAVA POCO ALL’APERTURA, A CUI – DISSE – SI STAVA GIA’ LAVORANDO CON IMPEGNO.
Quanto tempo è passato? E dell’OBI che ne è stato, visto che NON SE NE PARLA NEANCHE PIU? Quanto altro si dovrà aspettare per utilizzarlo?
Intanto, l’OBI serve e la sua mancanza si sente e fa la differenza nel trattamento dei malati. Chi si prende e fino a quando LA RESPONSABILITA’ DEI DANNI CHE DERIVANO ALL’UTENZA DALLA SUA MANCATA ATTIVAZIONE?
L’OBI FANTASMA DEL “RIZZOLI” – QUI ISCHIA 19 GENNAIO 2017
E un servizio importante, essenziale in un Pronto soccorso. Serve per seguire i pazienti che non possono essere subito dimessi, ma che non è neppure sicuro che debbano essere ricoverati. Serve, insomma, per tenere sotto osservazione i malati per il tempo necessario – dalle 6 alle 24 ore – a valutare le loro effettive condizioni e l’eventuale appropriatezza del ricovero. Per non rischiare di rimandarli a casa frettolosamente, con tutti i rischi del caso, ma neppure di occupare senza motivo posti letto nei reparti. Si chiama OBI, che è l’acronimo di Osservazione Breve Intensiva, una struttura preziosa in ogni ospedale, parte integrante del reparto di emergenza, di cui non si dovrebbe fare a meno. Eppure, al “Rizzoli” è così da sempre. E la situazione non è cambiata neppure ora che l’OBI c’è…perchè tutto è rimasto come prima. COME SE ANCORA NON CI FOSSE.
E’ di recente che, tra i tanti lavori di riorganizzazione degli spazi nell’edificio di via Fundera, è stata creata anche una NUOVA SALA ATTREZZATA al piano terra, adiacente al Pronto soccorso. In quel locale, parte integrante dell’area dedicata alle urgenze, sono stati allestiti tre posti letto dotati di monitor, destinati proprio all’OBI. Lì dovrebbero essere tenuti i pazienti provenienti dal Pronto soccorso, che vanno tenuti sotto osservazione per qualche tempo per arrivare ad una diagnosi in grado di indirizzarli verso la dimissione o verso il ricoveri nei reparti. Dovrebbero, perché l’OBI, benché tutto sia pronto ormai da qualche mese, NON E’ STATO ANCORA ATTIVATO.
Di solito, per giustificare carenze di servizi essenziali al “Rizzoli”, si fa riferimento all’inadeguatezza della struttura, alla mancanza di spazi disponibili per poter adeguare l’offerta. In questo caso, il problema strutturale è stato superato sacrificando locali adibiti a spogliatoi per il personale del Pronto soccorso. Spogliatoi ristretti in spazi ridottissimi, con gli armadietti talmente ravvicinati da renderne difficile l’utilizzo, come a complicare la presenza stessa di più persone contemporaneamente. Ma c’era bisogno di ricavare l’OBI e in qualche modo ci si è riusciti.
Superata la difficoltà logistica, però, non si intravede ancora neppure l’avvio dell’attività dell’OBI. A questo punto, l’impedimento decisivo sembra essere quello del PERSONALE, che notoriamente non è uno dei punti di forza dell’ospedale lacchese, compresi i servizi di urgenza. Ma anche se non c’è da scialare con l’organico disponibile, che è ovunque sottodimensionato, soprattutto a livello di paramedici, forse una riorganizzazione del funzionamento complessivo del Pronto soccorso potrebbe consentire anche l’apertura dell’OBI. Ma non ci si è neppure provato, né si è iniziato a mettervi mano. E, d’altra parte, al “Rizzoli” non è partito seriamente neppure il Triage, che pure è un’altra necessità per la qualità dell’assistenza in Pronto soccorso. Specie se non si dispone neppure di una sala d’aspetto appena degna di questo nome, nonostante il servizio d’urgenza del nosocomio isolano sia un “porto di mare”.
Era il 12 settembre quando a Monteruscello il Comitato unitario per il Diritto alla Salute incontrò il direttore generale dell’Asl ANTONIO D’AMORE, a cui sottopose, tra le varie richieste, anche un potenziamento/adeguamento del Pronto soccorso con l’applicazione del Triage e la creazione dell’OBI. E a proposito di quest’ultimo in particolare, d’Amore specificò che ci si stava già lavorando, senza andare oltre questa generica indicazione. E da allora sulla questione è calato di nuovo il silenzio, benché nel frattempo quei nuovi posti letto specializzati siano stati approntati.
Ma a cosa serve averlo fatto, se poi stanno passando settimane e mesi senza attivare il servizio? Cosa manca ancora per rendere operativa l’OBI e iniziare ad utilizzarla quando serve? E quanto tempo ci vorrà ancora per superare gli ultimi impedimenti e sbloccare la situazione? L’isola non ha bisogno di servizi ospedalieri fantasma, di stanze chiuse, di apparecchiature inutilizzate e non operative quando servono. Staremo a vedere quanto si dovrà ancora aspettare per l’attivazione dell’OBI del “Rizzoli”. A Frattamaggiore continuano a prendersela comoda, tanto a Ischia siamo abituati ad aspettare…