Il “turn over” degli infermieri al “Rizzoli”: una liberazione per i pendolari, nessun vantaggio per i servizi

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Foto Qui Ischia

Pareva mill’ann…finalmente liberi dalle traversate via mare, dalle condizioni meteo-marine più o meno avverse, dalle corse che saltano, dagli orari che non si incastrano tra le vie di terra e quella di mare, dalle ore di vita sacrificate ai percorsi di viaggio. Ma anche da orari di lavoro infiniti, da “smonti” che slittano e fanno perdere i mezzi, dall’aggravio di incombenze perchè si è sempre troppo pochi e dalle mansioni extra per sopperire alla carenza di altre figure professionali. Hanno tirato un gran sospiro di sollievo, quando hanno saputo che il trasferimento era cosa fatta. E gioito pubblicamente sui social per l’agognato ritorno a casa, dopo tanti anni a lavorare a Ischia, a fare i pendolari con tutti i problemi e i disagi connessi. Senza ombra di rimpianto per la permanenza sull’isola vissuta come una prigione, perfino come un incubo da cui risvegliarsi ad ogni costo. Finché il tanto invocato turn over non li ha liberati, gli infermieri non residenti in servizio al “Rizzoli” fino a qualche mese, settimana, giorno fa. Una bella novità per loro, per le loro vite private e professionali. Ma un nuovo problema per noi, che sull’isola ogni situazione la vediamo e viviamo al contrario. Perchè la formula magica – il TURN OVER – dalla prospettiva isolana è l’inizio dell’ennesimo ciclo e la conferma di una condizione permanente di INSTABILITA’, PROVVISORIETA’, ALEATORIETA’.

Se chi è partito per l’ultima volta dall’isola alla terraferma ha festeggiato, non ci vuole grande fantasia per immaginare lo stato d’animo di chi, invece, si è trovato a iniziare lo stesso percorso al contrario. Con il cappio al collo peri i più, fatta salva qualche rara eccezione utile a confermare la “regola”. I nuovi infermieri arrivano dai posti più disparati delle altre diciannove regioni d’Italia, in larga maggioranza dal centro-nord. E hanno pazientato per tutto il tempo dei blocchi del piano di rientro, prima che si aprisse una finestra per rientrare nella Campania di cui sono originari. Un treno da prendere al volo, saltandoci sopra ad ogni costo. Compresa l’INCOGNITA dell’ISOLA, disvelatasi, dopo aver risposto all’avviso dell’Asl Na2 Nord, con tutto il suo carico di negatività. Da cui si spera di liberarsi il prima possibile, approfittando delle prime occasioni possibili che si presenteranno in terraferma, a cominciare da Napoli ovviamente.

Come i loro predecessori appena “liberati”, anche queste nuove leve sono state destinate ad una SEDE obiettivamente e oggettivamente DISAGIATA, di cui dovranno sopportare tutte le penalizzazioni, SENZA IL RICONOSCIMENTO DI ALCUN INCENTIVO, SOSTEGNO, AGEVOLAZIONE. Ciò che rende ancora più INDIGESTA la condizione da pendolari con tutti gli annessi e connessi e l’aggravante degli spostamenti per mare. Per non parlare del luogo di lavoro, il “Rizzoli”, con tutte le CRITICITA’ ben note. A cominciare dalla CARENZA DI PERSONALE, compreso quello infermieristico, perché con il “Turn over” si è solo SOSTITUITO chi se n’è andato, ma NON SI E’ AGGIUNTA UNA SOLA UNITA’ alla dotazione insufficiente di sempre.

Alla fine, a parte chi ce l’ha fatta ad andarsene, per chi è appena arrivato, ma soprattutto per chi è rimasto, cioè gli ISCHITANI, non c’è proprio nulla da festeggiare. La ZONA DISAGIATA è ancora una semplice definizione inserita nell’accordo tra Regione, Comuni insulari e Ancim, che resta tuttavia da riempire di contenuti, di provvedimenti e di azioni perchè possa finalmente dispiegare i suoi effetti positivi. Gli ORGANICI del “Rizzoli” sono tutti seriamente CARENTI, con grave nocumento per la quantità e la qualità delle prestazioni all’utenza. E, in particolare, è pesantissima l’INSUFFICIENZA perdurante di INFERMIERI, che a Frattamaggiore non sono riusciti neppure a scalfire e che, anzi, con il turn over si è aggravata. E sì, perchè c’è da considerare che sono andati via professionisti con una notevole esperienza anche delle condizioni particolari di lavoro nel nosocomio isolano, mentre i nuovi hanno bisogno di tempo per prendere confidenza con questa delicatissima realtà, per entrare nei meccanismi di una complessa quotidianità, per una formazione che porterà via tempo e energia ai colleghi in servizio – in prima fila gli isolani – che garantiscono anche in questa fase di ricambio la necessaria continuità. Senza contare che i nuovi arrivi sono già pronti a ripartire, appena se ne presenterà l’occasione, riavviando il viavai dalla terra di frontiera.

Se il direttore generale ANTONIO D’AMORE e l’intero GRUPPO DIRIGENTE dell’ASL NA2 NORD pensano di aver assolto ai loro doveri e responsabilità e di aver saldato l’enorme debito che vanta Ischia nei confronti dell’Azienda solo con il “turn over” realizzato finora, hanno sbagliato completamente obiettivo. Di fatto, hanno cambiato l’ordine dei fattori, ma il prodotto non è cambiato. Come, invece, è necessario e urgente che accada. Dopo ANNI DI PROMESSE. ANCORA TUTTE MANCATE. Quelle fatte alla popolazione isolana…

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