Per fortuna, i “pulcini sperduti” erano al sicuro…

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Foto Qui Ischia

Le carte già parlavano chiaro. E da lì si era partiti per farsi un’idea della situazione, della faccia nascosta della medaglia. Quando ufficialmente era tutto a posto e l’allora dirigenza dell’Asl difendeva a spada tratta la sua decisione di trasferire d’imperio la Sir nella nuova sede casamicciolese, insieme a tutti gli altri servizi della Salute mentale, al centro di una drastica sforbiciata in onore di una spending review tutta d’immagine e priva di sostanza. E le carte segnalavano senza tema di smentita che quella soluzione non era brillante come a Monteruscello (allora era ancora quella la sede aziendale) si affannavano a sostenere. Perchè quella era una zona a rischio, dal punto di vista idro-geologico, che non è un dettaglio su un’isola come la nostra. Tanto più in territorio casamicciolese.

Oltre alle carte, poi, c’erano anche i precedenti. Niente di tanto remoto da non appartenere più alla memoria dei contemporanei, tipo il terremoto ottocentesco. No, tutt’altro. Il precedente, anzi, era ancora abbastanza fresco, roba di pochi anni ancora viva nei ricordi di tutti. Perchè l’ultima devastante alluvione da lì c’era passata eccome. E non si era limitata a lambire quel sito, ma l’aveva letteralmente invaso con la sua massa di detriti e di ingombranti che non lasciava scampo nella sua folle corsa. Insomma, molto più di quanto sarebbe stato sufficiente per confermare che le carte non mentivano, non esageravano, non fuorviavano.

Fu proprio partendo da quella spada di Damocle rivelata dalle carte e dai precedenti che partì la mobilitazione con annessi procedimenti giudiziari per riuscire a cambiare sede alla Sir e agli altri servizi psichiatrici interessati da quella coabitazione. Con l’Asl impegnata a difendere senza se e senza ma quella sua incredibile scelta, che aveva sacrificato sull’altare del risparmio ogni altra considerazione. Risparmio, poi…Fatti i conti della serva di quanto era stato speso tra affitti e ristrutturazioni, la cifra impegnata raggiungeva livelli decisamente poco risparmiosi. E valutate tutte le variabili, non ultima l’inappropriatezza dei locali assegnati alla Sir, il rapporto qualità/prezzo appariva tutt’altro che esemplare in termini di spending review. Ma anche quel neo era un dettaglio rispetto a quanto dicevano le carte e pure i precedenti.

Era de MAGGIO, per l’esattezza il 22 dell’anno 2015, quando in tutta fretta a causa di un incendio, quella casa contestata fu sgomberata e la SIR CHIUSA, dopo 18 anni di esistenza e di onorato servizio sull’isola d’Ischia. Era de maggio…ma il cielo quella mattina era carico di nuvole grigie tra le quali non traspariva neppure un lieve raggio di sole. Una coltre compatta gravava minacciosa sui costoni vicini, dall’aspetto decisamente poco rassicurante. Fu allora che, guardandoci intorno, trovammo la conferma più evidente di quanto era scritto nelle carte e nella storia più e meno recente del luogo. E quella presa di coscienza visiva diretta seminò inquietudine e preoccupazione, non appena cominciò a scendere acqua da quel cielo scuro.

Non era una visione facile da dimenticare, quella. E, infatti, ha continuato a rimanere ben presente nella mente anche dopo, durante le peregrinazioni dei “pulcini sperduti” orfani di una casa. Il sigillo all’enorme INGIUSTIZIA, ERRORE, DIMOSTRAZIONE DI INCAPACITA’ di cui era stata artefice l’allora commissaria dell’Asl Na2 Nord nei confronti dei residenti della Sir, di tutti gli utenti psichiatrici isolani e, in generale, dell’intera cittadinanza, lasciata da allora senza i servizi minimi della salute mentale. Che ancora oggi è ai mini termini, nonostante le chiacchiere e le promesse dispensate in questi anni, anche dall’attuale direttore generale D’AMORE.

Ogni volta che è piovuto a “zeffunn”, che sono stati diramati dalla Protezione civile bollettini con allarme per RISCHIO IDRO-GEOLOGICO quell’immagine tornava alla mente, inquietante e minacciosa, con l’inevitabile corollario: “almeno i pulcini sono al sicuro”.

Eppure, in questi anni, non era mancato chi aveva provato a cambiare le carte in tavola, addossando la responsabilità della chiusura della Sir alle azioni per ottenerle una sede più sicura e adeguata, invece che alle sconsiderate scelte dell’allora dirigenza di Monteruscello. Perfino la fondatezza del rischio segnalato dalle carte e confermato dai precedenti, si era arrivati a mettere in discussione.

Fino a pochi giorni fa, prima della neve. Quando le piogge insistenti hanno provocato delle frane in zone ben note per la loro FRAGILITA’ IDRO-GEOLOGICA. Frane che sono arrivate fin nel centro abitato, provocando solo danni materiali senza coinvolgimento di persone  perchè, per fortuna, è accaduto tutto di notte. E una di quelle frane ha confermato, purtroppo, quanto segnalavano le carte e i precedenti storici che ci si era affannati a sminuire.

Una triste storia ischitana di mancata cura del territorio, manutenzione degli alvei, prevenzione del rischio, le frane a Casamicciola e Lacco. Casi di dissesto sempre tristemente annunciati. Ma in questo quadro poco edificante, ALMENO I PULCINI SPERDUTI ERANO AL SICURO, da un’altra parte. QUANTO BASTA A DARE SENSO ALLA BATTAGLIA DI TRE ANNI FA. E a quella che resta da fare per riaprire sull’isola una SIR SICURA e ACCOGLIENTE.

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