Non sarà un incontro come gli altri che si svolgono sui temi più vari nel corso dell’anno con relatori appositamente giunti dalla terraferma, quello di sabato mattina dalle 10.30 all’Hotel Re Ferdinando di Ischia. E neanche un convegno come quelli che si sono tenuti negli ultimi mesi per dare voce a tecnici ed esperti sulla ricostruzione fisica di edifici pubblici e privati. Stavolta, con il professor PAOLO CREPET si tratterà de “IL CORAGGIO DI RICOMINCIARE”, dunque di riflettere su un altro tipo di ricostruzione che finora è rimasto ai margini, pressochè ignorato, sicuramente sottovalutato. Escluso da ogni dibattito, pur essendo propedeutico ad ogni confronto e discussione. Perchè è necessario fare i conti fino in fondo con quanto è successo il 21 agosto sia a livello individuale che collettivo. Non solo per chi ha vissuto in prima persona il dramma del terremoto, ma per l’intera comunità isolana che ne è coinvolta nella sua interezza, anche se fin dal giorno successivo all’evento è scattata una assai discutibile gara a ridimensionare, circoscrivere, chiamarsi fuori, che rischia di alimentare divisioni, conflittualità e sterili contrapposizioni. Nella direzione esattamente opposta è andata, invece, l’opera compiuta sul campo dagli psicologi isolani a sostegno dei terremotati di Casamicciola, Lacco e Forio. Una esperienza forte, da cui trae origine l’incontro di sabato insieme ad un progetto di più largo respiro e di più lungo termine con gli studenti delle scuole isolane, dalle primarie alle superiori.
Dei postumi del terremoto avevano preso ad occuparsi fin dai giorni immediatamente successivi. Chiamati a raccolta dalla CARITAS diocesana, che nel coordinare l’assistenza ai terremotati non si era preoccupata solo dei tanti bisogni del corpo, ma anche delle difficoltà e delle angosce della mente, a partire dai soggetti più deboli ed esposti in certi frangenti, ovvero i piccoli e gli anziani. Così, i professionisti dell’ASSOCIAZIONE OLTRE avevano cominciato a prendersi cura delle tante persone rimaste senza casa in quella maledetta sera del 21 agosto. “Eravamo quattro o cinque all’inizio, tra cui un paio di colleghi rimasti anch’essi senza casa, poi si sono aggiunti altri volontari da altre parti dell’isola ed è nato il nostro gruppo, che ha operato fin da primi giorni tra il Maio, il Fango e piazza Marina, con laboratori per i bambini e attività e incontri con gli adulti e soprattutto gli anziani”, spiega la dottoressa ANNA MAZZELLA, che coordina l’attività di quel gruppo, sempre in prima linea da allora nel supporto ai terremotati, seguendoli nelle loro nuove sistemazioni in giro per l’isola, alberghi compresi. “E’ stata un’esperienza anche per noi, tutta su base volontaria e solo con risorse isolane. E si è creata una bella sinergia di gruppo che progressivamente abbiamo orientato su altri progetti e finalità”.
Già nella fase dell’emergenza, durante le riunioni di coordinamento al Capricho, l’incontro con la FONDAZIONE OPERA PIA IACONO AVELLINO CONTE aveva suggerito l’idea di dare continuità al supporto psicologico di quelle giornate. “Il presidente della Fondazione, CELESTINO VUOSO, aveva proposto di organizzare un incontro con qualche esperto in grado di coinvolgere il maggior numero di persone, non solo i terremotati, e aveva dato la disponibilità a sostenere progetti per garantire un sostegno psicologico anche dopo la fase di emergenza”. Da lì si è concretizzato l’appuntamento di sabato prossimo con un esperto come Crepet, psichiatra e scrittore, noto anche al grande pubblico e con una riconosciuta capacità di comunicazione e di coinvolgimento nell’approfondimento e nella riflessione su grandi e delicati temi di interesse comune. Come quelli legati al terremoto e alle sue molteplici ricadute, che sono spariti ben presto (troppo presto) dalle priorità e anche dal pensiero e dal confronto di gran parte dell’opinione pubblica ischitana. Di qui l’occasione proficua per RECUPERARE UN DIALOGO utile e costruttivo, con spirito unitario e comunitario.
E dopo sabato partirà il progetto “IL (R)UMORE DELLA NOSTRA TERRA. RACCONTI DALL’ISOLA”, che coinvolgerà TUTTE LE SCUOLE ISOLANE. “Hanno aderito tutti con grande interesse e convinzione - sottolinea Mazzella – al di là, devo dire, delle nostre aspettative. D’altra parte, abbiamo costruito questo progetto ascoltando i bisogni e valutando le fragilità di chi ha subito il terremoto. Pensiamo che coinvolgendo i ragazzi delle scuole, riusciremo a raggiungere le famiglie, dunque, anche adulti e anziani. Sarà l’opportunità per parlare del terremoto, per raccontare vissuti, emozioni, difficoltà e aspettative attraverso elaborati grafici e letterari, che poi riuniremo in un volume da pubblicare come testimonianza collettiva di qualcosa che appartiene a tutti noi. Un modo per favorire una elaborazione collettiva di quella esperienza, piuttosto che nasconderla in un armadio, che è il primo passo del percorso per superare le ferite e gli strappi provocati dal 21 agosto. Se sarà possibile, vorremmo in seguito attivare anche dei percorsi per gli adulti, sulla resilienza, sul valore dell’accoglienza reciproca e sul senso di appartenenza, oltre che sulla prevenzione dei rischi che derivano da fenomeni connaturati alla nostra terra”.