Salute mentale e futuro dei “pulcini sperduti”: nulla si muove e il Cudas scrive a Di Munzio

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Foto Qui Ischia

Nulla si muove, sul fronte caldissimo della Salute mentale allo sfascio sulla nostra isola e sulla vicina Procida, che fanno parte dello stesso Distretto sanitario e dello stesso Ambito per le competenze di natura sociale in capo ai Comuni. Ma se questi ultimi hanno provveduto nelle ultime settimane ad assumere tutte le decisioni necessarie a finanziarie la loro quota per il sostegno e l’assistenza ai pazienti psichiatrici, SCARICATI DALL’ASL NA2NORD fin dal 31 ottobre scorso, l’Azienda di Frattamaggiore nelle sue varie articolazioni sta continuando a perseverare nel suo immobilismo e nella sua scarsissima efficienza. Motivo per il quale stamattina il CUDAS ISCHIA, attraverso la presidente GIANNA NAPOLEONE ha inviato tramite Pec una lettera al Dirigente del  Dipartimento della Salute Mentale Asl Na2 Nord, WALTER DI MUNZIO, sulla “GRAVE SITUAZIONE DELL’ASSISTENZA PSICHIATRICA SULL’ISOLA D’ISCHIA”.

Questo il testo della nota:

 “Egr. Dott. Di Munzio,

quando il 12 settembre 2016 una delegazione del nostro  Comitato Unitario per la Difesa del Diritto alla Salute di cui all’art.32- CUDAS Ischia incontrò il Direttore generale dell’Asl Na2 Nord, segnalò alla sua attenzione alcune problematiche sanitarie che necessitavano di interventi efficaci ed urgenti. Tra le priorità su cui fu richiamata la sua massima attenzione, c’era la condizione ormai comatosa in cui versava l’assistenza psichiatrica sulla nostra isola. In particolare, la PERDITA DI SERVIZI FONDAMENTALI SUL TERRITORIO , a cominciare  dalla SIR, incredibilmente chiusa durante la gestione precedente, e dal CENTRO DIURNO, ridotto ormai alla distribuzione agli utenti di qualche panino in un parcheggio, in condizioni intollerabili in un Paese civile. Non trascurammo in quella occasione di manifestare la nostra forte preoccupazione per la situazione degli ex residenti della Sir, a cominciare dai cosiddetti “residui manicomiali” che, tornati a Ischia nell’autunno del 1997 come relitti umani, negli anni erano riusciti a recuperare una vita serena e dignitosa, grazie alle cure e all’assistenza ricevuti nella Sir isolana (la prima dell’Asl e dell’intera Campania, tra le prime nel Mezzogiorno) e al FELICE PROCESSO DI INTEGRAZIONE nel tessuto sociale isolano di cui erano stati protagonisti e beneficiari. Testimoniato dalla grande mobilitazione di cittadini e associazioni dapprima contro la chiusura della Sir e il trasferimento degli ex utenti in strutture della terraferma, poi per la riapertura di una Struttura Intermedia Residenziale, necessaria anche per i bisogni di altri pazienti, ora privi di punti di riferimento sul territorio.

Il dottor D’Amore, allora commissario da poco insediatosi al vertice dell’Azienda, riconoscendo le difficoltà in cui versava in generale la Salute mentale, assicurò il suo impegno nella riorganizzazione e nel potenziamento del Dipartimento e dei servizi che da esso dipendono. Da allora, E’ TRASCORSO QUASI UN ANNO E MEZZO e si sono avvicendati diversi responsabili alla guida del Dipartimento che Lei dirige da qualche mese, ma, per quanto riguarda Ischia, non abbiamo potuto salutare ALCUN PASSO AVANTI rispetto alla situazione originaria. Anzi, abbiamo assistito ad una ULTERIORE RIDUZIONE DEI SERVIZI, come la sostanziale chiusura del Giardino dell’Amicizia, felice esperienza di recupero e integrazione, a seguito della conclusione, il 31 ottobre u.s., dell’appalto con la cooperativa che gestiva quella realtà, ultimo residuo del Centro diurno a questo punto completamente disattivato.

Dal 1° novembre, tuttavia, è cresciuta la preoccupazione circa la condizione degli ex utenti Sir, che sono rimasti in un inaccettabile LIMBO, ospitati ancora nella struttura accreditata “Baia Verde”, ma nella più totale incertezza per mesi su chi avrebbe dovuto provvedere a farsi carico di loro e a garantire loro la prosecuzione – doverosa – dei percorsi di assistenza/integrazione già intrapresi. Nelle more di verificare con le Uvi, se e in quale percentuale gli stessi pazienti dovessero partecipare alla spesa e senza che gli enti locali, chiamati in causa per la compartecipazione non avendone potuto programmare la spesa né avendo disponibilità finanziaria nell’ultimo scorcio dell’anno, potessero farsi carico dell’onere scaricato improvvisamente su di essi. Tanto che siamo arrivati al punto di dover promuovere una RACCOLTA FONDI pubblica, per garantire simbolicamente un mese di permanenza nella struttura ad una delle utenti: una goccia nel mare, che però ha dato una mano concreta ad una delle persone più bisognose, anch’essa “ex manicomiale”. Tutto ciò nell’attesa che Asl e Comuni si assumano appieno le loro responsabilità verso persone che, per motivazioni meramente contabili, non possono essere ancora lasciate senza “copertura” e nella più totale incertezza come è accaduto negli ultimi mesi.

Questa PROVVISORIETA’ riguardo alla sorte dei soggetti più deboli e soli, che nella quasi totalità non hanno più una famiglia o hanno congiunti anziani e anch’essi malati, perdura e, anzi, si sta aggravando, considerata la probabilità che anche “Baia Verde”, allo stato unica struttura psichiatrica accreditata sul territorio, chiuda il 31 marzo prossimo. A conferma di ciò, ci consta che le lettere di licenziamento siano state già inviate ai dipendenti. Inevitabile, dunque,  la domanda:CHE NE SARA’ DEGLI EX RESIDENTI SIR e degli altri pazienti ora accolti a “Baia Verde”, visto che sull’isola non vi è alcuna altra opzione alternativa?

Considerato che il 31 marzo è dietro l’angolo, è urgente e indispensabile che si provveda fin da ora a identificare delle soluzioni appropriate per queste persone, che garantiscano loro, dal 1° aprile p.v.,  un’adeguata residenzialità, l’assistenza sanitaria di cui necessitano e la serena prosecuzione del percorso compiuto, per non disperdere il proficuo lavoro e i progressi  registrati in questi ultimi vent’anni.  Ovviamente, per quanto ci riguarda e in generale per l’opinione pubblica isolana, è fuori discussione ogni ipotesi di sistemazione anche solo temporanea in terraferma, giacché non sarebbe accettabile lo sradicamento di questi pazienti dalla loro terra e dal contesto in cui sono integrati.

Pertanto, come Cudas Ischia, La invitiamo e La sollecitiamo, nella sua veste di dirigente del Dipartimento della Salute Mentale dell’Asl Na2 Nord, ad intervenire per VELOCIZZARE e AGEVOLARE UNA SOLUZIONE APPROPRIATA sulla nostra isola per gli EX RESIDENTI SIR, che hanno già sofferto un periodo fin troppo lungo di incertezza e aleatorietà. Nell’occasione, la preghiamo di provvedere al più presto a dare corso alla riapertura di una Sir, assolutamente indispensabile sull’isola, e a tutte le azioni e i provvedimenti necessari a RICOSTRUIRE UNA RETE DI SERVIZI PSICHIATRICI  in grado di rispondere alle molteplici esigenze di un’utenza varia e, purtroppo, numerosa, che attualmente è abbandonata a sé stessa, senza riferimenti e supporto.

Nell’attesa di verificare nei fatti un AUSPICATO E INDIFFERIBILE CAMBIO DI PASSO nell’erogazione dell’assistenza psichiatrica sulla nostra isola, porgiamo distinti saluti”.

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