Nel giorno del 70° compleanno, il ricordo di Antonio De Simone e di 20 anni di vita del “Telese”

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Foto Qui Ischia

Le foto all’ingresso sono come un grande album di fotografie di famiglia, esposto per ricordare insieme i momenti felici, allegri, anche conviviali. E la scacchiera appoggiata su un angolo del pianoforte è un altro oggetto che sa di casa. Che fa casa, in un ambiente che ha già caratteristiche diverse da quelle consuete dell’entrata di una scuola. I saluti affettuosi, gli abbracci, le battute scambiate con familiarità tra quanti continuano ad arrivare creano, poi, un’atmosfera da rimpatriata tra vecchi amici. O meglio, tra compagni di scuola, che hanno in comune ricordi, aneddoti, date, luoghi, persone e sono pronti e desiderosi di rinfrescarli, confrontarli, scambiarli. Compagni di scuola sì, ma non tra i banchi, bensì dietro le cattedre. Tutti insegnanti, molti in pensione, tornati per una mattina all’Ips “Telese”, dove hanno prestato servizio per anni, spesso per decenni. Un raduno per un’occasione che dispensa emozioni e fa ancora più atmosfera di famiglia: un omaggio ad ANTONIO DE SIMONE, il PRESIDE scomparso pochi mesi fa, che in questo 28 marzo avrebbe compiuto 70 anni. E infatti con le foto, all’ingresso, c’è anche un cartello con un eloquente “BUON COMPLEANNO, PRESIDE DE SIMONE!”, scritto a caratteri cubitali.

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“Abbiamo voluto creare un clima di accoglienza e familiarità”, spiega il professor BERNARDO DELL’OMO, nell’introdurre la serie degli interventi  previsti per raccontare le storie di De Simone e del “Telese”, che per vent’anni, dal 1985 al 2005, sono state una sola. E l’intento è stato rispettato. Così le emozioni non sono mancate e la commozione nemmeno, tra quanti di quel periodo sono stati non solo testimoni, ma compartecipi, per ritrovarsi, ora, a parlare del Preside e di un pezzo della loro vita. Senza limiti definiti tra le esperienze professionali e quelle personali, per il ruolo centrale che la scuola con le sue relazioni e il suo vissuto ha avuto nel quotidiano di ciascuno di loro. A cominciare da quello dell’ospite d’onore.

Mandato in soffitta il termine preside dal burocratese recente, l’attuale dirigente scolastico dell’istituto di Fondo Bosso, MARIO SIRONI, ha ricordato gli incontri con il “collega”, come ha preferito chiamarlo, del quale apprezzava la sobrietà nello svolgere il suo ruolo e con il quale condivideva una gestione rispettosa della scuola quale istituzione dello Stato sul territorio, chiamata ad erogare un servizio pubblico di importanza primaria e a dialogare e lavorare con tutti gli altri pezzi dello Stato sull’isola. “Se dovessi definirlo, direi che era un uomo di scuola”, ha concluso Sironi.

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A promuovere e ad organizzare l’omaggio a De Simone. è stato uno degli insegnanti che ha vissuto quasi tutti gli anni della presidenza De Simone, fin da quando approdò al “Telese” 25 anni fa: ANTONIO SCHIAZZANO. L’altro Antonio l’aveva conosciuto nell’82, quando aveva avuto il primo incarico da supplente presso l’istituto nautico a Lacco Ameno, dove il futuro dirigente, laureato in filosofia, insegnava allora geografia. Fu in quel contesto difficile per un giovane alla prima esperienza che gli arrivò il primo consiglio. “Questa è una trincea, non indietreggiare mai!”. Un sostegno da fratello maggiore che non gli mancò mai quando, trovatosi davanti a un bivio della sua carriera scolastica, fu proprio De Simone a farlo approdare al “Telese”. Dove tanti ricordi personali si intrecciano con quelli scolastici, perchè De Simone e l’Alberghiero furono un “binomio inscindibile”, reso tale dall’”HUMANITAS” che permeava la vita scolastica e i rapporti tra tutte le persone che ne erano parte. “E’ stato un suo merito – ha sottolineato Schiazzano – aver creato l’IDENTITA’ del “Telese” e il SENSO DI APPARTENENZA in una scuola senza gerarchie, ma senza sacrificare l’educazione e il rispetto delle regole”. E del Preside, dalla grande memoria e dal ricco bagaglio culturale, dalla forte professionalità e notevole capacità di ascolto, ha voluto ricordare ancora le inconfondibili battute in dialetto con cui contrappuntava i consigli di istituto, la timidezza e la semplicità. E il sorriso con cui ci era tornato, dopo pressanti inviti, il 19 ottobre 2016, in occasione dell’incontro con la delegazione greca per celebrare l’origine euboica di Pithecusa. Erano 11 anni, da quando era andato in pensione, che De Simone non era più rientrato in quella scuola in cui aveva speso tanta parte della sua azione formativa ed educativa. Di nuovo tra coloro che, come Schiazzano, oggi possono dire: “Era UNO DI NOI, uno dei nostri”.

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Ma volendo ricordare la figura di De Simone a tutto tondo, non si può prescindere dal suo IMPEGNO POLITICO, culminato con l’elezione in Consiglio comunale nel 1975 per il Partito Comunista. In quello stesso anno, che vide un ampio rinnovamento dei consiglieri, risultò tra gli eletti nella Democrazia Cristiana il futuro sindaco GIUSEPPE BRANDI, cui è toccato di raccontare il De Simone politico. “Ma come Antonio, gli chiesi un giorno, sei crociano, vicino a Malagoli, fai discorsi filosofici sulla politica e sei nel PCI? Mi rispose che dentro di lui era un liberale, ma era nato e vissuto alla Marina e aveva un imprinting sociale forte, per lui la politica era stare vicino agli ultimi”. All’opposizione per tutti i 17 anni trascorsi nel civico consesso, De Simone, per ammissione di Brandi che sedeva invece sugli scranni della maggioranza, onorò sempre il suo ruolo e la sua appartenenza politica con grande RIGORE: “Antonio era un duro e puro, non partecipò mai neppure alle cene che facevamo tutti insieme, maggioranza e minoranza, dopo i Consigli comunali”. Un rigore formale che diventava sostanziale proprio durante i Consigli, che allora (erano  gli anni della sindacatura di Enzo Mazzella) erano chiamati a ratificare tutte le delibere di Giunta. E la sua funzione di approfondimento e di controllo, De Simone la svolgeva appieno, “con altri si mercanteggiava – ha detto Brandi – con lui si facevano le 4 di mattina, perchè aveva pure il fisico e l’età per reggere a lungo e non transigeva”. Fu in quegli anni che, nel quadro delle opere realizzate a Fondo Bosso, fu approvata la variante per l’Alberghiero, che nel 1983 venne intitolato a Vincenzo Telese, l’artefice della svolta turistica di Ischia negli anni ’50.

Così, sul tema “Fare turismo, insegnare turismo” è intervenuto un alto ex sindaco di Ischia, LUIGI TELESE, che ha evidenziato come l’essere “un uomo del fare” da parte di De Simone sia stato essenziale per una scuola di turismo. Come lo deve essere per gli operatori che da questa scuola continuano ad uscire. “Ischia non tornerà ad essere l’isola di pescatori e contadini degli anni ’40, il turismo nella nostra economia è un dato stabile, si tratta di cogliere i flussi per alimentarlo”. E a questo riguardo, Telese ha insistito sulla necessità di rispondere alla sfida dei tempi e, in particolare, della forte competizione che si gioca a livello globale tra le varie destinazioni, adeguando l’offerta isolana a standard di qualità sempre più alti. Obiettivo per raggiungere il quale serve uno sforzo comune ed equilibrato di tutti i soggetti attivi nel processo di (ri)qualificazione, a cominciare dagli enti locali, il cui contributo è essenziale soprattutto per avviare una seria destagionalizzazione. “Onorare Antonio – ha concluso – lo si fa anche portando avanti il turismo e il territorio”.

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Per tanti anni vicepreside al fianco di De Simone, ANDREA GIUSTO ha portato altri tasselli preziosi alla ricostruzione della figura del dirigente scolastico e dell’uomo, che lo considerava un “fratello maggiore” più che un amico. “Antonio ha sempre ritenuto che l’Alberghiero fosse fondamentale per un’isola turistica e per una clientela d’élite come quella che avevamo e si è fidato di noi”. In particolare degli insegnanti esperti delle materie dell’hotellerie, chiamati a trasmettere le competenze specifiche delle varie professionalità del settore turistico. Da De Simone non è mai mancato il giusto riconoscimento del ruolo degli esperti, chiamando all’istituto di Fondo Bosso i migliori professionisti sul territorio e lavorando “per il riconoscimento del nostro ruolo alla pari di quello degli altri docenti”. Con la sua “buona scuola”, De Simone “ha messo sempre l’alunno al centro del sistema” e per garantire il diritto allo studio dei ragazzi puntò “su una CLASSE DOCENTE STABILE isolana”, che consentiva di iniziare regolarmente l’anno scolastico, senza i lunghi periodi di avvio di chi, invece, dipendeva da un corpo docente perlopiù forestiero. “Per fare l’orario scolastico e procedere così a tutte le nomine in modo da assicurare l’orario definitivo delle lezioni dal primo settembre, ne abbiamo fatte di notti”, ha chiosato Giusto. Sacrifici compiuti per garantire “un ruolo centrale alla SCUOLA come FIORE ALL’OCCHIELLO di un territorio ad alta vocazione turistica. E lui ha reso grande il nostro istituto coniugando l’aspetto pratico e teorico con abnegazione e spirito di servizio”.

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E sull’impegno di De Simone per la crescita dell’Alberghiero al servizio di un sistema turistico avanzato e di qualità ha portato la sua testimonianza RAFFAELE CALISE, già a lungo presidente dell’Associazione isolana Personale d’Albergo e docente presso l’istituto dall’80, quando era ancora una succursale del “Cavalcanti” di Napoli e aveva una sede provvisoria in via Alfredo De Luca.

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Tra i tanti momenti speciali dell’Ips ioslano, che quest’anno festeggia i 60 anni di attività, uno occupa un posto speciale nell’album personale dei ricordi di quanti lo hanno vissuto e, dunque, di quello collettivo della scuola: la visita, il 5 maggio 2002, di GIOVANNI PAOLO II, a cui è intitolata dal 2005 l’aula magna in cui si è tenuta anche la manifestazione di ieri. In quell’occasione unica, la scuola fu mobilitata per preparare e servire il pranzo al Papa e al suo seguito presso l’Episcopio. A riportare la memoria a quel momento straordinario, “che ci fece sentire tutti partecipi del respiro della storia”,  è stata la professoressa CARMEN DE SIMONE, intervenuta come docente più che come sorella del Preside. Una “domenica memorabile” anche per il Preside, che pure si professava ateo, e che tuttavia accolse con gioia quell’occasione per l’Istituto e i ragazzi, preparata nei minimi dettagli con cura quasi maniacale e coinvolgendo tutte le migliori energie della comunità scolastica. E lui, notoriamente timido e schivo, manifestò il desiderio di poter stringere la mano al Pontefice. Incontro che effettivamente ci fu, in Episcopio dopo il pranzo, quando il Papa volle salutare e complimentarsi con la scuola e con i ragazzi che lo avevano seguito nell’unico momento di tregua di quell’intensa giornata. “Fu un dono inatteso per lui, che ha sempre coltivato valori umani autentici – il commento della professoressa – e un’occasione che illuminò la vita dell’istituto, che ha saputo far memoria del Papa”. E di quei tre inviti,  indirizzati proprio da Ischia a ognuno: ASCOLTA, ACCOGLI, AMA.

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A concludere la serie dei ricordi, spesso accompagnati dalla commozione, non poteva che essere la compagna di una vita, la signora LUCREZIA STARACE, 48 anni insieme: “Non sapete quante volte mi sono appiccicata per colpa dell’Alberghiero, consigliando a mio marito di mettere una brandina in presidenza per dormire pure a scuola. Ma sono stata sempre orgogliosa di lui e oggi, davanti a questa vostra partecipazione, penso anche che è valsa la pena di quei sacrifici familiari”. Con grande delicatezza, la signora ha raccontato del suo incontro da ragazzina con De Simone, che allora si faceva valere come calciatore tanto da meritarsi come soprannome “Perez” per i suoi piedi buoni. Ed è stata la signora Starace ad annunciare la decisione sua e dei figli, RITA e LUCA, di istituire dal prossimo anno scolastico una BORSA DI STUDIO in ricordo del Preside, destinata ai ragazzi delle terze classi di RICEVIMENTO, “per dare continuità e significato al percorso degli alunni, per sostenere il loro impegno e sacrificio e per tenere in vita l’amore che ha legato mio marito ai giovani e agli alunni della scuola, in particolare”.

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Ha poi portato il suo saluto il sindaco di Ischia, ENZO FERRANDINO, che ha reso omaggio alla figura di De Simone, indicandolo come “icona per il suo modo di interpretare il proprio ruolo nelle istituzioni” e come “esempio nella scuola e punto di riferimento per chi forma le future generazioni, in particolare ai valori dell’ospitalità incarnati da chi opera nel turismo”. E ricordando una segnalazione sulle luci stradali ancora accese dopo l’alba, ricevuta dal Preside, che la mattina presto andava a correre, il Sindaco ne ha voluto evidenziare lo spirito civico e l’amore per il paese.

Poi, l’affettuoso omaggio ad Antonio De Simone della sorella ERASMA, che ha letto una poesia composta per la sua scomparsa.

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Subito dopo, un altro momento molto partecipato della mattinata: lo scoprimento dalla signora Lucrezia con il dirigente Sironi della targa con cui è stato intitolato a De Simone il Laboratorio di Accoglienza, di fatto la reception del “Telese”. A seguire il buffet preparato dall’ottima brigata della cucina dell’Istituto e servito dagli inappuntabili allievi sotto lo sguardo vigile dei docenti. Un incontro conviviale in cui è proseguito lo scambio di ricordi, personali e scolastici, di una comunità che per qualche ora si è ritrovata, come se gli anni non fossero passati. Lo stesso clima, sereno e familiare, delle foto all’ingresso.

 

 

 

 

 

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