Ricostruzione e ricerca post terremoto al convegno dei 5 Stelle

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Foto Qui Ischia

Dopo otto mesi, un numero già significativo di convegni e occasioni di confronto e zero risultati sul fronte della ripresa nei Comuni terremotati, un altro momento di dibattito sul dopo sisma del 21 agosto è arrivato domenica mattina nella conferenza promossa dal Movimento 5 Stelle all’Hotel Terme di Augusto a Lacco Ameno. E, sebbene non fosse l’unico argomento da trattare in programma, ha finito inevitabilmente con il diventare preminente, negli interventi degli isolani e in quelli dei numerosi ospiti, tra i quali diversi parlamentari pentastellati freschi di elezione o già alla seconda legislatura, oltre a esponenti politici regionali. Con il contributo come sempre prezioso del professor Giuseppe Luongo, autore fin dai primi giorni successivi al terremoto di proposte importanti e costruttive, finora lasciate cadere inspiegabilmente nel vuoto, innanzitutto dalle letargiche amministrazioni isolane.

Ad introdurre il tema terremoto e ad illustrare la situazione attuale nelle aree colpite, con le pesanti ripercussioni sull’intera isola è stata l’architetta CATERINA IACONO, che ha voluto sottolineare anche le carenze informative emerse soprattutto a livello scientifico nella notte del 21 agosto e nelle ore successive, che hanno rivelato inefficienze e inadeguatezze del sistema di rilevazione e controllo dei fenomeni, nonostante le caratteristiche geologiche ad alto rischio di Ischia. Quelle caratteristiche che nel secolo scorso spinsero uno studioso e uomo di scienza come il professor Crisotofaro Mennella a raccomandare, con il ripristino dell’Osservatorio Geofisico, anche allora in cattive condizioni, la realizzazione di un Centro Scientifico multidisciplinare a Casamicciola. Un inquadramento storico in cui la relatrice ha inserito la disamina della situazione attuale, con particolare riguardo allo stato dell’arte sul fronte degli strumenti urbanistici funzionali ad ogni ipotesi di ricostruzione. E l’analisi, necessariamente impietosa, ha evidenziato una gestione del territorio disastrosa per la MANCANZA dei PIANI URBANISTICI, mai prodotti dagli enti pubblici competenti a vari livelli e tutti inadempienti.

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Foto Qui Ischia

Perciò Iacono ha chiesto che il Comune di Casamicciola crei una CABINA DI REGIA con Città Metropolitana, Regione e Governo per redigere i piani mancanti, primo fra tutti il PUC (Piano Urbanistico Comunale, da realizzare entro il 31 dicembre), auspicando contestualmente la nascita di una CONSULTA dei cittadini e un Ufficio tecnico con apporti multidisciplinari. Non sono mancate idee e proposte specifiche su interventi utili a rilanciare anche economicamente Casamicciola, a partire dalla zona litoranea: recupero Pio Monte, ripascimento spiaggia di Suor Angela, sistemazione dell’area destinata alla pompa di benzina e abbandonata e poi, a monte, rivalutazione della sorgente del Gurgitello, di piazza Bagni e delle rovine dell’antico edificio seicentesco del Pio Monte. E la relatrice ha parlato di ESPROPRIO per il complesso costiero del Pio Monte e per i terreni abbandonati, funzionali alla ricostruzione. “Bisogna trovare una strada maestra non solo per Casamicciola e Lacco, ma per tutta l’isola, perchè siamo tutti sulla stessa barca”, la conclusione di Iacono.

Presente sull’isola per motivi privati, ha brevemente preso la parola pure il professor FRANCO ORTOLANI, geologo che spesso è intervenuto anche sulle emergenze isolane, appena eletto al Senato con i 5 Stelle. “Ischia non è un pezzo di roccia buttato in mezzo al mare – è un MONUMENTO DELLA NATURA di grande importanza”, come tutte le isole, che “hanno bisogno di tutela, cura e attenzione”, perchè si tratta di eccellenze mondiali. Fermo restando che nel nostro caso ci vuole particolare attenzione ai fenomeni sismici e vulcanici.. Ha auspicato, dunque, che si faccia di più e meglio sul territorio e che le risorse pubbliche siano utilizzate nel modo più efficiente.

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Foto Qui Ischia

Molto lucido, puntuale e concreto anche in questa occasione è stato il contributo del vulcanologo professor GIUSEPPE LUONGO, che ha ricordato come dopo il terremoto del 1883 si fosse registrata una grande mobilitazione delle istituzioni a tutti i livelli e un gran fermento di aiuti, attività legislativa, polemiche anche politiche e apporti scientifici, non paragonabile a quanto accaduto dopo l’evento del 21 agosto. Sul quale è caduto il silenzio per non interferire con il turismo, ma “il problema è come parlarne”: magari si potrebbe puntare sul tema della sicurezza, che potrebbe interessare anche i turisti, impegnandoci a garantire loro la massima possibile, considerato pure che la sicurezza totale non c’è in nessun luogo del mondo.

Sul futuro, il professore ha chiarito che, per le caratteristiche della sequenza sismica ischitana, è arduo elaborare un modello statistico che consenta di fare un calcolo delle probabilità attendibile su quando potrebbe ripetersi un sisma: dalla fine del ’700 al 1883, in 90 anni, vi furono 4 terremoti, gli ultimi due a distanza di appena due anni, con la catastrofe finale, a cui è seguito un lungo periodo di oltre 130 anni di quiete. E’ invece certo che il terremoto si ripeterà dove è già accaduto in passato e nell’agosto scorso. Per questo la scelta tra l’abbandonare la zona terremotata, come fecero dopo ’83 trasferendo l’insediamento sulla fascia costiera, o il ricostruirvi spetta alla comunità e richiede la massima chiarezza.

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Luongo ha ribadito la sua proposta di creazione di un CENTRO DI RICERCA INTERNAZIONALE per studiare i sismi che si verificano in aree molto circoscritte, a bassa profondità e con grande intensità, come quelli ischitani. Allo stato, come hanno dimostrato le erronee localizzazioni del 21 agosto, per questo tipo di eventi sismici i modelli generalmente utilizzati dagli enti di ricerca non funzionano, per cui vi è necessità di conoscere di più sulle aree epicentrali. E una struttura del genere si potrebbe creare a Casamicciola, per rilanciare anche il tema centrale delle sicurezza e della tutela del territorio. Luongo ha concluso auspicando che i Piani urbanistici tengano conto di quanto prodotto dall’evento del 21 agosto e del rischio futuro.

A completare il dibattito sul tema della gestione del dopo terremoto è stato l’intervento dell’avvocato ANTONIO TRANI che, nel quadro di una scelta di delocalizzazione rispetto alla zona terremotata che potrebbe comportare l’esproprio di aree libere e più sicure dove intervenire con l’ausilio di una SOCIETA’ DI TRASFORMAZIONE URBANA, a cui i cittadini terremotati potrebbero partecipare con quote garantite dalle loro proprietà nelle zone da lasciare, in cambio di case più sicure nei nuovi insediamenti.

Di carne al fuoco se ne è messa parecchia, anche domenica, ma al moltiplicarsi delle idee e delle proposte caratteristico di questa fase che dura da otto mesi, c’è da sperare che presto si sostituisca il momento delle decisioni, il più possibile consapevoli e condivise, e quindi dell’attivazione degli interventi di ricostruzione. Ma si procede con estrema lentezza…

 

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