La salita al Castello, una giornata di festa per ritrovare il paradiso di casa

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Foto Qui Ischia

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Foto Qui Ischia

E’ stata ancora una grande festa. Favorita da una giornata di primavera già con atmosfere d’estate. Perfetta per l’ascesa al Castello, paradiso domestico da (ri)conquistare come parte integrante della propria realtà e identità, salendo per un giorno alla sua altezza e superando così la sensazione di estraneità che può ingenerarsi a guardarlo dall’isola maggiore, dal basso del ponte su cui domina possente. Presenza familiare, isola simbolo di un’altra isola, paradigma di ciò che Ischia è. E soprattutto di come meglio potrebbe essere. Una scoperta continua, in ogni angolo, in ogni scorcio, in ogni prospettiva, che si è offerta con generosità ai tanti visitatori arrivati dalla Maior nell’ormai consueto appuntamento dell’ultima domenica di maggio. Quando il CASTELLO INVITA GLI ISCHITANI ad annullare quell’altezza che nel resto dell’anno crea separazione. Più psicologica che fisica. E infatti basta appena un minuto di ascensore a superarla.

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Foto Qui Ischia

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Foto Qui Ischia

Anche ieri, in tanti hanno scelto di salire. A centinaia, da ogni parte dell’isola, famiglie intere con tanti bambini al seguito. Chi è interessato alla bellezza dei panorami, chi al patrimonio storico/artistico, chi a rivedere i luoghi conosciuti nell’infanzia, chi a farsi una passeggiata salutare, chi a passare una domenica diversa con amici e parenti fuori casa. E con la riscoperta del paradiso domestico ricompare l’orgoglio dell’appartenenza solitamente negato. E il piacere di comunicare l’isola bella anche a chi non è salito, che sia dall’altra parte del ponte o dall’altra parte del mare. Selfie, foto, messaggi e social aiutano la diffusione della bellezza. Che là sopra non tradisce mai, superando puntualmente tutte le aspettative.

E’ anche l’occasione per vedere da vicino i risultati dei lavori avvistati da giù. Il chissà cosa staranno facendo trova risposte semplici e puntuali. E lo stupore di interventi che non hanno stravolto, deturpato, svilito. “E’ tutto antico, autentico, non pare che ci abbiano messo le mani”, è il commento che accompagna lo stupore. Con il compiacimento, neppure troppo velato, di non essere rimasti delusi, come forse si poteva immaginare osservando solo le impalcature, da giù.

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Foto Qui Ischia

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Foto Qui Ischia

“Abbiamo un posto così a Ischia, ce ne accorgiamo poco”. Salire  serve a ricordarsene, come anche a guardare in modo diverso l’isola grande. Dove tanta bellezza resiste e non si nasconde vista da su. Come, però, non si nascondono neppure i punti neri, le disarmonie, le brutture. Quelle a cui l’abitudine ci ha abituato e che, invece, la prospettiva da sopra torna a rendere visibili. E inquietanti. Così, la Minor diventa cartina di tornasole della Maior. E il piccolo universo di sopra propone per un giorno elementi di consapevolezza, spunti di riflessione e temi di discussione prima e dopo la ridiscesa sull’altra isola, casa nel resto dell’anno.

Una giornata diversa, da incorniciare. Con le sue visioni, sensazioni, emozioni. Con i suoi incontri, i sorrisi e i saluti scambiati, i ricordi che riaffiorano dalla memoria, i racconti delle altre salite, i giochi dei bambini. E gli stridii dei gabbiani, osservatori curiosi e senza paura degli ospiti umani della loro oasi immersa nel mare. L’abbraccio azzurro che unisce le isole e con la sua immensità annulla le distanze.

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