Chiusa la prima fase dell’iter, finalmente la Sir si avvicina, ma è silenzio sul Centro diurno

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Foto Qui Ischia

Ci sono voluti due anni e nove mesi per ricominciare a vedere una luce in fondo al tunnel. Da quando, nel settembre 2015, fu firmata dall’allora commissario dell’Asl, Agnese Iovino, la famigerata delibera che segnava la chiusura della SIR di Ischia e con essa spazzava via diciotto anni di vita e di serenità faticosamente conquistata dagli ischitani reduci dal manicomio. Due anni e nove mesi. Fino ad oggi, anzi per l’esattezza fino a mercoledì scorso, quando si è chiusa la prima fase della gara d’appalto finalizzata alla riapertura di una Sir sulla nostra isola. Il 6 giugno, infatti, scadeva il termine per la presentazione delle offerte degli aspiranti gestori della nuova Sir, primissimo passo verso il recupero  di un SERVIZIO NECESSARIO, la cui temporanea soppressione ha lasciato un vuoto importante sul territorio e nelle rete dell’assistenza psichiatrica. Anzi, l’organizzazione di quest’ultima sull’isola  vent’anni fa era partita proprio da Villa Orizzonte e dai suoi primi residenti. Una realtà che veramente aveva funto da apripista a Ischia, nell’Asl di appartenenza, in Campania e perfino  nel contesto dell’intero Mezzogiorno.

Non è stato facile e non era affatto scontato che si arrivasse ad una riedizione della Sir. Anche se era apparsa subito come una scelta sbagliata e sciagurata la sua soppressione, tanto più dopo le vicissitudini che  avevano segnato il periodo di passaggio da Villa Orizzonte a Villa Stefania, il pasticciaccio del bando per il reperimento di una nuova struttura archiviato sul nascere, fino all’epilogo con lo sradicamento dei “pulcini sperduti” e la vergognosa provvisorietà a cui erano stati condannati dopo la chiusura della struttura di Casamicciola. Finito il periodo del commissariamento e ripristinata una gestione normale dell’Azienda sanitaria, la nuova dirigenza aveva annunciato l’intenzione del ripristino della Sir a Ischia, ma sempre in modo molto generico e proiettato in un futuro non imminente. Mentre sull’isola la cittadinanza continuava a sollecitare quella soluzione, mantenuta in primo piano dalle iniziative del CUDAS, con una grande partecipazione e un forte sostegno della società isolana.

Nel frattempo, si sono avvicendati vari responsabili ai vertici del Dipartimento aziendale, che non avevano neppure avviato l’iter, che invece è stato scongelato dall’attuale di dirigente Walter Di Munzio, portando nel marzo scorso alla pubblicazione del bando che ora si è chiuso. Mentre si apre ora la delicata fase della valutazione delle proposte, che non si fa in un batter d’ali. E poi, una volta scelto il progetto, si dovrà procederne alla realizzazione, per cui passerà almeno qualche mese per l’inaugurazione della nuova Sir. Ma l’importante è che si faccia: per raggiungere l’obiettivo vale la pena pure aspettare tutto il tempo necessario ad avere una struttura adeguata, efficiente, sicura. Finalmente.

Se il percorso della nuova Sir può essere considerato rassicurante, non altrettanto si può dire sull’altro pilastro di cui c’è bisogno per ricostruire la Salute mentale sull’isola, ovvero il CENTRO DIURNO. Per come sembrava che fossero avviate le cose, si poteva pensare che il Centro diurno fosse più vicino al traguardo della Sir. E invece non se ne sa più nulla da un pezzo. Troppo tempo, soprattutto in considerazione dell’urgenza di ricreare un punto di riferimento sul territorio per gli utenti dei servizi psichiatrici , rimasti letteralmente in mezzo a una strada dopo la sospensione sine die di tutte le attività del Centro, compreso il GIARDINO DELL’AMICIZIA, la cui chiusura grida ancora vendetta.

Che ne è del Centro Diurno? A che punto è la sua concretizzazione? Quanto altro si dovrà attendere prima di tornare a dare servizi degni di un Paese civile e moderno ai pazienti psichiatrici di Ischia e Procida? Si attendono risposte e un cronoprogramma serio dall’Asl Na2 Nord…

 

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