Il Cudas scrive a D’Amore: “Egregio Direttore, per l’estate ci vuole più personale al Rizzoli”

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Foto Qui Ischia

Dovrebbe essere a Ischia tra poche ore, per partecipare all’incontro sui servizi di diabetologia in programma in mattinata all’Hotel Re Ferdinando di Ischia. E per l’occasione il direttore dell’Asl Na2 Nord ANTONIO D’AMORE è destinatario di una lettera aperta che il Cudas domani cercherà di consegnargli personalmente, se verrà sull’isola, ma che in ogni caso gli è stata inviata via mail, come le altre note diffuse in questi mesi dal Comitato per il Diritto alla Salute isolano, a firma della presidente GIANNA NAPOLEONE. Note su temi di stretta attualità per la sanità isolana e, in particolare, l’ospedale “Rizzoli”, che versa in condizioni di perenne emergenza. Destinate ad aggravarsi in un’altra estate affrontata finora senza neppure l’acqua per friggere. A meno  che non intervengano al più presto le soluzioni e i correttivi sollecitati in questa lettera del Cudas.

“Egregio Direttore,

approfittando della sua annunciata presenza a Ischia per l’importante convegno organizzato dall’Associazione Diabetici isolana, cogliamo l’occasione per richiamare la sua attenzione su questioni sicuramente a lei ben note, anche perché annose, che rappresentano un costante motivo di preoccupazione e di incertezza per i cittadini isolani, in considerazione della loro stretta dipendenza, conseguenza della condizione di insularità, dal livello di funzionalità e di efficienza dell’ospedale “Rizzoli” di Lacco Ameno.

Come lei ben sa, Direttore, il periodo estivo, che altrove corrisponde solitamente ad una riduzione dell’affluenza e della richiesta di prestazioni, sulla nostra isola si identifica, invece, con un ampliamento significativo del bacino d’utenza, per effetto della stagione turistica, che peraltro copre un arco temporale ben più ampio dei tre mesi d’estate. Ma non c’è dubbio che questi, da sempre, sono i più critici per la tenuta del presidio lacchese, anche per le concomitanti ferie del personale che, per legge, non possono essere fruite in altra stagione. Perciò gli operatori del “Rizzoli”, già insufficienti in ogni ruolo e mansione in condizioni di “normalità” (che per l’ospedale isolano è parola grossa…), si ritrovano ad affrontare il forte aumento di lavoro estivo in un numero ancora più limitato del solito. E con il peso del superlavoro già sopportato nei nove mesi precedenti, con turni di lavoro massacranti. A cui si aggiungono i disagi del pendolarismo, per chi viene a lavorare sull’isola anche da molto lontano e per i residenti, chiamati a farsi carico di tutte le situazioni straordinarie, a cominciare da quelle dipendenti dalle condizioni meteomarine avverse.

Qualche anno fa, di questi tempi, arrivava puntuale l’annuncio dell’Asl relativo all’invio di personale di rinforzo – soprattutto paramedico e socio-sanitario – per fronteggiare l’emergenza estiva sull’isola. Poi, al posto dei rinforzi, si è puntato sullo straordinario e negli ultimi anni sui “progetti” estivi, che hanno consentito di tamponare alla meno peggio la straordinarietà della stagione turistica, caricandone però tutto il peso sulle poche forze disponibili, sempre le stesse.

Come ha pensato quest’anno di affrontare la situazione e garantire, da qui a settembre, personale medico, paramedico e socio-sanitario adeguato alle particolari esigenze estive dell’ospedale dell’isola?

Da cittadini utenti ci preoccupa l’eventualità che si punti ancora su un aggravio di lavoro, seppur remunerato, per operatori che già nella “normalità” hanno sopperito alle carenze croniche di personale e che hanno bisogno anche di riposo, piuttosto che di ulteriori carichi. Questo a tutela del loro benessere psico-fisico, che è presupposto della qualità del loro lavoro, dunque della sicurezza dei pazienti loro affidati.

Di qui la richiesta di valutare soluzioni, peraltro urgenti, per garantire un INCREMENTO di PERSONALE almeno nei MESI ESTIVI all’ospedale isolano, che deve garantire assistenza adeguata ai residenti e ai turisti. Nel caso di questi ultimi, anche con la possibilità dell’Asl di rivalersi sulle Aziende di provenienza, con un vantaggio economico (ammesso che si riesca a farsi pagare dalle Asl dei forestieri) che dovrebbe essere reinvestito almeno in parte nel potenziamento dell’offerta sanitaria sull’isola durante la stagione turistica.

A dieci mesi dal TERREMOTO dell’agosto scorso, inoltre, le chiediamo cosa si intenda fare e con quale tempistica per avviare un ADEGUAMENTO ANTISISMICO (sempre con l’ospedale aperto, ovviamente) dell’edificio di via Fundera. In particolare, sollecitiamo ancora una volta la rimozione dei serbatoi idrici dal tetto del nosocomio, che rappresentano un aggravio di peso certamente collaudato in condizioni di normalità, ma che potrebbe rappresentare un serio problema nel caso di ulteriori eventi sismici. Quando ci aspettiamo che proprio l’ospedale riesca a garantire la sua piena funzionalità per far fronte all’eventuale emergenza.

A proposito, sollecitiamo anche lo svolgimento periodico di PROVE DI EVACUAZIONE e di simulazione di emergenze, per garantire adeguata preparazione al personale in servizio, a tutela degli stessi operatori, dei pazienti e dell’intera cittadinanza.

Confidando nel suo impegno per rispondere con sollecita fattività alle questioni proposte alla sua attenzione, la salutiamo cordialmente

Per il Cudas Ischia, Gianna Napoleone”

 

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