Al “Rizzoli”, dove la sistemazione post terremoto si è fermata e si risparmia sulla pulizia

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Foto Qui Ischia

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Sono trascorsi undici mesi da quella sera indimenticabile del 21 agosto. Che lasciò diversi segni anche sulle pareti del “Rizzoli”, da un piano all’altro, nel vano scale, nei corridoi, nelle camerate. Crepe e distacchi di pezzi di intonaco, archiviati dai tecnici come conseguenze minime del sisma che non dovevano essere motivo di preoccupazione. Bene. A maggior ragione, allora, viene da chiedersi come mai in quasi un anno non si sia riusciti a stuccarle tutte, quelle “zelle” sui muri. Che in diverse parti della struttura ancora spiccano, producendo una pessima impressione e accentuando la sensazione di trascuratezza che comincia dal giardino e prosegue tutt’intorno e all’interno dell’edificio di Lacco.

Eppure, la “LAVATA DI FACCIA” per cancellare le tracce del terremoto era cominciata con inusitata celerità già qualche settimana dopo l’evento. Lavori minimi, stuccature perlopiù, giusto per rendere di nuovo presentabili le scale e qualche corridoio di reparto, ritinteggiati poi con colori più alla moda. Ma – la domanda sorge spontanea – una volta che avevano iniziato, NON POTEVANO pure FINIRLA, quella grande opera? Dopo la partenza a tutta birra, come mai ci si è fermati a metà e non ci si è più preoccupati di sistemare quello che restava da sistemare?

E proprio alla luce di quanto si è fatto, appare più strana la brusca frenata che ha lasciato crepe e buchi lungo i corridoi e in alcuni ambienti al primo piano, in particolare tra la Cardiologia e la Rianimazione. Ma cosa ci voleva e ci vuole per chiudere anche quelle crepe e per darci sopra una mano di pittura?

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Comunque, a parte la parziale “lavata di faccia” post terremoto e la profusione di colori pastello, lì dove sono stati usati, l’ospedale si presenta decisamente trascurato. Il giardino è una selva di erbacce, con le piante costose ereditate dalle visite dei politici vip che stanno progressivamente morendo, mentre i RIFIUTI crescono intorno al perimetro dell’edificio e in vari punti del giardino stesso, come dietro i container del 118, usati come discarica di arredi vecchi o danneggiati.

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E pure all’interno non è che gli ambienti brillino per PULIZIA. Lo si nota soprattutto di sera, nei corridoi, nelle stanze di degenza, nei bagni e sulle scale. D’altra parte, non c’è da stupirsene, visto che da  qualche tempo è stato deciso improvvidamente di annullare il “RIPASSO” POMERIDIANO, che dovrebbe essere intoccabile in una struttura dove l’IGIENE e la PULIZIA non sono un optional, ma una ESIGENZA IMPRESCINDIBILE. Che non può essere sacrificata per magri RISPARMI, perchè non è sulla pulizia che si può e si deve lesinare in un presidio ospedaliero. E invece, con buona pace della dirigenza del “Rizzoli”, è proprio quello che accade incredibilmente in via Fundera. Dove si cammina costantemente all’indietro, invece di migliorare…

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