Dopo la Festa, la pulizia delle scogliere e dei fondali della baia di Sant’Anna trasformati in discariche

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Foto Qui Ischia

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Per giusti motivi di sicurezza, non si potevano portare bottiglie e bicchieri di vetro alla Festa di Sant’Anna. Ma la PLASTICA era libera e gli spettatori non se la sono fatta mancare. E, soprattutto, (ancora) in tanti, tra le scogliere e il pontile, hanno deciso di non farla mancare neppure al mare. E gliene hanno LASCIATA IN ABBONDANZA, insieme a cicche, lattine e rifiuti assortiti. Che sono andati ad aggiungersi ai tanti già depositati tra gli scogli, destinati a finire prima o poi direttamente a mare e ad andare a incrementare le MICROPLASTICHE che ormai sono presenti anche negli organismi marini viventi, compresa la carne dei pesci che mangiamo. E che, una volta pescati, finiscono per la vendita nelle cassette di POLISTIROLO, “naufragate” a centinaia, in frammenti di ogni dimensione, negli anfratti della scogliera che costeggia il ponte del Castello. Dove stamattina e nel tardo pomeriggio, alcune decine di volontari convocati dall’AREA MARINA PROTETTA hanno cercato di recuperarle, con la “monnezza” lasciata dalla Festa e quella che l’aveva preceduta.

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Puntuali, a prima mattina, si sono presentati al Ponte i CARABINIERI del Nucleo Subacquei di Napoli, SUB isolani esperti, rappresentanti dei DIVING e  di varie ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE. E anche i RAGAZZINI dei campi estivi di Kalimera, che  avevano già partecipato alla pulizia nella Pineta Mirtina e che si stanno guadagnando sul campo il ruolo di piccole vedette dell’ambiente isolano. Al briefing da Cocò ha partecipato il direttore dell’AMP, TONINO MICCIO, che aveva chiesto la collaborazione delle associazioni per restituire una valenza ecologica, di pulizia dei fondali e delle scogliere, al giorno successivo alla Festa di Sant’Anna. Una festa sul marre che non riesce ad esserlo anche del mare per i persistenti comportamenti poco civili di tanti spettatori. Testimoniati dagli evidenti abbandoni recenti di bottiglie, bicchieri, posate, involucri di plastica di ogni tipo, alcuni deliberatamente e sconsideratamente incastrati tra gli scogli, dunque ancora più difficili da raccogliere per i volontari, ai quali erano stati consegnati guanti, retini e sacchi per i rifiuti.

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Nel corso della mattinata, poi, al gruppo originario dei volontari, si sono aggiunti anche dei BAGNANTI, che hanno deciso di dare il loro contributo, ripulendo gli spazi vicini agli scogli su cui avevano steso i loro teli. E uno di loro ha recuperato anche un copertone di automobile buttato vicino allo Scivolo, dove ogni giorno decine di persone prendono il sole e fanno il bagno.

Nonostante la buona volontà, l’impegno e la fatica sotto un solo cocente che non ha concesso tregua, la pulizia non ha potuto che essere solo parziale. Per togliere tutto quello che c’è depositato tra le scogliere che costeggiano il Ponte Aragonese ci vorrebbero decine di operatori con ben altre dotazioni, compresi aspiratori per cercare di recuperare pure i pezzi più piccoli di polistirolo finiti nei punti più impervi e irraggiungibili. Una SITUAZIONE francamente SCONVOLGENTE per quanto racconta dello stato del mare, ridotto letteralmente ad una discarica da buona parte di quelli che lo frequentano e lo utilizzano per i più vari scopi.

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Comunque, guardando la metà piena del bicchiere senza farsi prendere dallo sconforto, il lavoro dei volontari ha fruttato NUMEROSI SACCHI di rifiuti, che altrimenti sarebbero finiti inesorabilmente al mare. Compresi i pezzi di rete e i resti di lenze e fili di plastica che sono tra le cause più frequenti di morte e di danni per le tartarughe e altre creature marine.

Altro motivo di speranza sono stati proprio i ragazzini con le magliette gialle che si sono dati un gran daffare, convinti di dover fare la loro parte per salvare l’ambiente casa comune. Il segno di quanto sia fondamentale la formazione dei giovani e di quanto una sana cultura dell’ambiente e del mare siano imprescindibili per cambiare in meglio i comportamenti di tutti. Obiettivo ancora lontano, su cui però vale la pena continuare a investire e a lavorare, come sta facendo da un paio d’anni anche l’Area Marina Protetta con i progetti nelle scuole isolane. Resta, nel frattempo che i giovani si formano, la piaga dei comportamenti quotidiani di tanti adulti che sta compromettendo la salute del mare anche a discapito della salute umana.

PENSIAMOCI, PENSATECI QUANDO, CON INCOSCIENTE SEMPLICITA’ E TOTALE IRRESPONSABILITA’, BUTTATE DI TUTTO A MARE E TRA GLI SCOGLI O SULLE SPIAGGE DOVE PRENDETE IL SOLE E FATE IL BAGNO, FREGANDOVENE DELLE CONSEGUENZE E DEL MONDO SCHIFOSO CHE STATE CONSEGNANDO AI VOSTRI FIGLI.

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