La Mensa del Sorriso a Casamicciola, ogni sera pasti caldi contro solitudine ed emarginazione

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Foto Qui Ischia

Il colore rosa del cancello d’ingresso ha poco o nulla a che fare con la vita di quelli che lo varcano ogni sera. Storie dure di vite difficili, che si ritrovano intorno ad una tavola apparecchiata, per un’abitudine che fa casa. Là almeno per qualche ora, a cena, si torna ad una normalità negata nel resto della giornata. Compresa la notte, quando la provvisorietà riprende a dettare implacabile le sue regole, appena al di là del cancello rosa. Una barriera, fisica e non solo, tra il fuori governato dalla solitudine e il dentro condiviso con una piccola e rassicurante comunità: gli ospiti che siedono a tavola e la famiglia che ogni sera li accoglie, quando dalla cucina cominciano già a diffondersi gli odori che anticipano il piacere del cibo. Piatti semplici e sostanziosi, cucinati con amore e accompagnati dal sorriso che è anche invito a raccontarsi, a confidare ansie e problemi e a chiedere aiuto e sostegno per affrontarli. E infatti l’hanno chiamata la MENSA DEL SORRISO, un nome che è anche una promessa. Mantenuta e rinnovata per sei sere a settimana, da ormai tre anni. Durante i quali sono stati cucinati e serviti ben QUINDICIMILA PASTI.

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Foto Qui Ischia

Estate e inverno, con un caldo torrido o un freddo pungente, quando è ancora giorno o quando il sole è già tramontato, intorno alle sei del pomeriggio si apre puntualmente il cancello rosa nel vicolo alle spalle di via Girardi, a Casamicciola. All’ingresso nella grande stanza, lo sguardo è subito attratto da un mobile lungo, addossato alla parete, su cui sono ordinati molti indumenti, selezionati a seconda delle stagioni di utilizzo. Più in là, al centro, la grande tavola dove questa esperienza di volontariato trova tutto il suo senso. E’ lì che si servono i pasti preparati nell’altro grande ambiente attiguo, attrezzato da cucina. Dove si notano altre scorte, di pasta e di barattoli di pomodoro, l’essenziale per comporre il piatto principale che non può mancare dalla mensa quotidiana. Quelle scorte sono il frutto della recente collaborazione con il BANCO ALIMENTARE. Un bell’aiuto per chi deve mettere tanti piatti a tavola quasi ogni giorno senza avere sussidi, finanziamenti, fondi assegnati. La mensa è fondata sul volontariato puro, ovvero sulla dedizione, l’impegno e la serietà delle persone che si alternano ai fornelli ogni giorno, occupandosi e preoccupandosi di rendere il più accoglienti e confortevoli possibile le ore che gli ospiti trascorrono alla mensa.

Dal lunedì al sabato, sono sei le squadre in azione. Gruppi di due, al massimo tre persone, che cucinano, servono a tavola, lavano i piatti e riordinano, procurano il cibo da mettere in tavola e aggiungono a questo loro servizio anche ascolto e attenzione per i vari bisogni degli ospiti. In media, una quindicina a sera, ma il numero varia e non è raro che si arrivi anche a venti persone. Arrivano da diverse parti dell’isola, ci sono ischitani e anche forestieri da tempo a Ischia. Uomini e donne che fanno fatica a vivere, che mancano dell’essenziale, che campano come e dove capita, spesso in sistemazioni di fortuna e senza alcuna sicurezza di trovare un giaciglio il giorno seguente. L’unica certezza è che troveranno un pasto caldo alla mensa di Casamicciola, unico antidoto efficace e sempre disponibile alla loro solitudine e al senso di abbandono che spesso l’accompagna.

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Foto Qui Ischia

Si cucina ogni sera come a casa propria per un pranzo di famiglia, alla Mensa del Sorriso. Il profumo di casa del cibo ne è rivelatore, insieme ai piccoli gesti di cura rivolti ai singoli ospiti a sostanziare un accudimento affettuoso e partecipe. Che spesso va anche oltre il pasto serale e comprende il supporto rispetto a incombenze burocratiche, esigenze sanitarie e necessità pratiche della vita quotidiana. Cambiano le squadre, ma lo spirito di servizio e la voglia di essere utili a chi è in grande difficoltà sono uguali per tutti. Non è soltanto il loro tempo libero, che mettono a disposizione ROSANNA, MARIA LETIZIA. GIOVANNI, FRANCO, GIOACCHINO, GIOVAN GIUSEPPE, SIMEONE, CARLO, GIORGIO, VIRGINIA, FRANCESCO, GIAN CARLA, DONATELLA, LESLIE, CAROLINA e GIORGIO, insieme al presidente RAFFAELE PACE. Da tre anni, chi prima chi dopo, si arrabattano per dare continuità ad un’esperienza tanto più irta di difficoltà quanto è necessaria per chi ne è beneficiario. Ogni sera c’è da mettere insieme tutti gli ingredienti per offrire un primo, un secondo con contorno e la frutta che, rappresentando per i più l’unico pasto vero della giornata, devono essere abbondanti e di buona qualità. E ogni mese ci sono da raccogliere i soldi per pagare l’affitto, le bollette, qualche lavoretto di manutenzione e tutto ciò che serve a mandare avanti una casa, seppure di due sole grandi stanze.

Finora ognuno ha fatto e sta facendo la sua parte, con convinzione, abnegazione e senso di responsabilità verso quegli uomini e donne relegati ai margini della società con i loro carichi di sofferenze, errori, disagi e la tentazione di arrendersi. Ma nonostante gli sforzi, la buona volontà e la forte motivazione non sempre sono sufficienti. La sfida quotidiana di occuparsi degli ospiti della mensa e di assicurare i generi di prima necessità ad altre QUINDICI FAMIGLIE a volte sembra ardua. Una arrampicata su una parete di roccia che non sempre offre appigli, ma rischi ad ogni passo. Eppure, bisogna cercare di andare avanti. Per non negare agli ospiti quell’unico pasto caldo sicuro della giornata. E quel sorriso che fa la differenza nella vita di ciascuno di loro. Oltre il cancello rosa, dove non si è più invisibili.

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