Quattro mesi di attesa e visita a Procida: continua l’emergenza dell’Ortopedia del “Rizzoli”

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Foto Qui Ischia

L’appuntamento è tra quattro mesi. E gli è andata pure di lusso. Non per i tempi di attesa, perché 12o giorni – più o meno – per una VISITA ORTOPEDICA sono parecchi, anche per la media italiana. E sono tanti rispetto a come eravamo abituati qui a Ischia ancora fino a poco fa. Ma è soprattutto per la sede che può dirsi fortunato: PROCIDA. Che è la migliore delle opzioni possibili, visto che sarebbe potuto toccargli in sorte anche uno dei presidi di terraferma della nostra Asl, in posti che tra andata e ritorno ci vuole una giornata. A Procida, almeno, ci si arriva più facilmente. Sempre ammesso che sia una giornata che consenta il viaggio per mare, perchè a dicembre nessuno può garantirlo.

Che stiamo messi male, sull’isola, per quanto riguarda i servizi ortopedici non è un mistero. E non da ora, ma già da un po’. Tuttavia, un conto è saperlo come informazione generica, lontana, sostanzialmente estranea. Un conto è trovarsi davanti alla realtà di un caso specifico ed esemplare di tanti. Come quello dell’anziano signore che qualche giorno fa è andato a prenotare una visita ortopedica di cui ha bisogno in farmacia. E lì, dopo aver proceduto a fissarlo, gli hanno comunicato che l’appuntamento era per dicembre, a Procida.

A lui, all’utente, non è sembrata affatto una buona notizia, anzi. Per il lungo periodo di attesa, che è il primo segnale di un servizio in difficoltà e poi per la sede, che rappresenta un disagio obiettivo per chi deve spostarsi da un’isola. Con la costatazione degli enormi regressi registrati in questi anni rispetto ai livelli di assistenza garantiti a Ischia sull’ortopedia (e non solo) ancora nel recente passato. Che poi è il minimo per un ospedale isolano, con un bacino d’utenza già significativo nei mesi meno turistici che cresce in maniera esponenziale nella stagione turistica. Senza trascurare il fatto che in una realtà termale l’ortopedia dovrebbe essere una branca particolarmente curata ed efficiente (l’ospedale “Pietro da Abano” docet), mentre invece è diventata la cenerentola del “Rizzoli” e non è più in grado di svolgere appieno e al meglio l’attività di cui ci sarebbe bisogno sul territorio, nonostante il massimo IMPEGNO profuso dal personale.

Proprio l’enorme deficit di personale è la causa dell’involuzione dell’Ortopedia, che negli anni passati aveva raggiunto livelli di produttività altissimi. Poco a poco l’organico si è ridotto, fino a non essere più in grado di mantenere il livelli di assistenza. Si è cominciato con l’impossibilità di coprire i turni h24, con la mancanza dell’ortopedico in ospedale nelle ore notturne  e nei festivi, che era già un ridimensionamento gravissimo e inaccettabile, a maggior ragione in un territorio insulare. Si è proseguito con la rarefazione dell’attività ambulatoriale, fino al punto da ridurla ai minimi termini, ovvero solo per le visite di controllo post operatorie o post urgenza trattata in Pronto soccorso. Con il risultato che i TEMPI DI ATTESA si sono DILATATI di mesi e che, perdipiù, per passare la visita bisogna SPOSTARSI nel migliore dei casi (sic!) a Procida, ma anche a Pozzuoli, a Giugliano o a Frattamaggiore, costringendo gli utenti a viaggi disagevoli e costosi, per il tempo e i costi richiesti da simili spostamenti.

L’Asl si giustifica sostenendo, come al solito ormai, non riesce a reclutare personale da mandare al “Rizzoli” perchè nessuno vuole venire a Ischia. Un problema, certo, di cui però non possono essere i malati a pagare lo scotto sulla loro pelle. Non è né giusto né accettabile che siano i SERVIZI AD ADEGUARSI ALLA DISPONIBILITA’ DI ORGANICO PIUTTOSTO CHE IL CONTRARIO, come sarebbe ovvio e logico. l’Asl deve trovare un meccanismo che consenta di coprire i vuoti di un organico ridotto peggio che all’osso, per garantire sul territorio i “fondamentali” che non possono e non debbono essere compressi e ridimensionati. Compreso l’AMBULATORIO, che va riorganizzato sull’isola ad ogni costo e con la massima urgenza, mettendo fine a questa VERGOGNA dei viaggi oltre il mare per le visite.

Ma fino a che punto, a Frattamaggiore, pensano di poter comprimere i servizi ospedalieri essenziali? E di non prendere provvedimenti urgenti anche per tamponare una situazione insostenibile, in attesa di una soluzione più stabile?

Il manager D’AMORE continua a mettersi la medaglia d’onore dell’aver bloccato l’esodo degli isolani per gli interventi di cataratta. E degli ESODI CONTINUI PER LE VISITE ORTOPEDICHE, ancora più frequenti e necessarie per la popolazione, che ci dice? Quando e come pensa di risolverli? Faccia delle convenzioni, organizzi dei turni a Ischia per gli specialisti degli altri presidi. E’ sul territorio che deve garantire il servizio, dunque è l’Asl che deve mettere a disposizione il personale necessario, non sono gli utenti che devono mettersi a disposizione dell’Asl. PAZIENTI VA BENE, MA FINO A QUANDO SI ABUSERA’ DELL’ENORME PAZIENZA DEGLI ISOLANI?

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