Il Sindaco d’Ischia al commissario: “I lavori al depuratore di San Pietro devono riprendere subito”

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Foto Qui Ischia

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Finalmente, dopo anni di silenzio, se ne sono ricordati che a Punta San Pietro sta buttata in mezzo ai rovi, letteralmente a marcire, una struttura che è già costata ai contribuenti ben 17 milioni di euro. Uno di quei classici esempi di lavori pubblici iniziati e mai finiti che gridano scandalo in tante parti della Penisola, oggetto periodico di inchieste e reportage quando c’è da raccontare l’Italia sprecona e inconcludente che costruisce e spesso neppure porta a buon fine le classiche CATTEDRALI NEL DESERTO. La nostra, sull’isola, è appunto quella con affaccio panoramico sul golfo che avrebbe dovuto risolverci il problema della depurazione da almeno un quinquennio. E che, invece, è rimasta ferma a metà, mentre la mancata depurazione dell’isola è tra i “casi” che hanno procurato all’Italia una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea che ci costa una multa di oltre 60 MILIONI DI EURO ALL’ANNO. Un aborto che a quanto pare è tornato ad attirare, dopo tanto tempo, l’attenzione almeno dell’amministrazione comunale di Ischia, che oggi, con una nota del sindaco Ferrandino, si è rivolta al Commissario per la Depurazione. Un altro soggetto pubblico che, a quanto pare, deve aver dimenticato l’esistenza dell’incompiuta supermilionaria a Porto d’Ischia.

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Al Commissario Straordinario per la progettazione, l’affidamento e la realizzazione degli interventi per l’adeguamento dei sistemi di collettamento fognatura  e depurazione sul trattamento delle acque reflue urbane (la lunghezza della denominazione deve essere direttamente proporzionale ai tempi di intervento e di soluzione dei problemi di competenza), ovvero l’ingegner Rolle, il primo cittadino ischitano ha chiesto un INCONTRO URGENTE, al fine – si legge nel comunicato del Comune – “di individuare il percorso amministrativo più idoneo alla immediata ripresa e il completamento dei lavori al depuratore di zona San Pietro”. E continua la comunicazione del Comune: “L’ingiustificabile protrarsi dei ritardi, dovuti alla sospensione delle opere realizzande, sta continuando ad arrecare danni e gravissime conseguenze di carattere igienico sanitario per la comunità isolana che vive essenzialmente di turismo e per i residenti dei Comuni interessati. Tali conseguenze rischiano di ledere fortemente e ulteriormente l’immagine dell’isola d’Ischia e della Regione Campania. La mancata attivazione del depuratore, inoltre, mette a pericolo diverse aziende ricettive e commerciali che potrebbero subire pregiudizi derivanti dal mancato completamento dell’opera e che  rischiano  conseguenze ascrivibili ad  inadempimenti ed omissioni  derivanti dal perdurante ed ingiustificato stato di fermo dei lavori per la realizzazione della opera pubblica”.

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Passata (quasi) l’ennesima stagione turistica ad alto rischio, perchè basterebbe un problema di inquinamento anche minimo per sputtanarci senza pietà in mezzo mondo, come accadde peraltro senza motivo alcune estati fa, il Sindaco ha pensato bene di riproporre una questione che. comunque la si guardi e la si consideri, rappresenta una VERGOGNA maiuscola che non può essere sottaciuta, minimizzata, mimetizzata. Anche se negli anni la natura si è incaricata di spargere un po’ di verde e di fiori per “ammacchiare” i resti semidistrutti del cantiere abbandonato, le attrezzature incendiate, le strutture in cemento armato con i ferri mangiati inesorabilmente dalla ruggine. Uno “sperpetuo” che ogni giorno si aggrava, facendo lievitare anche i costi della ripresa di attività. Necessaria e non oltre rinviabile, dopo il nulla degli ultimi anni e il vuoto totale d’iniziativa da parte degli enti regionali che avrebbero dovuto far riprendere velocemente i lavori già da un pezzo, dopo i ritardi incredibili che si erano già accumulati per le bizze (diciamo così…) delle ditte originariamente impegnate nei lavori. Le uniche a guadagnarci da una situazione di cui i cittadini/potenziali utenti/contribuenti finora sono stati solo vittime. Lautamente paganti.

Dopo tanti anni di ritardi, rinvii, mancate risposte e ancora più mancate azioni, giochi al rialzo e scaricabarile, chi dovrebbe sciogliere la matassa, a Napoli, si deciderà ad intervenire in modo utile ed efficiente? O il “costruendo” depuratore continuerà ad andare in malora nel terreno vista mare in cui gli antichi pithecusani  avevano eretto un tempio?

 

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