La “mappatella” di oggi – Foto Qui Ischia
Ancora la “mappatella” quotidiana. Ancora pasti “volanti” distribuiti nel parcheggio di Villa Romana. Ancora il nulla oltre quei cibi nella busta di plastica, che dovranno essere consumati freddi, chissà dove, chissà come. Sono passati mesi, anni e la SALUTE MENTALE a Ischia è ancora all’ANNO ZERO. Con servizi come il CENTRO DIURNO assolutamente necessari, che dopo essere stati sospesi non sono mai stati ripristinati. E nonostante un bando di gara per la riattivazione di cui pure si sono perse le tracce. Con il risultato che agli utenti non resta altro che quel misero pasto quotidiano, da mangiare in solitudine, mentre una volta il pranzo tutti insieme rappresentava uno dei momenti importanti e qualificanti delle attività comuni che li impegnavano, li aiutavano a dare un senso alle loro giornate ed erano parte integrante dei loro percorsi terapeutici. Che si sono ridotti ai minimi termini anche quelli.
Ma che fine ha fatto il progetto di riapertura del Centro Diurno a Ischia? E’ passato ben un anno e mezzo dal bando che, già nella primavera dello scorso anno, avrebbe dovuto portare senza soverchie difficoltà alla sua riapertura. Sembrava un traguardo non solo finalmente possibile, ma anche relativamente prossimo. Una struttura già individuata come sede in una zona centrale di Ischia, magari qualche lavoro da fare e un trasloco da realizzare. Roba di settimane, al massimo di qualche mese, non certo di tutto questo tempo. Trascorso in un silenzio tombale che rende ancora più strana e preoccupante questa mancata evoluzione della vicenda. Questo blocco totale e imprevisto in nettissima contraddizione con le esigenze degli utenti “storici” – almeno quelli rimasti – e con i bisogni pressanti di nuovi utenti, che allo stato non possono essere seguiti o, quanto meno, non come potrebbe e dovrebbe essere possibile se quel servizio fosse a disposizione sul territorio.
Eppure, in questo lungo periodo di tempo, dall’Asl erano arrivati segnali chiari della volontà di ricostruire la rete dei servizi all’utenza che era andata in malora negli anni passati non solo a Ischia, ma in varie altre località della terraferma. In alcune delle quali abbiamo poi saputo che effettivamente si è provveduto all’attivazione del Centro diurno. Ma il turno di Ischia, quando è previsto che arrivi? Possibile che su un’isola, dove l’incidenza delle patologie mentali è alta e dove il sistema della Salute mentale è stato sostanzialmente scardinato con un crescente disimpegno della sanità pubblica, non si riesca ancora a ripartire almeno con i servizi minimi, per ricominciare a dare risposta ai bisogni della popolazione?
Nell’aprile scorso, ormai oltre sei mesi fa, il Cudas aveva scritto al dirigente del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl Na2 Nord, DI MUNZIO, chiedendo che fine avesse fatto il Centro Diurno e come mai non si fosse registrato più alcun progresso neppure nella riattivazione della SIR. Nessuna risposta per lettera, nessuna comunicazione. Ma, soprattutto, nessuna novità da allora, nessun segnale di concretizzazione dei bandi già espletati e dei progetti già realizzati.
MA COSA BLOCCA IL RECUPERO DEI SERVIZI PSICHIATRICI ESSENZIALI SULLA NOSTRA ISOLA? QUANTO ALTRO TEMPO SI DOVRA’ ATTENDERE PRIMA CHE SI CENTRI QUESTO OBIETTIVO IRRINUNCIABILE? QUANTO DOVRANNO ASPETTARE GLI UTENTI PER OTTENERE CONDIZIONI FAVOREVOLI AL LORO RECUPERO, AD UNA ASSISTENZA CONSONA AI LORO BISOGNI?
Forse Ischia dovrà aspettare che prima si aprano tutti i Centri diurni e i servizi annunciati nel resto dell’enorme territorio di competenza dell’Asl Na2 Nord, ultima della classe anche in questo caso?
E intanto, perse tutte le attività di supporto, socializzazione e riabilitazione di cui avevano utilmente usufruito negli anni passati, per gli utenti che restano c’è solo quel misero pasto imbustato distribuito quotidianamente del parcheggio di Villa Romana. Che tristezza e che assurdità!!!