Ormai anche nel nostro mare dalle reti escono pezzi di plastica…

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Foto Qui Ischia

Se ne parla parecchio, ormai. In televisione, sui social, sui giornali. Con video e immagini che arrivano inquietanti da ogni angolo del pianeta. Non esclusi i paradisi tropicali che di solito sono associati solo a bellezza e positività. Ma i rifiuti di plastica non risparmiano nessuno. E si ritrovano ovunque. Sotto il mare, dove si annidano in qualunque tipo di fondale; sopra il mare, quando galleggiano portati dalle onde, che talvolta li conducono ad arenarsi sulle terre emerse. O lì dove, per effetto delle correnti, formano addirittura delle isole, sorta di discariche marine testimoni di  un disastro ambientale di dimensione planetaria, che interroga tutti per i comportamenti irresponsabili adottati nella quotidianità. Roba lontana? Emergenza che non ci riguarda?  Realtà estranea? A guardare quello che esce dalle reti  dei  NOSTRI PESCATORI isolani non si direbbe proprio. Anzi, l’impatto diretto con la proliferazione della plastica nel mare è come un pugno nello stomaco, sferrato con violenza.

Una mattina come tante sul pontile che si protende verso il mare all’ombra del Castello, dove sostano le barche dei pescatori per un pittoresco “rito” quotidiano che attrae e coinvolge tanti isolani e turisti. C’è in vendita il frutto di una giornata di lavoro. Nelle “spaselle” sono esposti i pesci rossi, azzurri, argentei dalle mille sfumature appena usciti dal mare. Ma oltre ai pescatori impegnati nella vendita, altri continuano a sciorinare la rete. E a liberare pezzi  di  PLASTICA che depositano nei grossi sacchi neri per i rifiuti già mezzi pieni. Pezzi grandi, pezzi piccoli, oggetti che ancora si  distinguono chiaramente, altri di cui non si immagina più la forma originaria e neppure la funzione. “Monnezza” in quantità che lascia sconvolti.

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Foto Qui Ischia

“E’ così ogni giorno – spiegano i pescatori con amarezza  – Tiriamo su più plastica che pesce.  Naturalmente la raccogliamo nei sacchi, che poi andiamo a consegnare a terra. E’ pieno di  plastica a mare, che arriva dalla terraferma con la corrente. Ma anche dalle barche buttano di tutto, schifezze di tutti i tipi, che poi ci ritroviamo nelle reti. Noi almeno la recuperiamo, ma ne continuiamo a trovare tanta. NESSUNO FA NIENTE per fermare tutto questo. Guardate che esce dalle reti!”. E mostrano “esemplari” che  parlano da soli.  La dimostrazione evidente e palpabile dell’inciviltà che sta mettendo a rischio il mare come ambiente e come risorsa. Insostituibile per la nostra sopravvivenza.

“Si dovrebbe fare qualcosa”, continuano a dire sconsolati i pescatori. Una sorta di appello sul cui esito, tuttavia, si mostrano a dir poco scettici. Metto in mezzo un altro argomento spinoso, indicando le “spaselle” di POLISTIROLO: “Anche queste troviamo sui fondali, nelle scogliere…”. “Ci vorrebbero quelle di legno che si distruggono da sole. Le troviamo anche noi, a pezzi con la plastica. Buttiamo anche quelle. Li vedete i sacchi che abbiamo raccolto?  Siamo noi che FACCIAMO PULIZIA”…

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Foto Qui Ischia

Hanno ragione. Qualcuno dovrebbe prevedere qualche incentivo o riconoscimento anche economico ai pescatori come “pulitori del mare”. Oltre ad altre azioni anche a terra per prevenire e contrastare con efficacia lo sversamento di rifiuti a mare. Intanto, la scena a cui in tanti assistono sul ponte ha un valore straordinario come occasione di informazione e SENSIBILIZZAZIONE. Bisognerebbe farci venire i ragazzi delle scuole, a vedere cosa esce dalla reti e ad ascoltare le testimonianze dei pescatori. Per cominciare a educare i piccoli, affinchè diventino i primi tutori del mare. E per darci tutti una regolata. Prima che sia troppo tardi…

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