La pinetina di via Leonardo Mazzella mezza chiusa e mezza aperta è uno sperpetuo di abbandono

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Foto Qui Ischia

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E’ un quadro desolante. Nonostante la capacità straordinaria di rigenerarsi che fortunatamente ha la Natura sulla nostra isola. La testimonianza di cosa produce la perdita dei nostri giganti verdi, i pini, unitamente alla totale assenza di cure e di manutenzione delle pinete centrali e periferiche. E’ quanto rimane della pinetina di via Leonardo Mazzella, la più colpita dalla moria di pini causata dalla Toumeyella. Ma anche il parco più trascurato in assoluto, da quando, neppure molti anni fa, vi furono spesi fior di quattrini per risistemarlo e favorirne la fruizione. Che, oggi, è possibile a metà. Almeno questo si deduce dal cancello chiuso da mesi all’ingresso che da sul vialetto che porta alla scuola di Fondo Bosso, mentre è aperto il cancello che si apre sul parcheggio della strada principale. Dove, peraltro, gravano altri alberi secchi, potenzialmente a rischio.

Definirla pineta, ormai, non ha più senso. Dei maestosi pini che svettavano contro il cielo con le loro chiome imponenti, verdi e vitali, non restano che degli enormi tronchi pieni di rami rinsecchiti. Che l’azione degli elementi, sempre più violenti, stanno man mano scorteggiando e indebolendo. Di alcuni esemplari ormai non restano che i tronchi, schiantati da pioggia e vento, che appaiono ora come enormi fiammiferi o matite giganti senza vita. Ideali rifugi, tuttavia, per il blastofago, un altro insetto nemico, il killer dichiarato dei pini, che usa proprio tronchi e rami secchi per partire all’attacco delle piante deboli, ma ancora vive. Come gli altri pini che sopravvivono già a fatica nei dintorni, destinati ad esserne vittime, se non si toglieranno di mezzo quei focolai di infestazione. Un altro motivo per tagliare quanto resta degli alberi secchi.

E per eliminare dei pericoli incombenti che inibiscono la fruizione dell’ormai ex pineta.

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Che, comunque, è ridotta male assai. Basta guardare attraverso i ferri del cancello chiuso per osservare l’impraticabilità del sentiero che da lì si inoltrava nel verde. La vegetazione bassa ha preso il sopravvento inghiottendo il vialetto. Così come le erbacce e le intemperie si sono mangiate le panche e i tavoli rustici di cui quel parco era stato dotato all’epoca per nulla lontana della sua risistemazione. E sommersi, forse neppure più funzionanti, sono i lampioni alimentati da piccoli pannelli fotovoltaici, che però non sono mai stati accesi.

A completare lo sperpetuo ci sono pure i tronchi morti degli eucalipti. Nel loro caso non c’entrano insetti dai nomi strani. A dare loro un colpo mortale è stata l’ultima capitozzatura, implacabile e distruttiva. Oltre che incomprensibile in un parco dove gli alberi principali erano già tutti ko. Non  c’entravano con la pineta (già morta?), gli eucalipti, che non appartengono alla flora endemica e neppure a quella mediterranea’? Giusto, ma perchè non li hanno completamente abbattuti, allora, invece di ridurli a brutti monconi che sono seccati in un battibaleno? E ora che sono morti, perchè non li tolgono definitivamente di mezzo?

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E’ ridotto davvero male, quel polmone verde tra via Leonardo Mazzella e via Michele Mazzella. E quell’unico cancello aperto non è affatto rassicurante, considerate le condizioni del parco appena si scendono i pochi scalini all’ingresso e ci si ritrova al suo interno. Tutta la risistemazione realizzata anni fa è stata vanificata, ogni miglioria è andata in malora. Il depauperamento del patrimonio ambientale è fortissimo e evidente. Un bel pezzo della pineta pubblica è off limits per i visitatori. E numerosi pini secchi incombono, fuori e dentro, mettendo a rischio l’area, a maggior ragione con gli eventi meteo estremi o comunque violenti che si vanno moltiplicando.

E’ destinata a rimanere ABBANDONATA e votata al DEGRADO, l’ex pineta di via Leonardo Mazzella? Eppure, dopo i lavori era un gioiellino e potrebbe tornare entro poco tempo ad esserlo. Se lo si vuole e se, soprattutto, ci si impegna in quella direzione. voltando pagina, perchè finora è sembrato che si perseguisse l’obiettivo contrario. O che in Municipio si siano dimenticati di doversene occupare e preoccupare, abbandonandola al suo destino.

Che fine farà l’ex pinetina? Cosa ci aspetterà ancora dietro quel cancello chiuso? Saranno fulmini e vento a giustiziare definitivamente gli alberi morti e a eliminare i pericoli collegati? O l’ente locale è in grado, prendendosi le sue responsabilità, di garantire, con gli abbattimenti, la manutenzione alla pinetina distrutta, che meriterebbe di essere recuperata, messa in sicurezza e risistemata? Staremo a vedere. E speriamo che gli alberi non vengano giù pericolosamente da loro…

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