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Sanità E Babbo Natale portò il menu speciale della festa al “Rizzoli”…
E Babbo Natale portò il menu speciale della festa al “Rizzoli”…
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6 anni ago |
Foto Qui Ischia
Quest’anno Babbo Natale ha portato un sacco colmo di regali al “Rizzoli”. Cose che non si vedevano da anni, sorprese a volontà…Cose che non avremmo mai immaginato. Intendiamoci bene, però, che avete capito? Non è successo nulla che riguardi gli infermieri, i medici e i socio-sanitari che mancano dagli organici. Né il ripristino degli ambulatori cassati nel tempo, la cui mancanza costringe gli ischitani a prendere il traghetto per recarsi a Procida o in terraferma anche per le visite di routine. Né turni “europei” o condizioni di lavoro meno stressanti per i pendolari e per i residenti. Né qualche incentivo che faccia sentire meno penalizzante il dover fare avanti e indietro tra l’isola e la terraferma. Eh no, non esageriamo! Certe imprese spetta ad altri portarle a buon fine, se ne sono capaci. Ciò nonostante, Babbo il suo l’ha fatto, quest’anno. Altroché se l’ha fatto! Superando ogni aspettativa, per la cena del 24 e il pranzo del 25 alla Fundera sono stati preparati dei MENU SPECIALI con le pietanze classiche della festa. Con tutte le accortezze del caso, s’intende, e nel rispetto delle prescrizioni e delle diete speciali. Ma per quelli che potevano permetterselo, è stato come andare al ristorante, pur restando in corsia. Dal “Rizzoli” al “Ritz”…Una genialata, insomma.
Eh già, per Natale al “Rizzoli” si sono dedicati all’ACCOGLIENZA! E con tutti i problemi quotidiani che hanno da risolvere, che i vertici abbiano trovato il tempo e la fantasia di concentrarsi su questo, merita di essere sottolineato. Anche due volte e con la dovuta enfasi. Perchè, in effetti, si sono dati davvero un bel daffare per ideare un trattamento speciale per i pazienti e addirittura per i loro parenti. Fatti salvi quelli che hanno l’esigenza di diete speciali, ovviamente, visto che chi è ricoverato non sta in vacanza e un ospedale non è comunque un albergo o un ristorante gourmet.
Ma per coloro che se lo potevano permettere sono state cucinate le pietanze della festa: dalla lasagna al brasato e altre leccornie, preparati nella cucina interna. Dove almeno per Natale gli addetti hanno potuto sbizzarrirsi, forse tornando a utilizzare per l’occasione anche ingredienti esclusi dal menu dall’ultimo, drastico TAGLIO DEL BUDGET per la preparazione dei cibi, che risale ormai a qualche anno or sono. Quando sparirono il parmigiano, l’olio evo per condimento monodose, alcuni formaggi “firmati” e altri generi di conforto più costosi, comprese le marmellatine per la colazione. Quel taglio che fece fuori i due primi e i due secondi a scelta che erano stati una conquista della qualità dell’accoglienza ai pazienti decisa qualche anno prima. E lo stesso taglio che abolì tutto d’un tratto la MENSA a pagamento per i FAMILIARI e soprattutto quella per il PERSONALE. Tutto il contrario, insomma, della necessità riconosciuta di facilitare la vita a Ischia o almeno di renderla meno penalizzante per gli operatori fuori sede. Della serie: poi ci lamentiamo che all’ospedale di Lacco non vuole venirci a lavorare nessuno…
Tornando all’illuminato trattamento natalizio, l’obiettivo è stato di far sentire più a casa i pazienti costretti a stare fuori casa, lontani dalla famiglia proprio a Natale. Un bel proposito e una condivisibile scelta, nel quadro di un sempre più forte e convinto sforzo di umanizzazione dell’assistenza nei luoghi di cura. Ma se è significativo che ci si sia ricordati di questo aspetto e impegnati in quella direzione nel periodo natalizio, bisognerebbe porsi il problema di alcuni servizi per gli addetti ai lavori, i familiari e i pazienti stessi anche nel resto dell’anno. La soppressione della mensa insieme all’eliminazione del BAR INTERNO hanno provocato e continuano a provocare obiettivamente dei disagi. E il ripristino del bar dovrebbe essere considerato non un lusso o un elemento superfluo, ma un servizio utile e in alcuni orari (quando il bar vicino è chiuso) necessario per la popolazione ospedaliera della Fundera.
Comunque, onore al merito a Babbo Natale per i suoi doni “gastronomici” di questo Natale. Speriamo che si sia trattato solo di un primo contatto con il “Rizzoli” e che, dopo averlo visitato a fondo, si sia annotato altri doni ancora più importanti e indispensabili per far sentire meglio pazienti, familiari e addetti ai lavori. La lista è già piuttosto lunga e tende ad allungarsi progressivamente. Ma certo, se Babbo volesse impegnarsi seriamente, qualche altra novità potrebbe procurarla. Magari ancora più utile e decisiva del menu natalizio. Perchè la PRIORITA’ è l’ASSISTENZA. L’accoglienza è solo un importante corollario. Un buon contorno, per restare in tema gastronomico. Purché siano prima garantiti il primo e il secondo. Ben cucinati e fatti con ingredienti di prima qualità…