Si sono spente le “finestre” del Castello, una meraviglia che merita di non restare solo un ricordo…

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Foto Enzo Rando

Si sono accese stasera le luci di Matera capitale della Cultura. Una cerimonia compiuta con la dovuta solennità, sotto i riflettori dei media italiani e stranieri e con il corollario di un giusto orgoglio “made in Italy”, per il magnifico spettacolo notturno che la Città dei Sassi ha saputo offrire al mondo. Nell’ammirarlo, mi sono sentita una privilegiata. Non perchè mi trovavo davanti al televisore nel momento in cui è stato trasmesso il servizio del tiggì. Ma perché fino a pochi giorni fa mi ero potuta godere una visione altrettanto suggestiva ed emozionante. Altre finestre illuminate nella notte, a comporre un particolarissimo mosaico di luci e di ombre sospeso tra il cielo stellato e il mare dai riflessi lunari. La rivelazione di una rinata Città di Ischia, così come doveva apparire, quando era ancora integra e densamente abitata, agli abitanti del borgo ai suoi piedi e ai vascelli che navigavano nel golfo al largo delle isole unite da un ponte.

E’ stato bello trovarsi davanti la meraviglia delle “FINESTRE SOSPESE” del Castello Aragonese ogni giorno, dal precoce calare del sole invernale alle prime pennellate dell’alba al risveglio sul mare. Una magia evocatrice di fiaccole antiche tra le aperture della cinta muraria di difesa, dietro le finestre dei palazzi nobiliari, fin nelle alte stanze del maschio e, con bagliori bluastri, dai finestroni della cupola dell’Immacolata. Una novità in grado di sorprendere al primo impatto e di continuare a stupire sera dopo sera, come se la si vedesse per la prima volta. D’altra parte, non c’è stata notte in cui il contorno del cielo e del mare non offrisse sfumature, riflessi e scintillii unici e irripetibili. Ad avvolgere, accompagnare e sottolineare, più o meno discretamente, la maestosità dell’isolotto nella sua più inconsueta e originale versione notturna.

Lo abbiamo visto ogni anno per Sant’Anna accendersi di rosso, sotto lo sguardo della luna, per rievocare la storica battaglia dell’estate 1809. E ogni incendio è stato diverso dagli altri, oggetto di confronti e di giudizi. Momenti in cui l’isolotto diventa ancora più padrone della scena di quanto già non sia di solito. Uno spettacolo a cui non ci si abitua, da cui ci si lascia di volta in volta conquistare.  E che segna il momento culminante dell’estate ischitana.

Poi, da qualche anno, lo conosciamo nella calda luce che di notte ne sottolinea i principali edifici, che ne evidenzia le mura e la cinta difensiva, che ne esalta rocce e rovine. L’illuminazione artistica del Castello come monumento, che da lunedì sera ha segnato il ritorno alla normalità.

A queste versioni notturne preesistenti si aggiunge ora l’evento natalizio, che è riuscito ad offrire un’ulteriore, possibile “lettura” della rocca, nel rispetto della sua storia, del suo ruolo, della sua antichità e della sua identità. Evento è stato definito e, per una volta, non si è trattato di un’iperbole né di una definizione fuori posto. Lo è stato per il valore speciale della novità. E lo è stato per la sua breve durata, che ha accresciuto quel valore. Ma si può pensare davvero che possa essersi trattato di una esperienza unica, di una performance senza repliche? Sarebbe un peccato, soprattutto dopo aver verificato quanto sia stata felice l’intuizione, ben riuscito l’esperimento, magnifico il risultato. Magari si potrebbe pensare di associare l’illuminazione alternativa delle “finestre” al periodo natalizio, così come l’incendio è diventato una consuetudine estiva. E farne uno degli elementi attrattivi e di punta dell’offerta natalizia ischitana, che è elemento utile di destagionalizzazione, se ben programmato e valorizzato per attrarre ospiti italiani e stranieri.

Per la sua bellezza e particolarità, il Castello delle “finestre sospese” avrebbe meritato sicuramente più attenzione e risalto dai media, ben al di là dei confini isolani e regionali. Per fortuna le foto corrono sul web e non ne sono mancate della meraviglia di cui abbiamo beneficiato per Natale e dintorni. Per adesso, una visione archiviata con cura nel cassetto dei ricordi. Quelli belli, che danno piacere e dispensano emozioni. Sperando di riprovarle ancora. Dal vivo…

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