Assurdo al “Rizzoli”: ancora nessuna assistenza ai pazienti oncologici con PICC, alla faccia della rete!

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Foto Qui Ischia

Un’altra settimana. Trascorsa inutilmente. Altri giorni senza che al “Rizzoli” siano stati in grado di dare risposta ad una esigenza importante di pazienti oncologici che l’aspettavano da ancora più tempo. Da quando, cioè, dopo aver subito l’impianto dei cateteri venosi centrali ad inserzione periferica (PICC) presso altre strutture specializzate, dove si usano giustamente anche presidi all’avanguardia, si sono ritrovati DA SOLI a dover far fronte al problema della manutenzione dei loro cateterini, perchè l’ospedale isolano NON GARANTISCE LA PRESTAZIONE. Anche se è inserito ufficialmente – e non da ora – nella RETE NAZIONALE PICC, creata apposta fin dal 2012 per offrire una specifica assistenza ai pazienti il più capillarmente possibile sul territorio italiano.

E’ davvero una SITUAZIONE ASSURDA, quella che vede protagonista, e non in positivo, il presidio isolano. Se andate a cercare su Internet il sito ufficiale www.retepicc.it, troverete segnalati, con tanto di omino stilizzato, i 14 ospedali dove degli infermieri preparati assicurano la pulizia e la cura settimanale dei cateteri PICC. Di quei 14, 8 sono nel Napoletano, perlopiù i grandi ospedali cittadini dove i cateterini vengono pure impiantati. E degli 8, solo 2 rientrano nel territorio dell’Asl Na2 Nord: Pozzuoli e ISCHIA. Con tanto di “finestra” sulla cartina che, in corrispondenza della nostra isola, indica come riferimento il “Rizzoli” e ne comunica indirizzo, telefono, mail ecc. Come se non bastasse, il nome del nosocomio isolano è scritto anche sui cartelli affissi negli altri ospedali inclusi nella rete a cominciare dal “Cardarelli”. Motivo per il quale i pazienti ischitani che si ritrovano con quei cateteri, vengono regolarmente invitati a rivolgersi alla struttura di Lacco Ameno per la manutenzione settimanale, necessaria per assicurare sempre la perfetta funzionalità dell’accesso venoso. Attraverso il quale vengono somministrati i farmaci chemioterapici, parte essenziale della terapia.

Ma ecco che, in barba a tutte le indicazioni, quando il paziente dotato di PICC si rivolge in via Fundera, sicuro di trovare l’assistenza di cui ha bisogno, scopre invece che si tratta di un SERVIZIO FANTASMA. DI CUI NELLA REALTA’ NON VI E’ TRACCIA.

E l’effetto, per chi ha il catetere da “pulire” e tenere a posto, è di doversi spostare a Napoli per ottenere ciò che gli dovrebbe essere assicurato sull’isola. Come è giusto che sia, perchè se all’improvviso si verifica un problema legato alla mancata funzionalità del PICC e non c’è la possibilità di spostarsi in terraferma, il malato come risolve? E a quali RISCHI viene esposto per la perdurante DISORGANIZZAZIONE DEL PRESIDIO ISCHITANO?

EPPURE, PER ASSICURARE LA PRESTAZIONE BASTANO UN INFERMIERE CHE CONOSCA IL SISTEMA E LO SAPPIA GESTIRE (la novità del PICC è proprio che non c’è bisogno di un intervento medico invasivo com’era prima) E UN APPOSITO KIT.

In mancanza del riferimento di “casa”, ci sono pazienti che hanno fatto fronte o lo stanno ancora facendo privatamente, accollandosi pure la spesa dei kit, che non è modica, tanto più che ce ne vuole almeno uno alla settimana. E non tutti hanno le risorse per sostenere questo onere né tutti possono spostarsi continuamente a Napoli solo per questa operazione. POSSIBILISSIMA A ISCHIA. ANZI, DOVUTA.

La questione era stata segnalata già alcune settimane fa alla DIRIGENZA DELL’OSPEDALE ISOLANO. Che incredibilmente non sarebbe stata al corrente della presenza del “Rizzoli” nella RETE PICC…Veramente incommentabile, ma tant’è. E, chiaramente, se erano all’oscuro, non si preoccupavano neppure di acquistare i kit e organizzare il servizio. Che infatti NON ESISTEVA E NON ESISTE ANCORA. Perchè le promesse di adeguarsi al più presto fatte ai pazienti, non hanno mai avuto seguito.

Otto giorni fa, anche il CUDAS aveva inviato una LETTERA sulla questione al direttore sanitario del “Rizzoli”, CAPUANO, e al direttore generale Asl, D’AMORE. Entrambi, in linea con la pessima abitudine di non rispondere alle istanze legittime dei cittadini (che, non dimentichiamolo, sono i datori di lavoro anche dei dirigenti apicali, se operano nel settore pubblico), hanno mantenuto il silenzio. Ma ancora più INGIUSTIFICABILE è che NON si sia provveduto comunque ad attivare un SERVIZIO NECESSARIO, a maggior ragione per i rischi e i limiti dell’insularità. E intanto i pazienti oncologici isolani restano FORTEMENTE PENALIZZATI DALL’INADEMPIENZA DI CUI SONO VITTIME.

COSA ASPETTA L’ASL NA2 NORD AD INTERVENIRE PER GARANTIRE L’ASSISTENZA DOVUTA AI PAZIENTI ONCOLOGICI ISOLANI con PICC, visto che A LACCO NON RIESCONO A CAVARE UN RAGNO DAL BUCO? COSA IMPEDISCE, QUI A ISCHIA, DI ADEGUARSI AD UNA NOVITA’ CHE VA A VANTAGGIO DI CHI GIA’ VIVE UN MOMENTO DIFFICILE? E poi UNA NOVITA’ CHE SI STA DIFFONDENDO OVUNQUE, per cui i casi aumenteranno. PERCHE’ DOBBIAMO ARRIVARE SEMPRE PER ULTIMI, ANCHE QUANDO CI SAREBBERO I PRESUPPOSTI PER EVITARLO?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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