Tra poco più di due mesi il ventennale del Museo di Pithecusae. Dimenticato…

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Foto Qui Ischia

Se ci trovassimo in qualunque altro luogo, probabilmente avremmo già segnato con un asterisco sul calendario la data del 17 aprile prossimo. E avremmo probabilmente manifestato il nostro interesse sui social per un “evento” collegato e già largamente pubblicizzato. Magari lo avremmo pure già fatto da un pezzo, mesi almeno, se non un anno, quale dovrebbe essere la regola per la programmazione di iniziative a cui si attribuisca particolare valore e importanza. Ciò che dovrebbe essere riconosciuto “d’ufficio” ad un ANNIVERSARIO che non dovrebbe, che NON PUO’ ESSERE TRASCURATO. Tanto meno dimenticato. Eppure, a meno di due mesi e mezzo dalla data fatidica, si rileva ancora un incredibile silenzio sul VENTENNALE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI PITHECUSAE. Che fu inaugurato, appunto, il 17 APRILE 1999.

Di sicuro, in quella emozionante e a tratti perfino commovente mattina di primavera piena di sole, in cui fu ufficialmente aperto, dopo decenni di attesa e di battaglie civili , il museo a Villa Arbusto, mai si sarebbe potuto immaginare un futuro tanto smemorato e ingrato proprio rispetto all’IMPRESA di aver donato  all’isola una realtà culturale di valore mondiale. Assoluto, indiscutibile. Da ammirare, custodire con cura, valorizzare, promuovere e tenere in vita sempre ad un altissimo livello di qualità.

Sembrava, quella mattina, che dopo tante vicissitudini, controversie e difficoltà, fosse veramente iniziata una nuova era per la cultura sull’isola dove, ventotto secoli prima, era stata posta una pietra miliare nell’evoluzione della civiltà umana. Finalmente, veniva data visibilità ad un patrimonio di enorme valenza, con REPERTI ECCEZIONALI, rimasto per decenni chiuso nei depositi e si offriva al pubblico la possibilità di conoscerlo e ammirarlo. Con il valore aggiunto dell’allocazione del nuovo museo in un edificio storico – VILLA ARBUSTO – situato in un luogo di grande bellezza, corrispondente pure ad un  sito archeologico, probabilmente parte dell’abitato dell’antica Pithekoussai. Insomma, un mix straordinario di rarità concentrate in poche centinaia di metri quadri quasi nel centro di Lacco Ameno e a poca distanza, a monte, del quartiere metallurgico greco di MAZZOLA e, a valle, dell’area archeologica di SANTA RESTITUTA, che custodisce testimonianze uniche dal primo periodo dell’insediamento pithecusano all’epoca paleocristiana.

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Foto Qui Ischia

QUANTI ALTRI LUOGHI AL MONDO POSSONO VANTARE UNA TALE CONCENTRAZIONE DI MOTIVI DI INTERESSE E DI ATTRATTORI CULTURALI E PAESAGGISTICI?

E infatti quel giorno, per il grande evento, arrivò a Ischia il fior fiore dell’archeologia mondiale. Professori e studiosi di chiara fama che vennero a rendere omaggio all’illustre collega GIORGIO BUCHNER e ai frutti della sua fondamentale scoperta che erano esposti per la prima volta in un museo degno di questo nome. Compresi i due gioielli più famosi, la COPPA DI NESTORE  e il CRATERE DEL NAUFRAGIO, presentati al grande pubblico prima di allora solo fuori di Ischia.  A cominciare dalla grande mostra veneziana su “I Greci in Occidente”, quando era stato citato come luogo di provenienza un museo di Pithecusae esistente allora ancora solo sulla carta e nelle speranze di Buchner, del professor MENNELLA e di pochi altri isolani lungimiranti e amanti della loro terra.

Doveva essere, quella luminosa giornata, l’inizio di un’altrettanto luminosa storia per il nuovo Museo Archeologico di Pithecusae, destinato, per il solo fatto di esistere finalmente, a diventare un riferimento imprescindibile per gli isolani e per i turisti che fossero venuti sull’isola. Purtroppo, l’illusione è durata poco e, incredibilmente, il museo lacchese non è riuscito a decollare. E non perchè non ve ne fossero tutti i presupposti, ma perchè non si è riusciti a valorizzarlo come avrebbe meritato  e come sarebbe stato naturale che fosse in un contesto meno distratto, letargico, indifferente e irresponsabilmente inconsapevole quale quello in cui, invece, si è trovato a nascere e a vivacchiare.

Si è fatto poco per onorare il privilegio di essere custodi della Coppa e dello straordinario patrimonio che in parte minima è nelle vetrine e in gran parte è serrato nei depositi del Museo. In vent’anni non c’è stato alcun grande EVENTO di richiamo internazionale centrato sul Museo archeologico di Pithecusae e sulla sua particolarissima dotazione. Non una mostra dei reperti in deposito, NON SCAMBI utili con altri musei (solo i nostri reperti sono andati in prestito altrove) per creare occasioni e condizioni particolari di visibilità anche fuori dell’isola, per attirare l’attenzione sull’esistenza del museo e la consistenza del suo contenuto. Non una NOVITA’ nel modo di proporlo, datato se non stantio, ai vari pubblici di visitatori, ormai avvezzi ad allestimenti di grande capacità attrattiva, ricchi di sollecitazioni e di opportunità di interazione anche in contesti non metropolitani, dunque omologabili alla nostra realtà. Tutto è rimasto fermo, BLOCCATO a quell’aprile del ’99. Comprese le targhette ingiallite dei vari reperti.

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Foto Qui Ischia

Certo, in questi anni nel complesso di Villa Arbusto si sono tenuti concerti, spettacoli, mostre, iniziative culturali con i quali si è cercato di convogliare anche più visitatori al museo. Sforzi di buona volontà per rilanciare, dall’esterno, quanto nelle sale interne non avrebbe mai dovuto perdere di interesse; tentativi di rianimare un organismo comatoso che avrebbe dovuto  e potuto mantenere una salute di ferro nonostante lo scorrere del tempo; stratagemmi per evidenziare ciò che dovrebbe promuoversi da sé ed essere MOTORE di crescita culturale e PROTAGONISTA dell’offerta turistica di qualità per Lacco Ameno e per l’intera isola, invece che semplice comprimario o trascurabile elemento di contorno di ciò che è comunque assolutamente imparagonabile al suo valore intrinseco.

Una condizione di minorità, quella in cui è stato incredibilmente relegato il Museo isolano dalle istituzioni che avrebbero dovuto e dovrebbero tutelarlo, valorizzarlo, illustrarlo e illuminarlo, che stride con l’impegno e le risorse che si stanno profondendo dall’altra parte del mare per organizzare e riorganizzare musei e siti archeologici, ben comprendendo l’enorme valore dei richiami culturali per i territori che ne sono provvisti. E a suggello di questa annosa e inaccettabile trascuratezza c’è anche la MANCANZA DI UNA INIZIATIVA SPECIALE, straordinaria, almeno in concomitanza con il ventennale. Nella proliferazione di “eventi”, che spesso tali non sono, ci si è dimenticati di organizzare per i 20 anni del Museo Archeologico di Pithecusae l’EVENTO DELL’ANNO dell’isola che vide l’alba della Magna Grecia. Che tristezza e quale assurdo spreco dell’eredità unica che ci è giunta dal passato!

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