Il Cudas all’Asl: “Non chiudete il Centro diurno di Villa Mercede, può servire per l’ospedale!”.

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Foto Qui Ischia

Stamattina, i dipendenti della RSA “Villa Mercede” sono ufficialmente entrati in sciopero, per richiamare ancora una volta l’attenzione generale sulla drammatica situazione di cui sono vittime da mesi, privi di stipendio e della minima sussistenza, ma con la necessità e la responsabilità (anche morale) di dover continuare a prestare la loro opera ogni giorno, garantendo la massima qualità (anche umana) del servizio agli utenti/pazienti della struttura di Fontana. Perciò il loro è uno sciopero anomalo anche nelle modalità in cui si svolge: a  manifestare fuori alla “Villa Mercede” solo i dipendenti non di turno, gli altri a prestare regolarmente la loro opera all’interno, pur aderendo formalmente all’astensione dal lavoro. Una dimostrazione di civiltà che alla tutela dei loro legittimi interessi di lavoratori aggiunge anche una valenza sociale, che dovrebbe coinvolgere e far sentire parte in causa tutti gli isolani: perchè in gioco non ci sono solo (e sarebbe già sufficiente) gli stipendi arretrati e anche un numero non trascurabile di posti di lavoro, ma pure la salvezza del CENTRO DIURNO CHE L’ASL HA DECISO DI CHIUDERE DAL 1° APRILE, TRA UNA SETTIMANA.

E oggi, dopo aver portato la propria solidarietà ai lavoratori, il CUDAS Ischia ha inviato via Pec una lettera, indirizzata al Direttore generale dell’Asl Na2 Nord, al Direttore sanitario dell’Asl Na2 Nord, al Direttore amministrativo dell’Asl Na2 Nord e, per conoscenza, a tutti i Sindaci dell’isola d’Ischia

LA LETTERA DEL CUDAS SU “VILLA MERCEDE” E IL CENTRO DIURNO

“Egregi Signori,

come Voi ben saprete, da stamattina il personale della R.S.A. isolana “Villa Mercede” è in sciopero, per evidenziare la condizione di estremo disagio in cui versa, a causa della mancata corresponsione degli stipendi, che si sta protraendo da mesi e che è stata solo alleviata temporaneamente e per un brevissimo periodo dall’acconto sulle cifre maturate erogato qualche tempo fa, a cui ha fatto seguito un nuovo blocco degli emolumenti che si sta protraendo ancora oggi. Una situazione di grande impatto umano e sociale per le famiglie che la vivono, con ripercussioni per l’intera comunità, visto che afferisce la realtà quotidiana di una struttura sanitaria di grande importanza per l’isola, punto di riferimento sicuro e affidabile per le centinaia di utenti e i loro familiari che negli anni, fin dall’apertura, ne hanno usufruito.

Una solidarietà ancora più sentita considerando che, nonostante le enormi difficoltà che stanno vivendo personalmente, gli operatori stanno continuando a dimostrare un grande senso di responsabilità nel continuare non solo a fornire le loro prestazioni quotidiane all’utenza, ma a garantire il consueto alto livello di qualità e di umanità delle cure che, ab origine, ha rappresentato la cifra distintiva della struttura di Fontana.

Come Comitato isolano per il Diritto alla Salute, inoltre, consideriamo gravissima la decisione delle SS.VV. di procedere, dal 1° aprile p.v., alla chiusura del Centro Diurno della R.S.A., di cui, piuttosto, ascriviamo proprio all’organizzazione dell’Asl la responsabilità di non aver saputo o valuto negli anni – soprattutto gli ultimi – concretizzare appieno la “mission” originaria, assolutamente in linea con i bisogni reali della popolazione isolana e del territorio.

Un utilizzo inspiegabilmente sottodimensionato rispetto sia alle esigenze diffuse di “SOLLIEVO” per le famiglie di cronici con patologie degenerative importanti e fortemente invalidanti sia soprattutto all’ATTIVITA’ DI RIABILITAZIONE, in particolare nella fase post acuzie a beneficio dei pazienti del nostro ospedale “Rizzoli”.

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C’entra pure l’ospedale…

Le SS.VV. non possono non essere al corrente dell’impossibilità, per motivi logistici, di garantire ai pazienti dell’ospedale, a cominciare dagli ortopedici, un’adeguata riabilitazione post operatoria. Una mancanza che ha portato moltissimi isolani a scegliere strutture ospedaliere fuori Regione, con notevoli esborsi dal parte dell’Asl, per interventi ortopedici che avrebbero potuto effettuare a Lacco Ameno, ma per i quali, non potendo poi contare sulla fase riabilitativa, si sono dovuti rivolgere altrove, con disagi e costi ulteriori. Tutto ciò mentre avrebbero potuto usufruire tranquillamente delle attrezzature e del personale specializzato di cui è dotata proprio la R.S.A: “Villa Mercede” e che era stato progettato e acquistato a suo tempo dall’Asl Na2 proprio per consentire sul territorio l’ATTIVITA’ RIABILITATIVA IN SINERGIA CON L’OSPEDALE.

Cosa impedisce all’Asl che Voi dirigete di organizzare questa sinergia tra “Villa Mercede” e il “Rizzoli”, assicurando finalmente sul territorio anche la fase riabilitativa che per legge va garantita agli utenti sanitari/cittadini della Repubblica? Perché gli isolani non debbono poter usufruire della parte riabilitativa del loro percorso di cura sull’isola, malgrado vi sia una struttura a ciò attrezzata? E che senso ha chiudere il Centro diurno, che proprio quel servizio di cui si soffre la mancanza, può erogare?

L’Ortopedia del “Rizzoli” cura da sempre anche numerosi turisti italiani e stranieri, non esclusi interventi chirurgici: perché non garantire anche a questi la possibilità di riabilitazione sull’isola, in una bella struttura come “Villa Mercede”, con un vantaggio economico per l’Azienda? Peraltro, anche ridurre l’emigrazione forzata degli isolani in altre Regioni porterebbe vantaggi indubbi in termini economici all’Azienda che Voi dirigete.

Rispetto a queste evidenze, il Centro Diurno di Fontana è tutt’altro che un “RAMO SECCO” da tagliare. Per quanto ci riguarda, come Cudas, la logica del ridurre al lumicino i servizi esistenti sull’isola, per inefficienze e disorganizzazioni esterne, per poi trarne la giustificazione a eliminarli, non la possiamo e non la potremo mai accettare e avallare. Così come è accaduto già con la distruzione dei servizi psichiatrici, che ha lasciato macerie enormi (soprattutto umane) sul nostro territorio, senza che si sia fatto ancora nulla per recuperarle.

Quindi, Vi invitiamo a RICONSIDERARE seriamente LA CHIUSURA DEL CENTRO DIURNO, rilanciandone seriamente la funzione e, anzi, potenziandola, nell’interesse della buona sanità, dell’efficienza dei servizi sul territorio insulare, dell’utenza, degli operatori che rischiano il posto di lavoro e della cittadinanza tutta.

In attesa di un Vostro riscontro concreto e urgente sulla problematica esposta, porgiamo distinti saluti

Per il Cudas Ischia, la presidente Gianna Napoleone”

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