Foto Qui Ischia
E’ stato lo sfondo dell’invito “Andiamo al Museo” per la giornata di ingresso gratuito al Palazzo Reale di Napoli del 14 marzo. Grande diffusione, rilanciato a lungo sui social, “PAESAGGIO CON VENDEMMIA ALL’ISOLA D’ISCHIA” ha conosciuto questa settimana una notevole quanto imprevista visibilità. Legata al ruolo da protagonista che, insieme ad un altro dipinto di GABRIELE SMARGIASSI, gli è stato assegnato nel percorso guidato riservato ai tanti visitatori che hanno approfittato dell’opportunità di conoscere da vicino il magnifico complesso di piazza Plebiscito, da poco riaperto al pubblico dopo il lungo restauro. Ed è stata anche una bella vetrina per la nostra isola, valorizzata in un contesto culturale di prim’ordine, tra appassionati d’arte delle più varie provenienze, considerate le tante presenze turistiche che ormai la città di Partenope registra in ogni periodo dell’anno.
Sepolti per decenni nei depositi del Palazzo, i due dipinti di Smargiassi sono stati recuperati per essere esposti nel nuovo allestimento della Sala XVI, dove ora potranno essere apprezzati dal pubblico. Due magnifici paesaggi, dedicati ad altrettanti luoghi simbolo della bellezza della Campania, destinazioni predilette negli ultimi secoli dai viaggiatori europei nei loro tour fuori dalla città: Ischia e Sorrento, dove è ambientato il “Paesaggio con pastori e armenti” del 1837. Ed è stata anche l’occasione per riproporre un artista oggi certamente poco conosciuto, ma che meritava di essere sottratto all’oblio a cui il tempo lo aveva consegnato, per ciò che ha creato e per la posizione di rilievo che ricoprì nella pittura napoletana nell’Ottocento, nella straordinaria stagione della “Scuola di Posillipo” di cui fu uno degli esponenti di spicco.
particolare – Foto Qui Ischia
Nato a Vasto, in Abruzzo, nel 1798, Smargiassi si trasferì a Napoli proprio per seguire la sua passione per la pittura. Fu allievo di Giuseppe Cammarano e di Anton Sminck Pitloo, di cui fu il successore all’Accademia di Belle Arti come insegnante di “Paesaggio”. Suoi discepoli furono artisti di vaglia come Nicola Palizzi e Cesare Uva e diversi altri esponenti di quella che era considerata la Scuola napoletana. Per motivi di studio trascorse lunghi periodi a Roma e a Parigi, dove fu precettore di disegno dei figli di re Luigi Filippo. Tornato a Napoli, tra i maestri riconosciuti della Scuola di Posillipo, contò tra i suoi allievi Giuseppe De Nittis e Alfonso Simonetti. Morì a Napoli nel 1882.
Il Paesaggio di Ischia, al di là dell’armoniosa composizione della scena agreste, propone elementi interessanti anche dal punto di visto storico, oltre che artistico. Dipinto nel 1845, offre sullo sfondo una veduta del Lago de’ Bagni e dell’imponente palazzo già di Francesco Buonocore che allora era tra le Reali Delizie, regolarmente frequentato dal re Borbone che, nove anni dopo, avrebbe deciso di aprire il lago, trasformandolo nel porto sicuro dell’isola. E oltre il lago, si nota la distesa scura di quello che era ancora il brullo Cremato, da cui in lontananza emergeva la sagoma del Castello. Che invece noi abbiamo sempre visto stagliarsi sul verde della pineta, contemporanea dell’apertura del porto. Ma due rigogliosi pini sono in primo piano, con altri alberi, nella scena della vendemmia.
particolare- Foto Qui Ischia
C’è un contadino arrampicato su un’alta scala, per raggiungere i tralci distesi tra gli alberi tutori, secondo l’antica modalità di allevamento della vite ereditata dagli Etruschi e dai popolo italici (e ancora diffusa fino a poco tempo fa in alcune zone del Casertano, per esempio), prima che i greci importassero proprio a Pithekoussai il loro sistema di allevamento basso delle viti, che poi si diffuse ovunque e che è diventato parte integrante e caratteristica del paesaggio della nostra isola. E mentre ancora si coglie l’uva, in basso c’è chi è intento alle altre attività della vendemmia, chi riposa e chi fa festa, intrecciando i passi della tarantella.
In tanti hanno ammirato il quadro durante la visita guidata di giovedì. Tanti altri lo faranno d’ora in poi inoltrandosi nell’esposizione dei tesori d’arte del Palazzo reale. E magari c’è chi ne trarrà il desiderio di conoscere da vicino l’isola. Quando la Cultura è veicolo di promozione e valorizzazione del territorio…