Mentre l’Asl fa i convegni, a Ischia la sorte dei malati psichici è di nuovo a rischio?

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Foto Qui Ischia

L’anno scorso era stata un’ancora di salvezza. Una novità tanto imprevista quanto provvidenziale, la legge cosiddetta del “DOPO DI NOI”. Grazie alla quale era stato possibile, tra l’altro, garantire una soluzione assistenziale soddisfacente ai “pulcini sperduti” e agli altri pazienti psichici che il disfacimento mai sanato dei servizi della Salute mentale sul territorio aveva lasciato in mezzo a una strada, in una condizione di vergognosa e permanente precarietà. Che è un ossimoro, ma corrisponde perfettamente a ciò che è stato riservato a persone indifese, con un passato di grandi sofferenze, ritrovatesi all’improvviso private della loro casa, di quella che avevano imparato a riconoscere come la loro famiglia (la Sir a Villa Orizzonte), dei loro punti di riferimento e della vita quotidiana che con tanta fatica avevano poco a poco costruito. Spazzati via quasi diciotto anni di vita dignitosa, serena, stabile, perfino felice, si era spalancato davanti a loro un baratro di continui trasferimenti, sballottamenti, cambiamenti. Di residenza, di abitudini, di conviventi. E con il rischio costante di perdere anche quel po’ di assistenza sopravvissuta alle scelte puramente “risparmiose” compiute dall’Asl, sempre più determinata a sottrarsi alle sue responsabilità verso i “pulcini” e, in generale, i malati psichiatrici della nostra isola, ormai abbandonati a loro stessi. Alla faccia dei proclami sul rilancio della Salute mentale che sono risuonati anche negli ultimi gironi tra Pozzuoli e Frattamaggiore!

L’anno scorso, dunque, all’avvio dell’applicazione di quella importante legge nazionale pure in Campania, degli 11 milioni di euro stanziati per finanziare PROGETTI ad hoc nel territorio regionale, circa 500MILA EURO furono destinati a concretizzare interventi a Ischia e Procida. E una fetta di quella significativa somma andò alla SISTEMAZIONE dei “PULCINI SPERDUTI” della Sir rimasti e di altri malati psichici in strutture residenziali ritenute confacenti alle esigenze assistenziali di cui furono ritenuti bisognevoli. STRUTTURE SULL’ISOLA, perché tra gli obiettivi di questa riorganizzazione vi era stato fin dall’inizio quello di evitare il trasferimento in strutture della terraferma, di fatto annullando il processo avviato nel 1997 proprio per riportare a Ischia gli isolani ricoverati fino ad allora nei manicomi o in strutture similari a Napoli e dintorni. Anzi, nella logica del “dopo di noi”, l’Ambito intercomunale che organizza i servizi socio-assistenziali a Ischia e Procida prevedeva di far tornare a Ischia anche alcuni pazienti ancora affidati a strutture napoletane. Peraltro, con costi altissimi per la nostra Asl, che però si preoccupa solo di risparmiare smobilitando a Ischia…

La manovra ha sostanzialmente funzionato e i pazienti isolani entrati nel circuito dell’assistenza (in tanti restano a carico delle famiglie, senza essere mai stati presi in carico dal sistema) hanno usufruito di servizi dedicati. Tanto che poteva essere indotti a pensare che quel capitolo doloroso dell’organizzazione socio-sanitaria sul territorio si fosse chiuso positivamente e che la condizione di quei malati psichici non rappresentasse più un’emergenza. Fermo restando che A ISCHIA C’E’ BISOGNO URGENTE DI UNA SIR E DI UN RILANCIO COMPLESSIVO DELLA SALUTE MENTALE ANCORA IN MACERIE.

E invece il rischio di tornare in alto mare è forte e anche vicino. A LUGLIO, ovvero solo tra tre mesi, TUTTO POTREBBE ESSERE RIMESSO IN DISCUSSIONE. E la sorte dei pazienti potrebbe essere nuovamente A RISCHIO, come la loro permanenza sull’isola, che è QUESTIONE NODALE. Considerata sempre una condizione imprescindibile anche nelle prese di posizione del CUDAS ISCHIA.

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Foto Qui Ischia

Sembra, peraltro contro la “ratio” stessa di un provvedimento come il “DOPO DI NOI”, che potrebbe non essere rifinanziato, facendo venir meno quindi le condizioni per dare continuità ai progetti realizzati quest’anno. Con conseguenze pesantissime e gravissime rispetto alla sopravvivenza dei servizi tanto faticosamente attivati l’anno scorso e alla sorte degli uomini e delle donne che ora ne stanno usufruendo.

Ma è possibile anche solo immaginare di sottoporre di nuovo i “pulcini” e gli altri pazienti psichici già tanto provati dalla vita e dalle inadeguatezze/carenze del sistema allo stress emotivo di altri trasferimenti, altri cambi di casa, altri sconvolgimenti della loro routine quotidiana?

E’ possibile che si torni a materializzare lo spettro dei trasferimenti a Napoli, perchè qua l’Asl non riesce ad attivare strutture necessarie e urgenti per garantire i livelli di assistenza più alti e cerchi costantemente di deresponsabilizzarsi rispetto ai livelli di assistenza intermedi, scaricando tutto sull’assistenza sociale di competenza degli enti locali?

E’ accettabile e tollerabile, per non dire etico, che ogni anno la sorte di queste persone torni sistematicamente in bilico e ci resti per mesi, come se invece di esseri umani si trattasse di pacchi postali?

Domande che non possono restare senza RISPOSTE CHIARE, ESAUSTIVE, FATTIVE E DI MEDIO/LUNGO PERIODO da parte di enti e istituzioni che hanno il DOVERE DI FARSI CARICO dei cittadini bisognevoli di cure e tutele.

A cominciare dall’Asl NA 2 NORD che, mentre ci martella con le meraviglie dei convegni e delle assise dedicati al rilancio della Salute mentale, di cui addirittura si è proposta come realtà trainante a livello regionale, in questa parte del suo territorio, con l’aggravante dell’insultarità, continua a disattendere e trascurare quotidianamente, e in modo macroscopico, la sua “missione”.

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