Per Piazza degli Eroi si potrebbe pensare a un monumento alla Ciuccia…

IMG_7956

Foto Qui Ischia

Brecht, nell’opera teatrale VITA DI GALILEO, fa dire al grande scienziato, subito dopo l’ umiliante abiura davanti al tribunale dell’inquisizione, “sventurato quel popolo che ha bisogno di eroi” in risposta ad una osservazione del suo interlocutore, il quale aveva detto “sventurata la terra che non ha eroi”.

Si può essere d’accordo oppure no con Galileo ma veniamo al problema: il rifacimento di Piazza degli Eroi. Mi astengo dal giudicare la funzionalità del disegno rispetto al traffico veicolare, perché mi tranquillizza l’approvazione degli “esperti”, essendo gli stessi che hanno approvato le diciture della ZTL “varco attivo” e “varco non attivo” al posto dei colori rosso e verde, universalmente comprensibili.

Mi dicono che sarebbe previsto un monumento al centro della piazza per corrispondere alla carica retorica dell’intitolazione. Gli eroi, fin dall’antichità, sono stati identificati con personaggi provvisti di abnegazione e coraggio che sacrificavano la loro vita per un ideale patriottico o umanitario. Tutti i Comuni dell’isola hanno eretto monumenti ai caduti delle ultime due guerre, considerando il loro sacrificio come atto di eroismo. Anche se molti di loro e le loro famiglie avrebbero volentieri fatto a meno di monumenti, medaglie e pergamene “con firma di Re”, come canta Fabrizio De André.

Non vorrei essere nei panni dell’artista incaricato di inventare il monumento con cui abbellire la piazza e onorare gli Eroi. Certo che l’opera dovrebbe avere una forte connotazione identitaria della storia dell’isola a partire dal materiale costitutivo, che non potrebbe essere se non di pietra lavica visto che la piazza si trova nel bel mezzo della storica colata dell’Arso.

Se scontata appare la scelta della roccia da scolpire, non è affatto scontato quali sarebbero gli Eroi isolani da celebrare. Il mitico Tifeo o gli altrettanto mitici cercopi Candolo e Atlante? I condottieri dei greci, fondatori di Pithecusa, Megastene calcidese e Ippocle eritrese? Un omaggio alla Coppa di Nestore?

Di epoca romana sarebbe da ricordare l’imperatore Marco Aurelio per il famoso “brano dell’Isola nell’Isola”, ma ahimè non c’è speranza, a giudicare dallo stato di rovina del “TONDO” in mezzo al porto d’Ischia.

Per non scomodare l’età classica vorrei proporre alcuni esempi più recenti di benefattori della comunità isolana. Dal ‘500 aspetta un riconoscimento il geografo Mario Cartaro, viterbese, autore della celebre carta dell’isola allegata al De’ Rimedi Naturali di Giulio Iasolino.

Nel ‘600 Giovan Giuseppe della Croce, al secolo Carlo Gaetano Calosirto, monaco e santo, custode della regola dei Francescani scalzi. Eletto, non si sa da chi, protettore dei drogati perché si dice prendesse la pizzicata di tabacco.

Nel ‘700 ischitano rifulge il nome di Crescenzo Zancaglione che osò ribellarsi allo strapotere degli Agostiniani realizzando, al Borgo di Celsa la chiesa dello Spirito Santo con annesso ospedale; alla fine del ‘700 i martiri della Repubblica Partenopea come Pasquale Battistessa, impiccato alla Spiaggia dei Pescatori, e trasportato morente alla chiesa di S. Maria delle Grazie (S. Pietro) fu finito a coltellate.

Nel ‘800 sono da ricordare i fratelli Sanfilippo che con lo zolfo salvarono la viticoltura isolana.

Nel ‘900, salvo gli eroi per caso di cui si è detto in apertura e pochi altri studiosi o artisti, andrebbero ricordati ed additati, con un monumento, non gli eroi ma i vigliacchi e i codardi.

Un soggetto davvero impegnativo con cui si è misurato Dante Alighieri scrivendo dell’Inferno e tramandando ai posteri un elenco di peccatori. Un elenco altrettanto lungo sarebbe da fare oggi includendovi alcuni amministratori comunali, regionali, nazionali ed europei. Stellette della Repubblica sorde e cieche. Tanti approfittatori delle disgrazie altrui.

Ma uno scultore dove troverebbe l’ispirazione per questo inferno ischitano? Ci sarebbe la Ciuccia di Fichiello nota per avere 99 piaghe e la coda fradicia, 100. Propongo il monumento alla CIUCCIA.

ANTONINO ITALIANO

What Next?

Recent Articles