Quei basoli del Ponte Aragonese da salvare e tutelare, malgrado la Soprintendenza

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Foto Qui Ischia

Dopo tanta attesa, altrettanta delusione! Era da un po’ che si aspettava l’intervento di manutenzione straordinaria del Ponte Aragonese, la cui struttura in alcuni punti particolarmente battuti dal mare è ridotta talmente male da far temere per la sua stessa tenuta. Ma invece del ripristino e messa in sicurezza delle parti più malridotte e a rischio, a cui si sarebbe potuto immaginare che si dedicassero le prime e più premurose cure, gli operai hanno cominciato dallo smantellamento dei sedili laterali, che non sembravano proprio aver bisogno di un lavoro tanto urgente e soprattutto tanto invasivo. Anzi, distruttivo, visto che ad andarci di mezzo sono stati basoli in ottimo stato, che giacciono ora in gran parte a pezzi in  un grosso cumulo al centro del ponte. Un’azione che non è passata inosservata (e come avrebbe potuto?), suscitando immediate proteste da parte di tanti cittadini. Stupiti per la scala di priorità prescelta nell’intervenire sul ponte e anche preoccupati per la brutta fine che stavano facendo le parti della struttura che dovrebbero (meriterebbero soprattutto) essere risparmiate e pure tutelate.

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Foto Qui Ischia

“Quando ho chiesto come mai stessero togliendo i basoli intatti, gli operai mi hanno detto che li debbono sostituire con dei nuovi, “‘u facimmo bello bello” mi hanno ripetuto convinti, mentre a me stava venendo quasi da piangere davanti a questo sperpetuo”, è il commento di una passante che sintetizza l’opinione di tanti. Rilanciata abbondantemente pure sui social, con corredo di foto che (come quelle di Qui Ischia) illustrano in modo più che eloquente l’inutile sacrificio di ciò che del ponte andrebbe  salvaguardato: BASOLI della metà del NOVECENTO, lavorati A MANO, uno per uno, utilizzando PIETRA LAVICA DEL VESUVIO, da cave che non sono più attive. Tutti ottimi motivi per salvare quelle pietre, che sono ormai una rarità. Sicuramente imparagonabili rispetto ai pezzi “nuovi”, arrivati chissà da dove, fatti con le macchine tutti uguali, lisciati a dovere. Rigorosamente anonimi e “di batteria”.

Ma può, un ponte storico di cui raccontiamo ai forestieri l’origine quattrocentesca, presentarsi nuovo di zecca, con materiali industriali realizzati in serie, al posto di pietre se non antiche, almeno vecchie e con caratteristiche peculiari che le distinguono e le qualificano?

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Foto Qui ischia

Ciò che è grave, in questa storia, è che questa assurda sostituzione abbia ricevuto l’imprimatur della SOPRINTENDENZA. Di cui, a questo punto, sfugge completamente la funzione, il ruolo, il motivo stesso dell’esistenza. Ma non dovrebbe essere l’istituzione preposta alla tutela del patrimonio storico/artistico/ambientale a preoccuparsi e premurarsi di indirizzare, suggerire e magari mettere paletti alle opere pubbliche decise, finanziate e commissionate da altri enti? Come i tecnici di Palazzo Reale possano approvare e condividere certe soluzioni (verrebbe da chiamarle piuttosto dissoluzioni) che vanno nelle direzione opposta alla “missione” dell’ente che rappresentano continua a essere INCREDIBILE, SCONCERTANTE e INACCETTABILE. E la “svista” (!?) del Ponte Aragonese è solo l’ultima di una lunga serie che negli ultimi anno hanno disseminato brutture e SCONCI INGIUSTIFICABILI in giro per l’isola, che meriterebbero il vaglio, la verifica e la censura di qualche ente sovraordinato.

Intanto, però, prima che sia troppo tardi e che il disastro sia completato, è auspicabile che il COMUNE come COMMITTENTE dell’opera RIPENSI seriamente le modalità dell’INTERVENTO in corso sul Ponte, evitando di portarlo a mal fine e di snaturare definitivamente una struttura storica che va rispettata. La scelta di recuperare e preservare i materiali originali è ancora possibile e fattibile e darebbe un RISULTATO DI QUALITA’ E BUON SENSO. Auguriamoci che sia quest’ultimo a prevalere, prima che sia troppo tardi e che pure il ponte tra l’Insula Maior e la Minor sia irrimediabilmente scempiato.

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