No al cemento al posto dei pini abbattuti sulle strade di Ischia, c’è bisogno di nuovi alberi

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Foto Qui Ischia

La galleria verde, compatta e rigogliosa, comunicava una sensazione di frescura nelle estati più torride. E, accogliente, accompagnava la classica passeggiata Ponte-Porto con la sua ombra protettiva e rigenerante. Merito delle grandi chiome dei pini, che s’incontravano e si compenetravano tra loro, producendo ombra preziosa e ancora più prezioso ossigeno, con un contributo significativo all’abbattimento del livello di inquinamento, paragonabile a quello delle supertrafficate arterie cittadine. Neppure la Marchalina in tutta la sua virulenza era riuscita ad avere la meglio sui giganti verdi, che pure aveva intensamente colonizzato. Poi, indeboliti dal continuo taglio e imbrigliamento delle radici per i reiterati lavori stradali, soffocati dal cemento e dalle tagliole di ferro fissate alla base dei tronchi, stressati dai lunghi period siccitosi e dall’impazzimento delle stagioni, si sono ritrovati affollati dalla Toumeyella che ha decretato, per molti di loro, una fine veloce e anticipata. Fino al taglio in serie di queste ultime settimane, che ha cambiato volto ad ampi tratti di via Alfredo De Luca e soprattutto di via Antonio Sogliuzzo, Dove restano ancora diversi alberi secchi da abbattere.

Eliminati i pini morti, si è proceduto con inusuale tempestività ad OTTURARE con il cemento diversi degli SPAZI destinati agli alberi, ormai liberi. Una scelta inspiegabile, perché anche se si fossero volute salvaguardare le caviglie dei pedoni, non si capisce perchè si sia intervenuti in modo così drastico, invece di affrettarsi a piantare nuovi alberi. Cosa che si sarebbe potuta cominciare a programmare in contemporanea con gli abbattimenti, per non lasciare il deserto mentre si provvedeva ai tagli.

Specialmente in via Alfredo De Luca dove da tempo si è deciso di impiantare CARRUBI, peraltro con ottimi risultati, a parte le solite potature eccessive a cui sono stati sottoposti nei mesi scorsi, che hanno sacrificato interamente le chiome, che invece danno senso e valore (ombra, ossigeno, estetica) alla presenza di un albero, Per quale motivo non si è intervenuti subito per piazzare negli spazi vuoti dei giovani esemplari di carrubo? Che c’entra la toppa di cemento, anche ammesso che sia solo provvisoria? Perché intervenire due volte lì dove si potrebbe farlo solo una, in modo certamente più utile e decoroso?

Il problema si pone anche in via Antonio Sogliuzzo, dove l’alberatura è ridotta ai minimi termini. Esclusa la messa a dimora di altri pini, perchè per ora, in mancanza di un antagonista per la Toumeyella, sarebbero condannati a priori e perché sono controproducenti per la pavimentazione, c’è comunque da riempire i vuoti e rigenerare l’alberatura stradale. Tanto più che serve OMBRA sulle strade, dove presto, all’arrivo del caldo, ci sarà bisogno di una copertura verde. E bisognerà trovare una soluzione adeguata, dal punto di vista ambientale, estetico e funzionale. Per questi motivi, c’è necessità di un CONTRIBUTO TECNICO qualificato, in grado di valutare la corrispondenza tra le caratteristiche della specie arborea da utilizzare e le esigenze del luogo e della sua fruizione. Non basta affidarsi alle disponibilità di piante di qualche vivaio, con il rischio di trovarsi tra qualche anno con una scelta sbagliata o inappropriata e con qualche seria controindicazione, in un contesto delicato anche per la prossimità alla pineta.

E allora, a quando l’avvio della messa a dimora dei nuovi alberi sulle strade rimaste orfane dei pini, che per decenni ne avevano rappresentato la caratteristica saliente?

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