Ripresa la rimozione dei basoli “buoni” sul Ponte, ma la Soprintendenza che ci sta a fare?

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Foto Qui Ischia

Il tempo di Pasqua non è bastato a far archiviare DEFINITIVAMENTE un progetto sbagliato e controproducente. Con conseguenze irreparabili, se verrà proseguito così come è cominciato. Ovvero, con la rimozione dei basoli “buoni” dai sedili e dal parapetto del PONTE ARAGONESE, per sostituirli con pezzi di “batteria” che non si sarebbero mai dovuti neppure prendere in considerazione, per l’inserimento in quella struttura e in quel contesto. E invece, come se si stesse intervenendo su una stazione di metropolitana di periferia, a Ischia è stato dato il via libera all’utilizzo di materiali assolutamente inappropriati su un’opera di altissimo valore storico, che andrebbe trattata con ben altro rispetto.

Il problema si era evidenziato prima di Pasqua. Quando erano cominciati i lavori sul ponte largamente annunciati. Lavori attesi e sollecitati da tempo, perchè il collegamento tra l’Insula Maior e la Minor si presentava in vari punti tanto seriamente danneggiato dall’azione del mare da potersi finanche temere per la sua tenuta. Senonchè, invece di aggredire e sanare le parti più malridotte e a rischio, partendo dalle situazioni più critiche e urgenti, si è scelto di svellere le pietre di lava vesuviana installate nel secolo scorso, che hanno il valore aggiunto di essere state lavorate  A MANO, una ad una. Pietre da non toccare e rigorosamente da preservare, che invece durante l’operazione di rimozione sono state in alcuni casi anche spaccate.

L’aspetto assurdo di questa vicenda è proprio che il progetto e la sua realizzazione prevedono al posto di quei basoli, ASSOLUTAMENTE DA PRESERVARE, la posa in opera di altri rettangoli di pietra, tutti uguali, lisci, nuovi di fabbrica. Già, di fabbrica, perchè sono stati tagliati da macchine e prodotti su scala industriale, dunque nulla a che vedere con i PEZZI UNICI che dovrebbero andare a sostituire.

Ma com’è possibile che si sia avallata un’operazione di tale impatto? Che sia stato autorizzato un tale scempio?

E’ ciò che in tanti si sono chiesti di fronte a quell’incredibile operazione di smantellamento delle parti “sane” del ponte, che non sarebbero proprio dovute entrare nel progetto, se non per qualche ritocco dii manutenzione ordinaria. E così, nei giorni immediatamente successivi all’inizio dei lavori, si erano alzate molte voci contrarie, erano state sollevate obiezioni e dubbi sull’opportunità di operazioni tanto invasive, era stata contestata la sostituzione dei basoli. E poco dopo l’operazione era stata sospesa e così è rimasta per tutto il periodo pasquale. Fino all’altro ieri, quando il cantiere è stato riaperto e si è ricominciato da dove si era lasciato, come se nulla fosse. Per portare a termine uno scempio che tuttavia sta scritto nero su bianco, firmato e controfirmato sul progetto e nelle tante carte di accompagnamento.

Inevitabile, davanti a questa operazione improvvida, chiedersi  e  chiedere chi si assume la RESPONSABILITA’ per il danno irreparabile che si sta compiendo. E, soprattutto, quale sia anche in questo caso il ruolo della SOPRINTENDENZA. Ma non è l’organo dello Stato preposto a vagliare e valutare le caratteristiche e le implicazioni di interventi su strutture storiche e in contesti di particolare interesse e pregio? E com’è, allora, che sta avallando questa roba?

A Ischia,, sul ruolo della Soprintendenza qualche interrogativo bisogna cominciare a porlo seriamente. Ormai l’elenco degli interventi permessi e autorizzati a dir poco discutibili è troppo lungo per continuare a essere ignorato e tollerato con indifferenza. Perchè i DANNI RESTANO, LE BRUTTURE anche ed è il territorio, l’isola nostra casa a rimetterci. In modo perlopiù IRREPARABILE.

MA QUAL E’ LA FUNZIONE DELLA SOPRINTENDENZA A ISCHIA? DI AUTORIZZARE INTERVENTI PEGGIORATIVI, che vanno nella direzione opposta ad una reale TUTELA del patrimonio che va assolutamente preservato? Forse sarebbe il caso di cominciare a chiedere conto delle “sviste” accumulate finora. Magari direttamente al Ministero dei Beni culturali, la cui azione e vigilanza sulla nostra isola risultano da tempo – troppo – INSPIEGABILI e sconcertanti…

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