Sanità, Sindaci e mal di pancia: basta che non ci diamo da soli la zappa sui piedi…

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Foto Qui Ischia

I numeri lo dimostrano in modo inoppugnabile. E l’esperienza pure. Gli ischitani non sono particolarmente inclini a partecipare a dimostrazioni di piazza, tanto più quando quelle hanno una motivazione e una finalità protestataria. Anzi, in quei casi, la regola aurea del “farsi i casi propri” diventa ancora più prevalente su qualunque altra considerazione di opportunità, non sia mai che il sacro e tangibile interesse individuale dovesse anche solo per una volta trovarsi sacrificato all’interesse collettivo. O che – cosa ancora più grave – ci si metta in mostra in situazioni che potrebbero risultare in qualche modo compromettenti, sempre nella rigida ottica del tutelare i casi propri. Eppure, nonostante questa propensione accertata a tenersi alla larga da certi appuntamenti rischiosi, negli ultimi anni per ben TRE VOLTE alcune migliaia di isolani hanno partecipato alle manifestazioni indette a tutela del Diritto alla Salute mortificato, quando non addirittura negato, dalle numerose disfunzioni e inefficienze dell’organizzazione della sanità pubblica sulla nostra isola. Un sintomo di quanto la SALUTE’ sia un valore importante e sentito perfino in un contesto solitamente poco favorevole alle iniziative di cittadinanza attiva. Perciò le migliaia di cittadini che a Ischia, anche l’altro ieri, hanno scelto di essere presenti alla marcia tra piazza Marina e il Rizzoli non erano affatto scontate. E valutate relativamente alla particolare realtà ischitana, si possono interpretare come un bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto, come pure sta accadendo in queste ore.

D’altra parte, in un paese civile o semplicemente normale, non ci dovrebbe essere bisogno di scomodare la cittadinanza per rivendicare ciò che è già garantito dalla Costituzione e dalle leggi in ogni parte d’Italia. Ad occuparsi di assicurare un’assistenza adeguata, aggiornata e di qualità dovrebbero provvedere regolarmente, quotidianamente, l’ASL innanzitutto e poi i competenti ORGANI REGIONALI. Destinatari, non a caso, delle istanze che formano la piattaforma su cui il Cudas aveva chiesto agli ischitani di scendere in piazza sabato scorso, come singoli o come esponenti o membri di associazioni, gruppi e istituti scolastici. Con un riscontro che, oltre alla presenza di qualche migliaio di persone, è stato QUALIFICATO proprio dalla nutrita e CONSAPEVOLE PARTECIPAZIONE di SCUOLE e ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA e GRUPPI DI VOLONTARIATO impegnati  sui più vari fronti.

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Foto Qui Iachia

C”era,  il vescovo LAGNESE, che però non è una novità, vista la sua presenza costante e costruttiva in questi anni su tutti i temi di grande impatto sociale, prima fra tutti proprio la sanità. C’era il SINDACO DI PROCIDA, che ha parlato dell’efficacia del camminare tutti insieme, nella stessa direzione, sperimentata con successo sulla sua isola in difesa dell’ospedale. E c’erano i SEI SINDACI ISOLANI, oltre a vari altri esponenti delle loro amministrazioni. Una partecipazione che a posteriori, oltre alle CRITICHE  che sono il sale della democrazia, ha suscitato anche pubblici MAL DI PANCIA motivati da argomentazioni ampiamente discutibili, proprio partendo dalla disamina nuda e cruda della situazione emergenziale in cui si trova da anni la sanità pubblica isolana.

Che sia tutta COLPA DEI SINDACI, come alcuni stanno sostenendo in questi giorni per stigmatizzare la presenza dei “colpevoli” alla manifestazione che avrebbe dovuto essere contro di loro, è una SEMPLIFICAZIONE decisamente FUORVIANTE. Certo, gli amministratori locali avrebbero potuto almeno provare ad essere più determinati e incisivi rispetto all’Asl e alla Regione nel sostenere le istanze legate alle tante questioni sanitarie aperte. Ma va considerato che da anni Ischia e Procida non hanno più diritto ad avere un proprio delegato nel COMITATO DI RAPPRESENTANZA DEI SINDACI DELL’ASL, che ha un potere di indirizzo significativo, da cui traggono vantaggio per ora solo i territori della terraferma. D’altra parte, il TAVOLO REGIONALE per la sanità delle isole, che dovrebbe bilanciare la marginalizzazione in seno all’Asl, non è decollato e finora non ha prodotto nulla di utile per responsabilità che vanno ben al di là del contributo possibile dei primi cittadini.

Saranno stati pure distratti rispetto alla sanità, ma individuando nei Sindaci i colpevoli si finisce con il perdere di vista i veri RESPONSABILI DELLO SFASCIO: la DIRIGENZA DELL’ASL, quella attuale e quella precedente, e la REGIONE, già da prima di De Luca e considerando anche la prolungata fase di commissariamento. Non a caso, all’Asl e alla Regione la manifestazione ha chiesto conto della deriva della sanità isolana, perchè è a Frattamaggiore e a Napoli che si prendono (o si trascurano) decisioni e scelte all’origine dei nostri guai.

E obiettivo dichiarato fin dall’inizio della manifestazione è stato di garantire con la MOBILITAZIONE POPOLARE un SUPPORTO FORTE ai Sindaci, che, in virtù della loro investitura popolare (di cui taluni si ostinano a ignorare il peso determinante), sono gli unici titolati a dialogare con gli enti sovraordinati e le loro articolazioni, compresa l’Azienda sanitaria. E per andare a parlare, a confrontarsi, a trattare e magari a battere pure i pugni  se necessario, è bene che i Sindaci possano mettere sul tavolo la PRESA DI POSIZIONE netta e inequivocabile della comunità isolana. Che ha soltanto da guadagnare da una posizione di compattezza tra cittadini e amministratori, tra elettori e eletti, trasmessa ai centri decisionali della terraferma.

Ma è questo il momento di mostrarsi divisi, di esaltare le differenze e le divergenze, di distinguersi da coloro – piaccia o non piaccia – che sono stati democraticamente designati a svolgere un incarico pubblico e a rappresentare la totalità dei cittadini, compresi quelli che non li hanno votati e non li voterebbero mai? E’ utile e produttivo stroncare l’operato di chi deve riuscire a portare a casa i risultati che servono all’intera comunità?

Certo, il sostegno della cittadinanza non può e non deve essere un avallo né un atto di fiducia (quasi di fede…) cieco, scontato e a prescindere. ma deve essere uno STIMOLO  continuo e una SOLLECITAZIONE permanente ad agire con la massima efficacia e concretezza in tutte le sedi opportune.

 Parliamo fra noi, discutiamo e critichiamo, facciamoci pure venire i mal di pancia, ma cerchiamo di non darci la zappa sui piedi da soli.  Già lo fanno abbastanza tra Frattamaggiore e Napoli. E, purtroppo, ne constatiamo ogni giorni gli effetti devastanti…

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