Con la Sala geologica, dopo 20 anni, è stato completato il progetto del Museo di Pithecusae

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Foto Qui Ischia

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Per gli allestimenti di ultima generazione sarebbero inutilizzabili. E in altri contesti sarebbero state scartate a priori, al massimo le avrebbero conservate in qualche scatola o cassetto. Invece, quelle etichette di carta ormai ingiallita, con le didascalie che iniziano a scolorire, scritte con una Olivetti 22, sono il dettaglio che suggella la straordinarietà e l’unicità della nuova  SALA GEOLOGICA, che è appena andata ad arricchire l’esposizione del Museo Archeologico di Pithecusae, Il completamento  del progetto museale ideato e realizzato da GIORGIO BUCHNER, a cui è stata dedicata. E dove si manifesta appieno la sua grandezza di ricercatore eccellente anche oltre il suo principale e prevalente campo d’indagine, l’archeologia. Così,  oltre ai reperti delle antiche civiltà insediate sul nostro scoglio, ora i visitatori hanno la possibilità di conoscere anche la complessa e multiforme storia geologica ischitana attraverso i campioni di rocce, recuperati  dallo scopritore della culla della Magna Grecia.

Sabato scorso, come annunciato il 17 aprile nel giorno dell’anniversario, a Villa Arbusto è stato festeggiato il VENTENNALE del Museo con l’inaugurazione della Sala Geologica e della SALA MULTIMEDIALE.  A presentare le novità è stata la soprintendente TERESA ELENA CINQUANTAQUATTRO insieme al sindaco di Lacco Ameno, GIACOMO PASCALE, all’assessora comunale alla Cultura, CECILIA PROTA, e a FRANCESCA BIANCO, direttrice dell’Osservatorio Vesuviano-INGV, l’ente che con MAURO DI VITO e SANDRO DE VITA ha curato l’allestimento della nuova sezione geologica. Sono intervenuti anche il senatore DE SIANO, sindaco quando fu aperto il Museo, la funzionaria della Soprintendenza curatrice dell’allestimento originario, COSTANZA GIALANELLA, che ha ricordato quanto Buchner tenesse alla realizzazione della sala dedicata alla geologia dell’isola. Presenti anche i SINDACI  di ISCHIA e FORIO, la cerimonia è stata accompagnata dalla musica eseguita dai giovani e talentuosi studenti della sezione musicale dell’Istituto comprensivo “VINCENZO MENNELLA”.

LA NUOVA SALA GEOLOGICA DEL MUSEO

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Formato dal padre PAOLO e dall’assidua frequentazione con il grande vulcanologo ALFRED RITTMANN, con i quali aveva condiviso tante passeggiate di esplorazione tra le verdi colline ischitane, Giorgio Buchner usava percorrere e studiare palmo a palmo l’isola. E con la stessa attenzione e precisione con cui, ovunque andasse, cercava frammenti dell’antica presenza dell’uomo, per poi catalogarli con estrema perizia in schede a cui hanno attinto generazioni di archeologi, si preoccupava anche di raccogliere e conservare gli elementi caratteristici della formazione e delle successive trasformazioni di questa terra. Reperti custoditi con estrema cura, ciascuno accompagnato da un’etichetta con l’indicazione del tipo di roccia e della sua provenienza. Tanti pezzi grazie ai quali è possibile ricostruire lo straordinario e affascinante puzzle della storia geologica dell’isola che proprio Rittmann considerava il “PARADISO DEI GEOLOGI”, così come nelle altre sale del museo se ne ricostruisce la storia umana. Peraltro, gli scavi stratigrafici compiuti da  Buchner, che ne fu un antesignano, hanno dimostrato la forte correlazione esistente nell’antichità tra le due storie, ovvero tra geologia e archeologia.

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Proprio Buchner sperimentò a Ischia la necessità e l’utilità di incrociare i dati acquisiti dall’indagine geologica con quelli frutto della ricerca archeologica: gli uni spesso si rivelarono fondamentali per la datazione delle tracce lasciate dall’uomo e per leggere correttamente alcune vicende storiche influenzate, non di rado irrimediabilmente, dalle eruzioni, dai terremoti e dai fenomeni idrogeologici che hanno modellato l’isola. E con la nuova sala che completa il museo di Villa Arbusto, può  oggi finalmente ricomporsi il quadro a tutto tondo del passato di Ischia. Ricostruito dall’archeologo che poteva contare  anche su una solida conoscenza geologica del territorio.

I curatori dell’esposizione hanno voluto valorizzare tutto il materiale raccolto da Buchner, comprese le sue didascalie. Che contribuiscono alla particolare atmosfera della sala. Ma ciò mom vuol dire che non vi sia la presenza delle nuove tecnologie: in ogni vetrina c’è un tablet  che descrive i reperti e ne facilita la “lettura” e la comprensione. E altrettanto avviene con le epoche e le caratteristiche salienti della geologia dell’isola. Ad integrazione delle notizie veicolate dai materiali esposti, è stato attivato anche un INFOPOINT di vulcanologia, che racconta le vicende del territorio ischitano e punta a favorire la divulgazione di informazioni utili  per la mitigazione del rischio.

LA NUOVA SALA MULTIMEDIALE

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Tra le novità di Villa Arbusto c’è anche una sala multimediale, allocata al piano sottostante il museo. Dopo uno spazio arredato con grandi tavoli e sedie per briefing e incontri formativi con le scolaresche a cui è rivolta la nuova sezione, si entra nella sala attrezzata per la proiezione su tre lati di video relativi al museo. Realizzato dal MAV che opera a Ercolano, si tratta di un intervento certamente innovativo nella fruizione del Museo archeologico isolano, che ha bisogno di aprirsi alle nuove tecnologie e di risultare sempre più attrattivo per i giovani, in linea con quanto si sta facendo in tanti musei italiani (per non parlare dell’estero).  Certamente, considerate le ricostruzioni virtuali che hanno tanto valorizzato il patrimonio della cittadina vesuviana, è auspicabile che la collaborazione avviata con il MAV prosegua con altre iniziative per Villa Arbusto, integrando e arricchendo quanto è stato creato in questa prima fase.

Considerato che la sala multimediale è indirizzata soprattutto ai giovani, agli studenti, non poteva esservi scelta migliore che dedicarla ad un uomo di scuola come il professor (oltre e prima che sindaco) Vincenzo Mennella. Proprio lui che, Sindaco storico di Lacco Ameno, è stato tra i principali artefici dell’acquisizione di Villa Arbusto al patrimonio pubblico negli anni Ottanta e della sua trasformazione in Museo Archeologico, raccogliendo e dando concretezza al sogno condiviso per decenni con Giorgio Buchner.

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