La borsa di studio don Pietro Monti, tanti giovani per ricordare il prete archeologo di Lacco

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Foto Qui Ischia

IMG_2771Era il centro del suo mondo. Il sagrato sulla piazza con il cippo di Seia Spes e altri reperti usciti dai suoi scavi. La basilica santuario, cuore del culto a Santa Restituta, di cui era  rettore fin dal lontano 1947. E, al di sotto , nel ventre della terra, il capolavoro della sua testarda, ininterrotta ricerca delle testimonianze delle civiltà che ci hanno preceduto e che proprio lì si sono insediate e sono progredite per secoli, coprendo un arco temporale che dall’VIII secolo a.C. è giunto fino a noi. In quel luogo unico, in cui trascorreva buona parte delle sue giornate, domenica sera è stato ricordato don PIETRO MONTI. Con una iniziativa non episodica, destinata ai giovanissimi, a cui idealmente il prete/archeologo aveva affidato il testimone di continuare a prendersi cura dell’isola amatissima, a cui tante energie e tanto impegno aveva dedicato. Una felice intuizione della PRO LOCO LACCO AMENO, in collaborazione con il COMUNE,  la prima borsa di studio dedicata a don Pietro sul tema, “IL PAESE CHE VORREI”, che sicuramente avrebbe trovato la sua approvazione.

Stavolta non si è trattato di un convegno scientifico né di un seminario di esperti e cattedratici, come era stato, doverosamente, appena un anno fa nel decennale della scomparsa. Stavolta è stato un omaggio affettuoso, emozionato, corale da parte di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, frequentarlo, averlo come maestro e punto di riferimento. Chi, oggi come ieri, è consapevole della straordinarietà dell’incontro con don Pietro e con tutto ciò che ha fatto e rappresentato nella sua comunità lacchese e, in generale, isolana, ma anche molto oltre i limiti geografici dell’isola. Dalla quale non si allontanava molto, ma nella quale arrivavano in tanti, dai luoghi più diversi, per vedere da vicino la sua opera, per studiarla, per acquisire e scambiare informazioni. Presso quel sacerdote che mostrava una enorme cultura storico-archeologica, tutta costruita da autodidatta, per amore della sua incredibile terra di cui  si era ritrovato a disvelare il contribuito straordinario offerto alle grandi civiltà del Mediterraneo.

I RICORDI

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Con coloro che don Pietro lo hanno conosciuto, a riempire il sagrato di Santa Restituta, domenica sera, c’erano i ragazzi dell’ISTITUTO COMPRENSIVO “VINCENZO MENNELLA”: gli alunni delle terze medie, che hanno partecipato alla borsa di studio con temi e disegni, e i componenti dell’orchestra della scuola, che ha anche un indirizzo musicale, chiamati ad allietare la manifestazione con un piccolo concerto. E il senso del coinvolgimento da protagonisti dei giovani l’ha illustrato il presidente della Pro Loco, VINCENZO MORGERA, partendo da un appello/esortazione che don Pietro aveva affidato al suo celebre tomo “Ischia, archeologia e storia” a proposito dell’isola di cui aveva appena decantato la magnificenza: “Studiatela, custoditela, difendetela!”. “Nel 1980, da giovane lacchese – ha detto Morgera – non ho fatto nulla per raccogliere quell’invito, ignorato da tanti. Per questo abbiamo deciso di rilanciarlo per i giovani, per difendere quello che c’è ancora da difendere”. E con questo spirito, il presidente ha voluto ricordare che l’opera mastodontica di don Pietro, proprio sotto il sagrato, ovvero il MUSEO E GLI SCAVI DI SANTA RESTITUTA, è ancora chiusa: “Se ci possono essere tante ragioni per questa chiusura – ha chiosato – non c’è alcun motivo per farla durare tanti anni. Là c’è il nostro certificato di nascita, il nostro orgoglio di isolani”. Un tasto dolentissimo, a cui non sono mancati altri riferimenti nel corso della serata. Com’era e è inevitabile dinnanzi allo spreco che ci stiamo incredibilmente permettendo da troppo tempo, come comunità isolana, nel tenere serrato un sito archeologico di quel valore, senza pari.

Il professor SEBASTIANO MONTI ha ricordato con l’affetto del nipote e la riconoscenza del discepolo la figura di don Pietro, “self made man” per la sua formazione archeologica da autodidatta, perseguita con “grande volontà e tenacia”. E oggetto di notevole diffidenza da parte degli addetti ai lavori, finchè, gradualmente, il suo ruolo non fu riconosciuto, quando negli anni ’80 cominciò ad essere invitato a congressi internazionali, dove portava la sua esperienza e testimonianza, mentre giungevano sempre più numerosi i ricercatori italiani e stranieri a Lacco. Anni in cui l’inconsueta figura di don Pietro diventò nota all’estero, tanto che Nino Monti si trovò davanti ad una gigantografia dello zio mentre era in visita al prestigiosissimo Pergamon Museum di Berlino.

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Parole  di ammirazione e affetto sono state pronunciate dal sindaco GIACOMO PASCALE, che ha indicato don Pietro come colui “che seppe guidare Lacco Ameno verso un nuovo rinascimento culturale”. E Pascale ha voluto evidenziare il ruolo del sacerdote e dello storico nel tener vivo il culto di Santa Restituta, che lo portò a ideare la sacra rappresentazione annuale nella baia di San Montano. Da sindaco, Pascale, ha assicurato il suo massimo impegno per la riapertura degli scavi, con la Soprintendenza e la Diocesi, nel quadro degli interventi di ricostruzione discussi con il commissario Schilardi. E si è detto anche orientato a mettere in rete Scavi, Museo di Pithecusae e sito di Mazzola, “per ripartire da questi nostri  tre tesori”.

Del don Pietro sempre vicino ai giovani come insegnante di storia e geografia in seminario e di religione al “Mattei” ha parlato il preside del Liceo Ischia GIANPIETRO CALISE, che ha focalizzato l’attenzione proprio sul modello di vita e punto di riferimento per diverse generazioni di lacchesi.

“Senza di lui e Buchner, mi sento un’alunna orfana”, ha esordito MARIA LAURO, che si è formata sul campo come archeologa con i due artefici della scoperta del passato più illustre della nostra isola. E ha ricordato l’ultima campagna di scavo di GIORGIO BUCHNER nella valle di San Montano nell’83, dove nel pomeriggio era don Pietro a fare lezione ai giovani studenti sulle “crastulelle” riportate alla luce. Perchè Buchner e don Pietro, oltre a essere coetanei, a condividere la passione per l’archeologia e soprattutto per Ischia, erano anche sinceramente amici e insieme andavano in giro per l’isola a studiarne le peculiarità geologiche con ALFRED RITTMANN e a identificare ovunque le testimonianze degli insediamenti più antichi. Comprese le prime tracce di Aenaria, che don Pietro individuò anche a terra, oltre quelle che si era iniziato a trovare a mare negli anni ’70.

La storia di don Pietro e delle sue scoperte archeologiche, in contemporanea con l’opera di Buchner, s’intrecciò con la fase della trasformazione socio-economica di Lacco Ameno con l’arrivo di RIZZOLI e i suoi investimenti nel turismo. Così, mentre lo spazio intorno al santuario cambiava volto con la costruzione delle nuove strutture termali e alberghiere volute dal commendatore, sottoterra don Pietro scavava e rinveniva gli strati dell’insediamento medievale, paleocristiano, romano, fino al cuore di Pithekoussai con le fornaci degli esperti vasai greci. A tracciare l’entusiasmante percorso esplorativo di don Pietro, l’archeologa MARIANGELA CATUOGNO, che ha proposto una interessante carrellata di immagini d’epoca con i protagonisti – senza dimenticare il sindaco VINCENZO MENNELLA – di quella stagione unica nella storia dell’isola, da cui uscì rivoluzionata anche la storia del Mediterraneo.

Esperto comunicatore e narratore coinvolgente e convincente delle peculiarità dell’isola madre, don Pietro ha lasciato un cospicuo patrimonio di libri, appunti, lettere e documenti che rappresentano altrettanti preziosi tasselli del mosaico in cui si ricompone il passato di Ischia. Tutto riunito nel  “Fondo don Pietro Monti”, donato dai familiari alla Biblioteca comunale Antoniana (dove don Pietro aveva frequentato la scuola da ragazzino), che la direttrice LUCIA ANNICELLI sta riordinando e di cui ha sottolineato il significato e l’utilità per approfondire la conoscenza dell’isola sui più vari argomenti.

LE BORSE DI STUDIO

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L’adesione convinta e sentita alla borsa di studio intitolata a don Pietro è stata ribadita dalla dirigente dell’Istituto Mennella, ASSUNTA BARBIERI, che ha illustrato il coinvolgimento delle scolaresche delle terze medie, chiamate ad esprimersi sia nella forma scritta con elaborati sul tema “Il paese che vorrei” che con disegni relativi al progetto di una ludoteca. E i ragazzi hanno risposto mettendo in gioco la loro creatività e esplicitando desideri, aspettative, proposte.

Come ha ricordato la segretaria della Pro loco ANNAMARIA GELADAS, i ragazzi hanno delineato il paese dei loro desideri insistendo sulla necessità di curare di più l’isola, di tutelarne l’ambiente a terra e a mare, di costruire un territorio più tecnologico e al contempo più a misura dei bambini e dei giovani, che vorrebbero contare su spazi, soprattutto verdi e all’aperto, per incontrarsi, stare insieme, giocare liberamente e in sicurezza.

Si è passati poi alle premiazioni. Menzioni speciali a LUIGI GALANO e LUCA BARONE. Vincitrice della Borsa di studio 2019, con un tema che ha toccato molti aspetti del rapporto tra gli ischitani e la loro terra, è stata ASIA SPIGNESE.

Tutto al femminile il gruppo che ha progettato gli spazi di una ludoteca per bambini e ragazzi di varie fasce d’età: ALISSA SCANDIUZZI, GIORGIA SCURACE, GIULIA CATUOGNO, KAROLA LUPOLI, ALESSIA IACONO, LAURA VERDE.

Tutti i ragazzi partecipanti al concorso e i componenti dell’orchestra hanno ricevuto in dono la piccola enciclopedia ischitana “Tremila voci titoli immagini” di RAFFAELE CASTAGNA.

Colonna sonora della serata il concerto dell’orchestra del Mennella, diretta da RAFFAELE UNGARO, con brani di  Mozart, Strauss e Boccherini.  Prima della partenza per andare a suonare davanti ai magnifici templi dorici di Paestum, l’onore di esibirsi sugli scavi di Pithekoussai, culla della Magna Grecia. Scoperta e riconosciuta anche grazie all’impresa dello Schliemann ischitano, don Pietro Monti.

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