Sulle spiagge isolane tutto vietato, tranne i comportamenti che fanno male al mare!

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Foto Qui Ischia

Non si può giocare a pallone. E’ vietata la pallavolo dentro e fuori dall’acqua. No pure al tennis da spiaggia. E niente cani liberi. Una lista di divieti comprensibile, soprattutto considerati i problemi creati negli anni da pallonate violente che mettevano a rischio ogni giorno l’incolumità di bagnanti e passanti. Eppure manca qualcosa dalla lista sul piccolo cartello bianco affisso a beneficio dei frequentatori della minuscola spiaggia libera al centro del lungo lido della Mandra. Anzi, manca più di qualcosa: tutto quello – tanto – che riguarda la TUTELA DEL MARE. Di cui non vi è traccia lì come in qualunque altro punto degli arenili isolani. Quelli liberi e quelli in concessione, che sono anch’essi luoghi pubblici. NON un cartello, non un avviso, neppure un semplice invito e/o incitamento a godere in modo RISPETTOSO e SOSTENIBILE dell’ambiente marino, la cui salute (come si dice sempre) dipende anche dai comportamenti a terra, in particolare su spiagge, scogliere e tratti costieri vari.

Niente supersantos, insomma, ma come la mettiamo con cicche, bastoncini di cotton fioc, oggetti o pezzi di plastica ormai ubiquitari, che rappresentano, ciascuno e tutti insieme, un pericolo serio per gli habitat marini e la flora e la fauna che li popolano?

Se ne parla, ormai, con discreta assiduità, ma c’è ancora bisogno di informazione e sensibilizzazione capillari per far passare i messaggi e farli diventare parte integrante dei comportamenti individuali e collettivi. E di quanto ce ne sia bisogno, addirittura urgenza, è evidente da quello che cova sotto la sabbia, anche nei tratti apparentemente più puliti. E di ciò che si incontra e che finisce a mare, insozzandolo e inquinandolo per centinaia se non migliaia di anni.

Oltre ai divieti “pallonari”, bisognerebbe esporre anche cartelli e avvisi che convincessero le persone a comportamenti più civili e rispettosi dell’ambiente. Perchè non affiggere  sulle spiagge isolane, dai tratti liberi a quelli in concessione, dei CARTELLONI COLORATI e illustrati con le indicazioni dei COMPORTAMENTI DA SEGUIRE e dei TEMPI DI DEGRADAZIONE nell’ambiente degli oggetti inquinanti che lordano il mare e mettono a rischio le sue forme di vita? Perchè non sono previsti avvisi per far conoscere il divieto di buttare CICCHE e le multe previste? Perchè non si può ricordare a chi frequenta il mare l’impatto devastante della PLASTICA e delle MICROPLASTICHE?

E come mai, sulle SPIAGGE LIBERE, non ci sono i contenitori per fare la DIFFERENZIATA, come sono tenuti a fare i concessionari degli arenili e i loro clienti? E’ assurdo che sui tratti liberi sia non solo consentito, ma addirittura obbligatorio buttare insieme plastica, carta, pannolini dei bambini e resti di cibo, come è giustamente e assolutamente vietato nelle case, negli alberghi, nei negozi e negli uffici. E’ un’eccezione sbagliata, diseducativa, controproducente rispetto all’esigenza che tutti, bambini compresi, pratichino regolarmente la differenziazione dei rifiuti  a casa loro e negli spazi pubblici. Tra i quali c’è anche la spiaggia. Senza dimenticare che esiste l”Area Marina Protetta e che anche questo andrebbe ricordato slungo tutto il periplo dell’isola insieme alle prescrizioni principali previste dal suo regolamento.

Siamo nel bel mezzo della stagione estiva e turistica in generale. Si sarebbe potuto e dovuto prevedere tutto prima che la stagione iniziasse, ma si fa sempre in tempo. E non si tratta di una impresa particolarmente ostica né costosa. Cosa si aspetta a metterci mano seriamente?

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