La Soprintendenza “desaparecida” ormai sul nostro territorio è un ente inutile

IMG_8285

E non c’era ancora il tendone… Foto Qui Ischia

Sarebbe deputata a occuparsi di ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI e PAESAGGIO. E, dunque, dovrebbe garantire che gli interventi effettuati sul territorio siano rispettosi sia del valore storico-artistico che paesaggistico di luoghi e edifici. Aspetti che spesso in Italia vanno di pari passo, come sulla nostra isola, che non fa eccezione, visto che non c’è bene culturale che non sia anche immerso in contesti di particolare interesse ambientale e  paesaggi da sogno.  Eppure, la SOPRINTENDENZA brilla solo per assenza, indifferenza, estraneità. Un ente fondamentale nel Belpaese che, anche prima del sostanziale depotenziamento degli ultimi anni, per quanto riguarda Ischia, da tempo, può essere catalogato come ENTE INUTILE. Constatazione amara di una triste, spiazzante realtà. Che continua a trovare conferma da un capo all’altro dell’isola. Dulcis in fundo a Punta Molino,  negli ultimi giorni.

In quell’angolo di Ischia, sull’ultima propaggine della colata di lava del 1301, in una posizione unica per valore paesaggistico, c’è anche un edificio antico, storico, dunque sotto tutela: il carcere, che prima era stato un mulino.  Una struttura restaurata negli anni ’90, destinata ad attività culturali, che da un po’, non estraneo proprio il panorama da cartolina su cui è affacciata,  è  tra le “location” dove si celebrano i matrimoni civili, anche con qualche introito per il Comune. Dunque, un posto dove il bene storico è incastonato in un ambiente anch’esso pregevole. Ed è questo connubio l’elemento di valore che va salvaguardato e, con il dovuto rispetto, valorizzato.

Ora, com’è possibile che si sia autorizzato l’inserimento in questo angolo di un CHIOSCO BAR con caratteristiche incompatibili con il luogo e la struttura antica alle sue spalle? Com’è possibile che l’opera sia stata progettata, autorizzata e che ora sia in via di realizzazione senza alcuna attenzione e cura, tendone compreso, per garantirne una appropriata contestualizzazione, al fine di non interferire sul delicato e fondamentale equilibrio tra BENE STORICO E BENE AMBIENTALE? Com’è possibile che tutto avvenga con il beneplacito della Soprintendenza,  che dovrebbe vegliare per evitare che testimonianze storiche e paesaggio siano deturpati e stravolti? Com’è possibile che almeno non si siano date indicazioni e prescrizioni precise sulle caratteristiche della nuova struttura, per prevenire l’effetto “PUGNO IN UN OCCHIO” attuale? E com’è possibile, infine, che sia stata aggiunta, ulteriormente peggiorativa, la tenda che “commoglia completamente la piazzetta che, appena intitolata inutilmente a Ugo Calise, è stata ormai preclusa di fatto a ogni fruizione diversa da quella della consumazione al bar.

L’antico carcere-mulino è ormai completamente FAGOCITATO visivamente dalla nuova, esorbitante struttura con tutti gli annessi e connessi. Senza trascurare l’occlusione completa, dall’interno, della VISTA DEL CASTELLO, che  fa perdere anche di valore al complesso storico pubblico, ormai una nascosta aggiunta al bar, al contrario di quanto il semplice buon senso avrebbe suggerito.

E TUTTO QUESTO REGOLARMENTE AUTORIZZATO DA CHI DI DOVERE E QUANTO MENO AVALLATO, TOLLERATO E PERMESSO DALLA SOVRINTENDENZA. ALLA FACCIA DELLA TUTELA DELLE BELLE ARTI E DEL PAESAGGIO!!!

Dopo aver avallato l’opera della Siena, l’incartata funerea del Pio Monte della Misericordia, il pavimento da cucina di campagna nella chiesa di Sant’Antonio sempre alla Mandra, solo per restare agli esempi più recenti, la Soprintendenza sta facendo altrettanto con l’OBBROBRIO DI PUNTA MOLINO. La dimostrazione della totale ASSENZA e INCONSISTENZA del prezioso ruolo che istituzionalmente sarebbe attribuito all’ente di Palazzo Reale. Che in questa fase, peraltro molto prolungata, con il suo inconcepibile SILENZIO sta producendo effetti perniciosi in luogo di quelli che salvaguardia che dovrebbe assicurare. E A CHE SERVE UN ENTE che, da tempo, sul nostro territorio al massimo reprime piccoli interventi e minutaglie, anche poco impattanti, mentre trascura o avalla e perfino autorizza enormità che stravolgono e sviliscono il PATRIMONIO DI BELLEZZA COLLETTIVO DI CUI E’ TUTORE?

 

What Next?

Related Articles